10 Gennaio 2024

Motoestate, che storia! Paolo Cristini, l’ultimo campione 1000 Stock

Paolo Cristini, 5° titolo in carriera nella 1000 Stock del Motoestate 2023. Ma conoscete tutta la sua storia? L'intervista.

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Nel Motoestate 2023 è arrivato il quinto titolo in carriera per Paolo Cristini. Originario di Nave (Brescia), 53 anni il prossimo 16 gennaio, s’è preso il trionfo nella 1000 Stock in sella alla sua BMW e con NTR Team. Un successo arrivato dopo un anno da dimenticare, ma che è stato una spinta per rifarsi ed infine portarsi a casa il titolo di una classe che quest’anno non ci sarà più. Si pensa però già al 2024… Tenendo d’occhio anche il figlio Matteo, pure lui pilota Motoestate ma in un’altra categoria.

Non solo: Cristini è un ex calciatore e per anni ha allenato i bambini del Brescia Calcio. Nella “vita normale”, da circa vent’anni lavora nel settore dell’automotive, con una sua azienda che si occupa di preparare le macchine per le concessionarie, mentre nelle moto ha anche la sua “scuola” di piloti nello stesso campionato. Infine, ha molto a cuore la collaborazione benefica con ABE, Associazione Bambino Emopatico. Volete saperne di più? Di seguito l’intervista in cui ci racconta la sua storia.

Paolo Cristini, nel 2023 sei diventato campione 1000 Stock.

Ripartivo da un 2022 che era andato veramente male: ho buttato via dei podi perché la moto si fermava a due giri dalla fine, non si sa come mai. Era veramente frustrante! L’anno scorso invece è stato esattamente l’opposto. Avevo sempre corso con Yamaha, finché non ho trovato un accordo con Dinamica, concessionaria BMW di Brescia. Hanno deciso di aiutarmi, mi hanno dato questa moto e me ne sono innamorato subito! Dopo tanti anni ho riprovato le Dunlop e mi sono trovato subito bene. Posso dire che è stato davvero un anno incredibile! Devo ringraziare tutte le persone che mi sono state vicino, da mia moglie che mi sostiene sempre agli sponsor a tutti ragazzi della squadra.

Uomo dai mille ruoli.

Corro nel Motoestate con il Team NTR, che mi asseconda in tutto e per tutto: si impegnano tantissimo per mettermi in condizione di fare bene. Parallelamente sono presidente del Motoclub Garage148, che accompagna alcuni piloti nel proprio percorso sempre nel Motoestate, mi piace fare un po’ da coach. Ho quindi il mio box in parte con i miei 5-6 pilotini che tengo d’occhio. Parlo con orgoglio del mio diversamente giovane di 73 anni, Eliseo La Rocca, che nel 2022 ha vinto la sua categoria nella RBF Cup e l’anno scorso l’ha persa per un punto! Ho poi anche altri piloti: Marco Fabbretti e Francesco Cortesi nella Race Attack 1000, Stefano Mosconi nella Race Attack 600 Challenge, il mio “avversario” Jari Remoto nella 1000 Stock, e ho collaborato anche con Edoardo Geninatti (RTK 1000 Challenge).

Ma segui anche un pilota “speciale”.

Per non farmi mancare niente accompagno anche mio figlio. Ha corso nella Race Attack 600 e quest’anno passerà alla 1000, sempre con BMW ed il team NTR. Mi piace molto perché viviamo il paddock insieme, dormiamo nel furgone insieme… Passiamo i weekend di gara insieme, l’anno scorso anche nella stessa struttura e quest’anno avremo due moto gemelle: potremo quindi confrontarci, viverla insieme. Sarà ancora più emozionante!

Paolo Cristini, non parliamo solo di motori, giusto? 

Mi fa piacere dirti che collaboro con un ente benefico: l’ABE, Associazione Bambino Emopatico. Quest’anno stato bello perché, nella festa di fine anno, siamo riusciti grazie ai miei sponsor a donare 10.500 euro. Per me è stato bellissimo, questa somma è servita per comprare un mezzo di trasporto. Dicono che è bello fare beneficenza senza dirlo, ma sono più per promuoverla, per far conoscere alla gente anche queste realtà e per capirne l’importanza. È importante dare una mano a queste associazioni, svolgono un lavoro incredibile e ne hanno davvero bisogno!

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    Tornando al Motoestate: nel 2024 diventa monogomma Pirelli, come vedi questo cambio?

    Col mio stile di guida sono un po’ “penalizzato” con Pirelli. Davanti ha una carcassa un po’ più morbida: quando freni forte a moto dritta e inserisci in curva la gomma si muove leggermente. Dunlop invece ha una carcassa molto più rigida, quindi hai più stabilità quando entri in curva più veloce, com’è nel mio stile di guida. Non ho quindi la stabilità e vado a perdere decimi. Con Pirelli, quando prendi in mano il gas, guadagni in uscita e fai un sacco di metri, cosa che con Dunlop non puoi fare. Questo è il risultato di comparazioni col mio compagno di box che, a parità di moto, usava le Pirelli. Io ero molto più veloce in entrata, ma quando lui prendeva in mano il gas se ne andava! Se devo dirti però quale gomma dà più gusto, una guida racing, ti direi la Pirelli. Con Dunlop invece devi sempre dargli un po’ del lei.

    Precisiamo meglio, quali sono state le moto della tua carriera?

    Ho iniziato con Yamaha, in seguito c’è stato BMW, con cui corro ancora. Tranne per una breve parentesi: nel 2010, l’anno dopo aver vinto la Dunlop Cup, ho provato a fare un altro percorso guidando una Honda. È stato un disastro: per dire, nel weekend a Franciacorta sono caduto quattro volte in due giorni, compreso il giro di allineamento della gara.

    Paolo Cristini, la Honda insomma non era la moto giusta.

    Parlando con uno sponsor di questa mia difficoltà s’è deciso di passare a BMW: la gara dopo siamo andati al Mugello e ho vinto subito! Purtroppo però era un anno nato storto… Nel weekend di Franciacorta ero primo, però mi hanno centrato e sono finito in ospedale in codice rosso. Lì è finita la stagione, ho avuto una degenza molto lunga: è stato complicato. Il nostro sport ti dà tanto, ma ti toglie anche tanto. È una cosa a cui non voglio pensare quando mio figlio è in pista, ma è difficile, anche perché ha preso tanta della mia aggressività. Io non mi tiro mai indietro in bagarre!

    Tuo figlio Matteo ha seguito la tua strada. Prima reazione, orgoglio o preoccupazione?

    Alla fine direi che è si è trattato di un percorso naturale. Gestivamo la struttura a Franciacorta facendo anche dei corsi, quindi mi confrontavo con lui con le pitbike. Lui si è dimostrato subito molto veloce, quindi è stato naturale portarlo a gareggiare. Avvicinarlo ai circuiti è stato anche un modo per non dargli la possibilità di comprarsi la moto per andare in strada, che reputo molto pericolosa. Certamente però la preoccupazione ci sarà per tutta la vita: quando lui gareggia, alla fine sono più stanco io di lui!

    Però è una soddisfazione vederlo in pista “assieme” a te, anche se in categorie diverse, giusto?

    È bellissimo anche vedere la sua crescita. Ti faccio un esempio: due anni fa a Varano e girava su tempi un secondo più alti della pole position e non capiva come mai. L’ho seguito e gli ho spiegato cosa faceva bene e dove perdeva, quindi come doveva fare. Mi ha ascoltato, l’ha messo subito in pratica e ha fatto la pole position! Da dire anche a 20 anni sono tutti degli scavezzacollo [risata].

    Paolo Cristini, facciamo però un passo indietro: da dove inizia la tua storia di moto?

    Sono sempre stato appassionato di moto, ma ho cominciato a correre 21 anni fa, nel 2003, praticamente quando è nato mio figlio. Prima però ero un calciatore: a 16 anni avrei dovuto firmare un contratto con una squadra professionistica, ma ho avuto un incidente in moto.

    “Colpa” delle moto quindi!

    Devo anche dire che ho avuto la fortuna di essere stato aiutato da un sacco di gente che mi ha dato una mano fin da quando ho iniziato e che mi ha permesso di non spendere mai per correre. Ho iniziato subito nella 1000 Open [ora Sound of Thunder, ndr] del Motoestate e nell’arco di qualche anno ho vinto tre trofei riservati alle moto di serie. Nel 2009 ho poi vinto la Dunlop Cup, quello del 2023 in Stock è il mio quinto trofeo. L’unica cosa che mi manca è quella a cui sono andato molto vicino nel 2019, la vittoria nella 1000 Open che ho perso per pochi punti. In una gara fatta a Varano, sotto l’acqua, ero primo fino all’ultimo giro. Ho sbagliato a leggere la tabella, ho visto +20 invece di +0.2, quindi col rivale attaccato che poi mi ha passato. Ho perso così quei 5 punti che mi avrebbero permesso di vincere il titolo.

    C’è quindi un conto aperto con la categoria.

    Quest’anno voglio fare bene nella Open, mi manca quel titolo e quest’anno voglio riprovarci! Non dico che vinco di sicuro, ogni stagione è una storia a sé. A volte sono stato protagonista solo al Centro Medico! [risata] Non voglio dire niente, parto con i toni più bassi possibili ma concentrato sull’obiettivo.

    Paolo Cristini, quali sono i programmi per il 2024?

    La 1000 Stock, che era gommata Dunlop, non ci sarà più. Tornerò a correre nella 1000 Open, sarò sempre con NTR Team: continua la collaborazione con quella che per noi è ormai una famiglia. Mi dà tanta carica, oltre ad essere un team di riferimento. Speriamo di riuscire a fare bene!

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