30 Agosto 2014

Tom Sykes, chiedigli tu di correre le due gare scomparse

Caro Tom Sykes, la tua Kawasaki non ha voluto che si recuperassero  le due gare scomparse per la cancellazione del Sud Africa. La squadra ti ha fatto un dispetto enorme: adesso gli inseguitori Guintoli, Rea e Baz oltre ad Aprilia e Honda diranno che è un Mondiale deciso a tavolino. Hanno ragione, perchè con 50 […]

Caro Tom Sykes,

la tua Kawasaki non ha voluto che si recuperassero  le due gare scomparse per la cancellazione del Sud Africa. La squadra ti ha fatto un dispetto enorme: adesso gli inseguitori Guintoli, Rea e Baz oltre ad Aprilia e Honda diranno che è un Mondiale deciso a tavolino. Hanno ragione, perchè con 50 punti in meno le loro speranze di rimonta sono ridotte al lumicino e il tuo secondo titolo ne uscirà offuscato.   E’ un tragico errore che solo tu puoi rimediare: chiama la Dorna e la Federmoto ed esortali a mettere in programma la terza gara a Magny Cours e Losail. Pensa che bello se una volta tanto, invece delle Case, i politici o gli organizzatori, fossero i piloti a decidere. Anzi, il numero uno.

Tom Sykes, 29 anni, è campione del Mondo e leader 2014.

CHE BOIATA – La Kawasaki ha commesso un gravissimo errore di valutazione, ma si può capire. La stretegia di Case e Team è in mano a uomini d’affari, ingegneri o impiegati che non  decidono col cuore. Il loro orizzonte arriva alla soglia del box, mica oltre. Tom, hai 44 punti di vantaggio su Guintoli e 64 su Rea: che restino 150 punti o 200 cambia pochissimo. Sei stato il più veloce dall’inizio, la tua ZX-10R vola: hai vinto otto gare contro due di Guintoli e quattro di Rea. A questo punto solo un gigantesco colpo di sfortuna può tradirti. Immagino che la Kawasaki avrà pensato che  con due gare in meno diminuisce il rischio di perderlo.  Ma mica è vero, perchè chiunque abbia una minima esperienza di corse sa che per perdere un Mondiale già vinto basta una curva presa male o un motore che si rompe.  Può succedere in sei gare come in otto. Comunque la vedi, non ha senso rovinare il Mondiale per un semplice calcolo di bottega. Per altro sbagliato.

TRAGICO ERRORE – Il popolo Superbike si è schierato compatto contro una decisione che la Superbike Commission  avrebbe dovuto prendere da sola e che invece ha  pilatescamente messo in mano alle Case. Come hanno potuto? Adesso solo tu puoi rimettere le cose a posto. Io, Tom Sykes, le voglio correre tutte, senza sconti. Vi aspetto là dentro, perchè sono il numero uno e non ho paura di due gare in più”. Sarebbe un gesto da capobranco. Verresti ricordato per sempre come il fuoriclasse che ha battuto gli avversari e  i tristi interessi di bottega. Avresti già vinto il tuo Mondiale prima di correrlo.

TOM MISTER CORAGGIO – La Superbike sta diventando il campionato dei ragionieri e dei giochini strani. Tu puoi farla tornare ad essere il campionato degli uomini veri. Pensa al passato e rifletti. Troy Bayliss è stato il più grande non per i tre Mondiali conquistati ma perchè una volta, a Donington, entrò in infermeria con il mignolo ciondoloni urlando  che glielo tagliassero: voleva la rivincita,  due ore dopo. Quell’anno, il 2007, Troy non ce la fece ma entrò nella leggenda delle corse.  Giancarlo Falappa non corre da 20 anni e  nel paddock firma più autografi di voi campioni di oggi.  Sai perchè?  Lui  era uno che vinceva anche quando non serviva: una volta a Zeltweg ci rimise due femori per giocarsi una banale Superpole. E il tuo connazionale Carl Fogarty? A fine ’95, al massimo della gloria, disse ciao alla Ducati dominatrice e andò in Honda per dimostrare che vinceva il pilota, non la moto. Ebbe torto, ma che coraggio!

SALVACI – Ecco, alla Superbike di oggi manca proprio questo: un pilota che decida di giocarsi tutto, senza calcoli e senza rete. Un campione che riesca a incendiare  milioni di cuori non per una traiettoria al millimetro, ma per una scelta fuori dalla righe.  Superbike una volta era un modo di vivere, l’esaltazione del coraggio e il desiderio di andare oltre la follia. Abbiamo perso la magia, ma in un minuto può tornare. Tom, per favore, alza il telefono e rimetti le cose a posto. Di Mondiali in palio ce ne sono tanti, il Mito bussa solo una volta.

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1 commento

  1. Pito28 ha detto:

    Caro Paolo Gozzi,
    tanti dicono io sia un pilota vero, generoso, capace, vincente. Ma non scemo. Potrei risponderti che tutti i miei avversari sapevano della volatilità del calendario e non hanno fatto abbastanza; ergo inutile piangere sul latte versato. In realtà negli annali rimane scritto il nome del vincitore: il popolo della SBK cambierà, perchè chi gestisce il gioco dice che senza “l’uomo della strada” il giocattolo non si regge. Non ci saranno più i Falappa. Si ricorderà solo chi vince.
    Abbiamo rovinato tutto ed il comportamento del mio team non fa una piega. Ed io non penso di avere il diritto di andare contro la decisione legittima di Kawasaki.
    Il problema non è chi fa bene il proprio mestiere. Sono quelli che non sanno fare il loro. O meglio sono incapaci di farlo poichè pensano solo ai soldi.

    P.S.: ma se, come scrivi, per perdere un mondiale basta una curva e 6 gare o 8 è la stessa cosa, perchè dovrei chiamare Dorna?
    P.P.S.: una grattatina ci sta tutta!