4 Gennaio 2024

Motoestate: Michael Ferrari campione 600 Open, il titolo della maturità

Michael Ferrari, un 2023 trionfale dopo anni di tentativi nella 600 Open del Motoestate. Conoscete la sua storia? Ve la raccontiamo.

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Dopo quattro anni, finalmente il titolo. Michael Ferrari, con la sua Yamaha R6, ed il suo team Asd Bikers da Cordoli hanno chiuso un 2023 trionfale, con la festa per la conquista della 600 Open nel Motoestate. È anche la chiusura di un’intensa esperienza insieme, visto che pilota e squadra prenderanno due strade diverse nel 2024, ma non c’era davvero modo migliore per salutarsi. Oltre che per mettere una sorta di punto ad importante periodo di crescita sia per Ferrari che per lo stesso team. Ma conoscete tutta la storia del 30enne giardiniere di Vaprio d’Adda? Ce la siamo fatta raccontare, di seguito la nostra intervista.

Michael Ferrari, ci racconti la tua stagione da titolo?

Arriva da quattro anni di tentativi, sempre con lo stesso team e nello stesso campionato. Nel primo round a Varano siamo stati subito i primi di categoria, mentre a Cremona abbiamo avuto problemi con la moto: ho fatto fatica nella prima gara e nella seconda si è rotto il motore. A Magione invece siamo andati di nuovo molto bene e siamo riusciti a recuperare punti, con una moto prestata dal team manager perché la mia aveva ancora problemi. Abbiamo fatto davvero un bellissimo lavoro di squadra. Siamo poi tornati a Varano, ma ho commesso un errore: potevo mettere in sicurezza il campionato ma, nel tentativo di recuperare su Caffagni in gara, sono andato lungo in curva 3 e ho chiuso molto indietro.

Un finale di campionato quindi molto acceso.

Visto il mio pasticcio, per l’ultima gara a Cremona ci siamo trovati io, Caffagni e Sansavini in un solo punto! Un finale molto romantico e combattuto. Caffagni però non ha preso parte alla gara perché sabato è caduto, quindi era un confronto tra me e Sansavini: chi arrivava davanti vinceva il campionato. Ci siamo riusciti noi, è stato bellissimo!

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    Te l’aspettavi o, visti i tre anni precedenti, “per scaramanzia” preferivi non pensarci?

    Era certo l’obiettivo, si cerca sempre di dare il massimo, sapendo che è sempre difficile. All’ultima gara però eravamo messi benissimo, i ragazzi sono stati bravissimi a mettermi la moto a posto. L’unica paura era quella di fallire con un pacchetto moto ottimale. Essere stati tutti così vicini alla fine però mi ha semplificato le cose dal punto di vista emozionale: dovevo “semplicemente” arrivare davanti all’altro, senza fare calcoli né ragionarci troppo. Sotto l’aspetto psicologico per me è stato più facile, dovevo dare il massimo e basta.

    Michael Ferrari, quali sono stati i primi pensieri una volta vinto il titolo?

    È stata una grandissima emozione! Corro in questa categoria dal 2019: per tre anni di fila ho chiuso il campionato in terza posizione, tranne nel 2022, quando mi sono infortunato la mano proprio all’inizio della stagione. Era impossibile non ripensare a tutto il percorso che mi aveva portato lì.

    Sempre con il team Bikers da Cordoli ed una Yamaha R6.

    La nostra “storia d’amore” si interrompe qui, cambio campionato e loro non mi potevano seguire. Ma lascio il cuore in questa squadra e devo tantissimo al team manager Michele Filippi. È stato un onore correre assieme a loro. Siamo cresciuti insieme, sia io come pilota che il team sul lato tecnico, ed è stupendo concludere questo percorso con la vittoria del campionato. Sono anni che ricorderò per sempre. Devo anche ringraziare il mio papà mi ha sempre seguito, passando nottate intere a prepararmi e ripararmi la moto. Senza il suo supporto sarebbe stato tutto molto più difficile! Ma devo ringraziare pure gli sponsor, che mi hanno reso sempre meno gravoso l’importante impegno economico. Anche loro sono cresciuti negli anni, permettendomi così di avere mezzi tecnici sempre migliori. È stato un percorso di crescita per tutti.

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    Michael Ferrari, facciamo un passo indietro: da dove inizia la tua “storia di moto”?

    Ho sempre amato questo sport, ma ho iniziato nel 2015. Avevo 22 anni e avevo aperto una mia attività di giardinaggio: con i primi risparmi sono riuscito a comprarmi una R6 di 18 anni e ho cominciato così a girare con gli amici. Giravo soprattutto a Franciacorta, ma sempre tenendo d’occhio i riferimenti cronometrici per migliorarmi. Le prime gare le ho fatte nel 2017, ho corso con il team Speedy Bike e una R6 nella Race Attack 600 del Motoestate. La prima era il 4° round dell’anno a Franciacorta e ho chiuso 4°, sfiorando il podio, poi ho fatto anche l’ultima di campionato a Varano e ho vinto.

    Niente male come esordio assoluto nelle corse!

    È stato davvero bellissimo! Erano anni che guardavo su Youtube le gare dei miei futuri avversari, mi era da stimolo per migliorarmi: ho atteso di essere pronto prima di inserirmi e fare davvero sul serio.

    Nel 2018 disputi la tua prima stagione completa di gare.

    Mi sono spostato nel Campionato Italiano Amatori 600 Pro, ma è stato un anno negativo, ho fatto molta fatica. È stata l’unica parentesi Honda, con un CBR, e ho avuto difficoltà anche per questo: era una moto con un’ottima preparazione, prometteva bene, ma non mi sono mai trovato.

    Michael Ferrari, dal 2019 parte la sfida in 600 Open nel Motoestate.

    Sono tornato alla Yamaha R6, è iniziata la storia d’amore con Bikers da Cordoli e mi sono impuntato sulla categoria, finché non vincevo non volevo cambiare! [risata] Abbiamo iniziato il 2019 con una bellissima vittoria sul bagnato a Varano, abbiamo poi chiuso terzi in campionato. Del 2020 mi ricordo soprattutto il 3° posto a Cervesina, dietro a due wild card quindi 1° di categoria, ma alla fine siamo arrivati ancora terzi. Il Tazio Nuvolari però mi piace tanto, sono andato sul podio anche nel 2021 dopo due belle gare. In campionato però abbiamo chiuso di nuovo terzi…

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    Moto e colori per le stagioni 2019-2020-2021

    Arriviamo alla difficile stagione 2022.

    Eravamo partiti con un bel test a Varano: con la mia R6 2010, la stessa che avevo dal 2019, ero andato fortissimo e avevo già fatto il mio record sul giro! Alla seconda uscita però l’ho combinata: terzo giro della mattina e faceva freddo, ma ero galvanizzato dal test precedente, troppo sicuro di me. L’ho pagata subito: mi sono fratturato la mano in tre punti.

    Michael Ferrari, come si gestisce una situazione del genere?

    È stata dura all’inizio, uno schiaffo sul piano psicologico. Non solo: la mano è stata immobilizzata per un mese, ma prima era stata trascurata per due settimane perché nella lastra a caldo non mi avevano visto niente. Facendo il giardiniere ho continuato a muovere la mano e si sono allungati i tempi. In seguito c’è stata anche qualche difficoltà nella riabilitazione per riprendere il movimento del polso. Alla fine ho saltato praticamente metà campionato. Appena sono risalito in sella però ho ritrovato la gioia di andare in moto, anzi è stato quasi un ritrovarmi.

    Il problema insomma è stato una motivazione extra.

    Sì, l’infortunio in un certo senso è stato una carica in più. In generale è stato un anno che mi ha insegnato molto, soprattutto a livello di gestione. Negli anni sono sempre caduto molto, una media di sei cadute all’anno, tranne nel 2023, eccezion fatta per una piccolissima scivolata. Sono maturato molto come costanza e precisione di guida, sono diventato più pulito e molto meno irruento. Poi con l’aumento degli sponsor ci siamo potuti permettere la R6 più aggiornata: sul piano tecnico è stato un aiuto.

    Michael Ferrari, quali sono i programmi per il 2024?

    Quest’anno andrò a fare la Dunlop Cup, correrò con una Triumph e torno in Speedy Bike Racing Team. Cambiano le piste, la moto e le gomme, avendo sempre usato Pirelli. Sarà una nuova sfida e sicuramente sarà un anno nel quale dovrò dare ancora il 100%. Mi piacerebbe anche fare una gara nel Motoestate, ma al momento è solo un’idea.

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