5 Ottobre 2017

“Le Iene” contro le gare minimoto: Ma io sto con gli ippopotami

La popolare trasmissione televisiva presenta il movimento delle minimoto come un pericoloso circo da tamarri di periferia. E la Federmoto (giustamente) s'incazza

L’antefatto: il 3 ottobre scorso la fortunata trasmissione televisiva “Le Iene” manda in onda un servizio intitolato “Baby Fast&Furious”. Il servizio, della durata di 10 minuti, vuole togliere il velo, secondo lo stile della trasmissione, sulla porta di ingresso al motociclismo sportivo: le minimoto.

LUOGHI COMUNI – L’abile montaggio esclude completamente la cronaca di gara per concentrarsi quasi esclusivamente sull’aspetto a latere del fenomeno baby-boomers a due ruote. Assistiamo così ad una sequenza di luoghi comuni tristi e frustri, conditi dal vernacolo di provincia, fino al climax di un pilota greco che lascia il circuito in barella. Per la cronaca: il piccolo centauro, intervistato assieme al padre, non  si è fatto nulla e il broncio con cui affronta il giornalista mette più paura delle immagini della caduta.

FEDERMOTO  – Il servizio fa arrabbiare la Federazione Motociclistica Italiana, che dirama una breve nota in cui  prende apertamente le distanze da quanto andato in onda durante “Le Iene”. Il presidente Copioli evidenzia l’importanza delle minimoto come categoria d’accesso al motorsport motociclistico e ringrazia tutte le persone coinvoltenell’organizzazione dei campionati seguiti direttamente dalla FMI.

MA DOVE?  – Qualcosa si può sottolineare: nel servizio, non si accenna mai né al dove, né al quando. Gli spettatori non hanno nessuna informazione circa il luogo e la data di svolgimento della corsa. Vedono solo una carrellata di personaggi pittoreschi, improbabili, dai genitori assatanati ai bambini ignorantelli e competitivi. La scena della caduta del pilota greco e la tendenziosità delle parole del commentatore, che sembrano voler fare apparire una gara di minimoto come un crudele show must go on circense, possono indurre a conclusioni affrettate. Le immagini sono infarcite di citazioni che richiamano i grandi campioni del motociclismo come esempi da evitare per i ragazzi. La Federazione ha fatto bene a puntare i piedi, difendendo i tanti che, a vario titolo, si impegnano nei campionati minimoto.

E IL CALCIO? – Il pericolo di generalizzare è sempre dietro l’angolo: basta andare a vedere una partitella di calcio di bambini in un campo di periferia per vedere sugli spalti genitori più scalmanati dei figli, oppure basta entrare in un’aula delle elementari per sentire come parlano i nostri figli, vergognandosene. Il motociclismo, a conti fatti, non tiene i ragazzi più lontani dai libri di quanto non faccia qualsiasi altro sport ad alto livello. Le minimoto, qualsiasi cosa se ne possa pensare, non sono più competitive di un concorso di bellezza per bambine. Il ragazzino che viene portato via in barella, che per “Le Iene” diventa simbolo di pericolosità, per chi segue il motociclismo è solo l’indice di quanto sia diventata professionale l’assistenza in circuito sin dai campionati minori. Prima di tutto la sicurezza del pilota, poi le verifiche mediche. Dipingere una gara di minimoto come un truculento show da tamarri di periferia, oltre che riduttivo, diventa pericoloso: per il buon giornalismo.

La risposta ufficiale del presidente Giovanni Copioli

MiniMoto: ecco chi sono i baby campioni italiani

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