30 Ottobre 2022

Valentino Rossi sale in cattedra: lezione di fisica su curve e highside

Valentino Rossi spiega come procede una moto in curva e descrive le varie cadute. La più pericolosa è l'highside in entrata.

Valentino Rossi

Valentino Rossi ha corso 26 stagioni nel Motomondiale, vinto 9 titoli iridati, disputato 423 GP, conquistato 115 vittorie (89 in MotoGP), salendo 235 volte sul podio (199 in classe regina). Pochi piloti possono vantare un’esperienza più longeva e un curriculum di simile portata, milioni i chilometri macinati in gara e allenamento su una moto. Ancora oggi il Dottore continua ad esercitarsi su pista e sterrato insieme agli allievi della VR46 Academy, per tenersi in forma e dare consigli utili ai suoi ragazzi impegnati nelle tre classi del Mondiale.

Valentino Rossi dà lezioni di fisica

In una recente intervista rilasciata ad Andrea Moccia su Geopop, nell’articolo “Come si curva in moto senza cadere? La fisica della moto spiegata da Valentino Rossi”, il pluricampione di Tavullia è salito in cattedra e ha dato alcune nozioni di teoria su percorrenza di curva e incidenti sulla moto. “Non cadiamo per merito delle gomme e delle moto, queste gomme sono incollate a terra. E’ una questione di quanta forza riesci a mettere nella gomma e quanto grip ti dà indietro. Queste sono gomme fatte per sopportare altissime sollecitazioni, sono molto dure. Quindi se vai piano sono anche pericolose, perché arrivi con le gomme fredde e alla prima frenata ti si chiude il davanti“.

Cosa succede quando si percorre una curva? Valentino Rossi prosegue la sua didattica: “La moto curva ma non sai perché (ride, ndr). Per entrare in curva verso destra, ad esempio, spingi con il manubrio all’interno, sterzi a sinistra ma la curva è a destra. Il manubrio sembra sempre dritto, ma la lieve forza verso sinistra consente di piegare. Moto che piega, sterzo girato dall’altra parte e la moto gira. Quando curvi la moto vorrebbe tornare su, il pilota deve essere bravo per contrastare questa forza che spinge verso l’esterno. I movimenti dei piloti influiscono notevolmente sul comportamento della moto”.

La differenza tra incidente e highside

Valentino Rossi riassume anche i vari tipi di caduta, allegando anche concetti di fisica nella sua spiegazione. “L’highside è la caduta più brutta, fa paura perché sei lanciato in alto. Ci sono due tipi di cadute. O si chiude il davanti, ma sei talmente piegato e quindi sei già giù, quasi sdraiato a 30 cm dall’asfalto con la testa… Se vai forte il problema è ruzzolare nella ghiaia o sbattere in qualche parte o la moto stessa, perché pesa 160-170 kg, lanciata a 200 all’ora, è una bomba potenziale. Ma di solito la moto va dal tuo verso e pensando più di te accelera e si allontana“.

Due tipi di highside

Si cade anche per una mancanza di aderenza al posteriore, in questo caso ci troviamo davanti ad un highside. Valentino Rossi li divide in due generi: in entrata o in accelerazione. “Gli highside in accelerazione adesso sono rari, perché ci sono sistemi elettronici come il traction control… Sei tutto piegato, apri troppo il gas, sgomma troppo e scivola dietro. Quando la moto è scivolata poi riprende aderenza. E’ il mix fra troppo piega e troppo gas… Se sei troppo piegato e dai troppo gas la moto scivola dietro, di istinto chiudi il gas, ma l’ammortizzatore ti rilancia come una molla. La moto riprende grip, si schiaccia e ti catapulta“.

Nella MotoGP di oggi sono invece più frequenti gli highside in entrata. “Quando rallenti e vai sul bordo della gomma, mentre vai troppo forte, la moto scivola e sei già con il gas chiuso. E’ ciò che mi è capitato quando mi sono fatto male al Mugello, alla Biondetti, una curva che si fa a 180 km/h. In questi casi la parabola del pilota è più alta, a palombella, e l’asfalto è un bel po’ duro“.

Valentino Rossi e l’ultimo istante…

Infine Valentino Rossi prova a descrivere quelle frazioni di secondo in cui un pilota capisce di essere vicino all’impatto con il suolo. “Fino all’ultimo hai la sensazione di poter evitare la caduta, quando ormai sei caduto hai ancora qualche decimo che ci credi. Quando ti dà la sventola c’è un momento di volo e dici “ora mi faccio male, vediamo come atterro”. Se si apre la visiera – conclude il campione di Tavullia – la caduta è tosta“.

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