24 Dicembre 2023

Motoestate: Michael Lamagni, che bella sorpresa in 1000 Sound of Thunder

Michael Lamagni ha chiuso un 2023 trionfale, soprattutto con la sorpresa in 1000 Sound of Thunder nel Motoestate. Conoscete la sua storia? L'intervista.

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Due titoli in un 2023 davvero vissuto “in moto”, e non è un eufemismo. Michael Lamagni quest’anno si è preso il campionato 1000 Sound Of Thunder, classe regina del Motoestate, ma parallelamente ha trionfato anche in 12 pollici Italian Cup. Con le “moto piccole” vantava già più titoli, nelle “moto grandi” invece per il 28enne di Milano è appena il secondo dopo quello ottenuto in Race Attack nel 2018, all’esordio assoluto nei Trofei Motoestate. In mezzo però c’è stata una sorta di “pausa”…

Con l’appoggio del Moto Club Ducale, è seguito dal cognato, dal papà e da alcuni amici: un aiuto molto importante nel suo sogno a due ruote. “Abbiamo tutti la stessa passione, mi supportano in ogni cavolata che dico invece di fermarmi” ha scherzato Lamagni, che solo quest’anno, alla ripartenza dopo la pandemia, s’è preso un doppio titolo. Ricordiamo anche che non è pilota a tempo pieno, parallelamente ha un altro lavoro… Ma lasciamo raccontare la storia al protagonista.

Michael Lamagni, campione 1000 Sound of Thunder. Ci racconti la tua stagione?

Abbiamo iniziato con un BMW 2016 per riprendere confidenza con le moto grandi. Io nel Motoestate ho solo corso in Race Attack nel 2018, l’anno dopo avevo fatto la categoria Stock, poi la mia carriera con le moto grandi era finita lì. Siamo partiti così, alla seconda gara però abbiamo cambiato moto e siamo passati al BMW 2023. È stato amore a prima vista! Abbiamo iniziato ad andare fortissimo e siamo riusciti a vincere quasi tutte le gare, tranne la prima e l’ultima per problemi tecnici alla moto. Un peccato, ma l’importante era portare a casa il titolo e ci siamo riusciti.

Ti aspettavi un risultato del genere?

Con Diego Giugovaz, che mi fa da “coach” e mi ha aiutato a fare un grandissimo passo avanti, siamo andati a girare tantissimo, iniziando dalla Spagna a febbraio. Ho fatto tantissimi chilometri, praticamente un anno in moto! Quando siamo arrivati alla prima gara chiaramente non ero sicuro di vincere, però ero sicuro di essere molto forte, sia fisicamente che mentalmente, quindi mi aspettavo di fare molto bene. Ero molto carico, ma pioveva ed è andata male: sono caduto nelle libere, nelle cronometrate, Gara 1 ho fatto il disastro…   

Una partenza “no” che è stata quindi una spinta in più, giusto?

Ho portato a casa solo qualche punto, ma soprattutto sono comunque riuscito a tenere la testa tranquilla e serena, sapendo che ero abbastanza in forma e a posto. Sono riuscito a mantenermi così per tutto il resto della stagione. Nelle gare successive è tornato il sole ed abbiamo visto la luce anche noi!

Michael Lamagni, un “ritorno” dopo un momentaneo stop con queste moto.

C’è sempre la questione del budget, ma alla fine mi piaceva troppo e ho ripreso la moto per andare a girare ogni tanto. Quando poi è saltata fuori la possibilità del Motoestate… Ho fatto più chilometri in moto che in macchina quest’anno per andare a lavorare! In pista invece ho iniziato a febbraio a Jerez, ad inizio marzo siamo andati in compagnia a girare ad Aragon e ci siamo divertiti un sacco. Mi sono fermato solo a settembre: ho girato più o meno ogni settimana, quasi più di un “pilota vero”!

Ma non ti sei mai fermato a livello di gare. Anche quest’anno non hai fatto solo il MES.

Corro da sempre col minimotard, una specialità che fortunatamente ha costi più contenuti e puoi andare a girare molto più spesso rispetto ad una moto grande. Quest’anno poi sono riuscito a fare anche due wild card al Mugello in Pirelli Cup, la terza non l’abbiamo fatta perché un ragazzo ha fatto un incidente la domenica mattina e ha perso la vita. Per quanto riguarda le due gare fatte direi che non sono andate male, pensavo di essere un po’ più indietro, ma anche un po’ più avanti. Non so bene come spiegarlo: sapevo di non poter stare davanti coi primi, ma la mia testa voleva starci ecco. Avevo appena fatto il cambio moto, alla fine ho chiuso in top 10, mentre la volta dopo ho avuto qualche problema di elettronica e non sono riuscito ad esprimermi al meglio.

Michael Lamagni, non sei solo campione Motoestate, giusto?

Ho fatto anche il 12 pollici Italian Cup e ho vinto anche quello quest’anno, con 12 successi di manche su 12. Ci sono cresciuto in questo campionato, l’avevo già vinto per 7-8 anni e ho anche più confidenza con la moto, per me è un pochino più “semplice”. Quest’anno abbiamo fatto davvero più di quello che ci aspettavamo.

Quello del pilota però non è il tuo lavoro primario.

Devo essere sincero: quest’anno non ho fatto niente, mi sono licenziato l’anno scorso. Prima lavoravo nel settore dei rifiuti radioattivi, bonifiche, smaltimenti… Mi sono però fermato per affrontare questa stagione di gare: da gennaio avevo capito che sarebbe stato un anno molto impegnativo e il lavoro non mi avrebbe permesso di stargli dietro. Ad oggi sono tornato a fare il lavoro che facevo quando avevo 18 anni, il corriere: vado in giro col furgone e faccio le consegne. Così sono sempre di corsa anche lì e devo andare veloce!

Michael Lamagni, facciamo un passo indietro: da dove parte la tua “storia di moto”?

Avevo quattro anni e mio papà mi ha comprato una minimoto. Ho iniziato a girare per i parcheggi, dove mio papà, che era camionista, teneva i camion, e da lì ho sempre girato in moto. A 11 anni ho fatto il Polini Italian Cup con le pitbike, il mio primo campionato, e ho chiuso 2°. Ho continuato con campionati di più basso livello, o campionati di beneficenza con la coppetta finale. I costi sono sempre alti, anche nel Polini, e io sono figlio di operai, quindi vivere di moto diventa complicato. Nel 2018 però ho preso un BMW e siamo andati a fare la Race Attack del Motoestate.

Quello invece è il primo campionato con le “moto grandi”. Come mai questo salto?

Sì, non avevo esperienze precedenti. Il salto perché mio papà ha sempre avuto le moto da strada e me le ha fatte usare appena ho potuto per la legge italiana. È stata proprio con una sua moto, un Suzuki del 2002, che ho fatto la prima uscita in pista, avevo 17 anni. In seguito abbiamo preso un Suzuki del 2005, che ho venduto un anno dopo per prendere un BMW, con cui ho fatto il primo anno di Race Attack, quello che costava meno, anche per il monogomma Dunlop, e che per me, in arrivo dalle pitbike, era il più adatto ad un amatore. E ho anche vinto!

Michael Lamagni, come ti sei avvicinato al Motoestate?

Guardandomi un po’ in giro, osservando anche amici che già lo facevano. Mi avevano parlato del campionato e della Race Attack, così mi sono informato e ho chiamato Delmonte per saperne di più, alla fine mi sono iscritto. Ho trovato da subito un bell’ambiente, con le moto grandi è sempre più bello!

Un adattamento non scontato.

Ho la fortuna di lavorare sempre con Diego Giugovaz, che mi supporta e mi aiuta. Per me è davvero una forza mentale, se ce l’ho accanto vado fortissimo, oltre a darmi tantissimi consigli d’oro. Se sei forte di testa poi va tutto meglio. Ma devo essere sincero, non mi sarei mai aspettato di vincere il Race Attack al primo anno! Nel 2019 poi sono passato alla Stock, nella categoria Open, e ho chiuso 2° per problemi tecnici… Nel 2020, per la pandemia, non ho fatto più niente, finché nel 2021 non ho ripreso la motoretta, una pitbike, e ho fatto circa mezzo campionato, continuando anche nel 2022. Non un campionato, diciamo come allenamento.

E la “moto grande”?

L’avevo venduta: non riuscivo a girarci ed averlo lì mi faceva solo venire il nervoso, quindi mi ero tolto il pensiero. Quest’anno invece l’ho ripresa e sono tornato a disputare campionati sia con le moto piccole che con quelle grandi, anzi in tutto tre campionati viste le corse in Pirelli Cup. Ho praticamente recuperato gli anni in cui sono stato fermo, anzi a livello di chilometri l’ho anche superato!

Quest’anno doppia soddisfazione sia per te che per la famiglia, giusto?

Decisamente, ma più per il Motoestate. Con le piccoline alla fine era capitato più spesso, invece tornare a correre con le grandi e vincere subito è stato qualcosa di inaspettato per tutti, un po’ a sorpresa. Ci siamo ripagati tutti i sacrifici che abbiamo fatto.

Michael Lamagni, hai già qualche programma per il 2024?

Devo vedere un attimo cosa riesco a racimolare, dipenderà dal budget. L’idea era la Coppa Italia, il Pirelli Cup, e magari qualche gara al Motoestate, però ancora non lo so. Vediamo cosa mi porta Babbo Natale!

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