30 Aprile 2020

Matteo Ferrari: “Il primo titolo mondiale ha sempre un sapore speciale”

Matteo Ferrari si prepara alla difesa del titolo MotoE 2019. E sdrammatizza: "Inizio di stagione tardivo? L'anno scorso è andata benissimo!"

matteo ferrari motoe

Matteo Ferrari al via per la seconda stagione MotoE da campione della categoria. Quando si partirà, ma il pilota del team Trentino Gresini è carico dopo un’annata d’esordio vissuta da protagonista. Ora si vive lo stop forzato, in attesa di capire quando e come inizierà il campionato, ma l’emozione della prima corona iridata rimane, così come la determinazione a difenderla da rivali agguerriti e volti nuovi della categoria elettrica. “Dopo il primo mondiale, sarà una nuova sfida per me.”

Il 4 maggio qualcosa cambierà per gli atleti, che potranno uscire un po’ di più, pur con le dovute precauzioni. “Sarà bellissimo anche solo fare una corsa dopo due mesi a casa” ha raccontato Ferrari nel corso di una chat social con Fausto Gresini. “Manca l’aria aperta, sicuramente ci divertiremo di più. Adesso non possiamo allenarci come prima perché non abbiamo un obiettivo preciso, ma dobbiamo rimanere concentrati. Certo è che la MotoE non ti dà la possibilità di girare tanto, ma mi sono allenato in questa prospettiva. Bisogna farsi trovare pronti. Siamo rimasti tutti a casa, nessuno è più andato in moto: chi si adatterà per primo farà la differenza.”

Da ricordare che il paddock MotoE ha potuto disputare i primi test della nuova stagione ad inizio marzo. Un primo assaggio di quella che sarà la seconda annata elettrica. “C’è sempre tanto sviluppo. Hanno portato alcuni nuovi dettagli che ci hanno già permesso di fare un buon passo avanti. A Jerez abbiamo girato in 1:47, quindi non proprio piano [1.5 secondi più rapidi rispetto ai test 2019, ndr]. Abbiamo provato anche le nuove gomme: bisogna lavorare sulla durata, ma il profilo più largo è stato apprezzato da tutti. Energica, Michelin e tutti i team si stanno impegnando tanto per competere ad alto livello.”

Un aspetto da non dimenticare: il coprigas. Parliamo di una caratterista che nelle moto classiche non esiste, una specie di ‘ripartenza’ quando devi fermare la moto. “Ci ho messo un po’ a capirla” ha ammesso Ferrari. “Nella gara in Austria in particolare ho perso il podio finendo lungo per questo motivo. In staccata ho frenato forte, mi si è alzato un po’ il posteriore e la gomma si è bloccata. Il freno motore dell’elettrico è progressivo, se non ha tanto carico si potrebbe bloccare. Se non dai un colpettino di gas non smette più. Sembra anormale, ma ci fai presto l’abitudine ed è anche divertente.”

Matteo Ferrari anche quest’anno continua ad essere parte di un progetto innovativo. “Io sono stato uno dei primi a firmare. Era tutto nuovo, non avevi un’idea precisa, ma ci ho creduto tanto fin da subito. Ciò che mi ha aiutato a vincere è stato il fatto di andare un passo alla volta, col costante supporto della squadra.” Fondamentali soprattutto le due vittorie a Misano, che hanno dato una svolta alla sua stagione. “A Valencia chiaramente c’era tanta tensione” ha ricordato. “Il margine sui rivali era minimo, bisognava gestire la situazione al meglio senza fare errori.” Alla fine ecco il primo titolo a livello mondiale. “Ci avrei messo la firma!”

“Da quando sei piccolo punti ad arrivare nel Motomondiale ed a vincere un campionato. Quando il sogno si realizza è sempre bellissimo. Questo poi ha un sapore diverso perché è il primo di una nuova categoria. È qualcosa che decisamente lascia il segno!” Ma, come detto, ci vorrà un po’ per cominciare a difendere il titolo. Stagione che inizia nuovamente in ritardo: ricordiamo nel 2019 il grande incendio a Jerez. Il campione MotoE cerca di sdrammatizzare: “Può essere una cosa positiva, l’anno scorso è andata benissimo! Se serve, ottimo ritardare anche quest’anno! Scherzi a parte, speriamo che il prossimo sia un campionato intero. Per il momento ci adeguiamo.”

Rispondendo ad una domanda dei fan, Ferrari parla dentro il casco? “Sì, qualche volta capita” ha dichiarato. “Ci sta quando esulti per una gara, ma anche in altre circostanze…” E se non avesse fatto il pilota? La risposta può sorprendere. “Sicuramente sarei rimasto in ambito sportivo, mi piace la competizione.” Ma non nello sport che ci si aspetterebbe. “Devo dire che mi sarebbe piaciuto giocare a basket. Ultimamente sto guardando tantissimo il campionato NBA, regala tanta adrenalina. Chissà, magari ci penso!”

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