24 Ottobre 2023

Motociclismo e salute: rumore, il nemico invisibile

Il calo dell'udito è uno dei rischi del mestiere per chi lavora nel motociclismo, anche per i piloti stessi.

Motociclismo e rumore

Più le moto fanno rumore più ci si esalta. Inutile negarlo, gli appassionati di motociclismo amano “tutto quel bel casino” come cantavano i Finley. Vale per tutto il motorsport. Gli appassionati di F1 si sono scandalizzati all’introduzione delle power unit ibride, meno rumorose del motori plurifrazionati, a scarico libero, utilizzati in precedenza. Chi vive vicino agli autodromi si lamenta costantemente per l’inquinamento acustico, è sempre stato così e continuerà ad esserlo finché le moto elettriche non soppianteranno i motori a scoppio, se mai succederà. Ma quali sono realmente i rischi per la salute, non solo per gli abitanti, ma anche e soprattutto per chi lavora nel motociclismo?

Si tende quasi sempre a sottovalutarli. Solo nel Motomondiale tanti usano tappi per le orecchie e le cuffie, in Superbike soprattutto nei campionati nazionali questi dispositivi sono poco utilizzati. Certo, in MotoGP il limite è 130 decibel mentre in Superbike 115 dB e nel CIV SBK 105 dB quindi è normale che nel Motondiale non si riesca stare senza cuffie. Tuttavia anche il rumore generato dalle moto derivate di serie può fare gravi danni. Molti addetti ai lavori nei paddock lamentano dei cali dell’udito e chi si sottopone a dei controlli riscontra delle problematiche concrete.

I piloti però non vengono sottoposti a controlli audiometrici. Se a livello visivo, la FIM impone un’acuità visiva minima con entrambi gli occhi di 10/10, la licenza può essere rilasciata anche a chi ha problemi di udito purché non abbia ovviamente dei disturbi dell’equilibrio. A nessun pilota verrebbe in mente di sottoporsi spontaneamente a dei controlli. Nel motociclismo si prendono sotto gamba i rischi legati al rumore. Nelle quattro ruote c’è già stato il caso di un pilota che ha dovuto lasciare l’attività agonistica ed ha riportato un’invalidità permanente: il belga Wolfgang Reip che gareggiava nelle GT.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce il rumore superiore a 65 decibel come inquinamento acustico. Sopra i 100 dB si possono avere problemi seri come un calo permanente dell’udito ed altre gravi patologie quali l’acufene. Sarebbe opportuno usare sempre tappi e cuffie, anche nei campionati minori, o semplicemente cercare di adottare le misure necessarie per la riduzione del rumore. Ma in questo caso si sarebbe una sommossa popolare da parte degli appassionati old style.

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