31 Gennaio 2014

Marco Melandri, la strada verso il Mondiale è piena di ostacoli

“Torno in Aprilia per vincere!”. Marco Melandri è carico e non si nasconde: adesso che ha messo le mani sulla RSV4 regina Superbike l’obbiettivo è conquistare il titolo soltanto sfiorato con Yamaha e Bmw. Tutti, o quasi, lo danno per favorito. In realtà la sfida che parte il 23 febbraio dall’Australia è piena di rischi […]

Torno in Aprilia per vincere!”. Marco Melandri è carico e non si nasconde: adesso che ha messo le mani sulla RSV4 regina Superbike l’obbiettivo è conquistare il titolo soltanto sfiorato con Yamaha e Bmw. Tutti, o quasi, lo danno per favorito. In realtà la sfida che parte il 23 febbraio dall’Australia è piena di rischi e la vittoria di Marco è tutt’altro che scontata. Vediamo perchè.

Marco Melandri con l’Aprilia RSV4 nei test precampionato (AlexPhoto)

REGOLAMENTO – L’Aprilia ha vinto cinque Mondiali nelle ultime quattro stagioni: due con Max Biaggi (2010 e 2012) e tre Costruttori: 2010, 2012 e 2013. Anno scorso Eugene Laverty e Sylvain Guintoli non sono riusciti ad arginare Tom Sykes, pupillo Kawasaki,  ma hanno collezionato dieci successi: nove l’irlandese e uno il francese. Melandri però guiderà una moto diversa perchè il regolamento tecnico 2014 introduce parecchie novità. La più importante è il contingentamento dei motori, solo otto per quattordici GP di due manche. Prima non c’era limite e  proprio l’Aprilia era quella che ne utilizzava di più, anche una quindicina a stagione. I tecnici di Noale hanno modificato i particolari più a rischio, come le molle valvola, e sostengono che non ci saranno problemi di affidabilità grazie all’esperienza maturata in MotoGP con la ART (Aprilia Racing Technology). Alex Espargaro, il pilota di punta, ha disputato 18 GP con otto propulsori, più un nono punzonato nella gara finale di Valencia per sperimentare le evoluzioni 2014.

LIMITAZIONI – L’Aprilia dovrà montare anche l’airbox di serie che differisce da quello utilizzato nella versione SBK per inferiore capacità e differente materiale di costruzione. Ci sono poi limitazioni al cambio e l’obbligo di usare sospensioni e freni a prezzo imposto,  cioè meno evoluti dei componenti del passato. Esempio: la forcella 2013 costava da sola 100 mila €, quest’anno il pacchetto completo (forcella e ammortizzatore) non deve superare i 15 mila €. Anche su questo versante il messaggio dei tecnici è tranquillizzante. Melandri però non è stato il più veloce in nessuna delle quattro uscite: Jerez, Aragon, di nuovo Jerez e infine Portimao. Inoltre non ha ancora simulato la distanza di gara, quindi non c’è riscontro sul rendimento e consumo delle gomme coi nuovi particolari.

Nel 2013 Melandri si è dovuto operare di nuovo alla spalla destra

AVVERSARI – Nel precampionato Tom Sykes è stato ancora imprendibile: è ancora lui il pilota da battere. Ma potrebbero anche spuntare insidie che Melandri non si aspetta. Come Alex Lowes che nell’ultima uscita ha stracciato tutti girando sei decimi meglio di Marco: il 23enne britannico, al debutto in SBK, non aveva mai visto Portimao ed era appena la terza uscita con la Suzuki GSX-R. Con la stessa moto correrà anche Eugene Laverty, che è viceiridato in carica: Melandri ci ha fatto i conti già ai tempi della Yamaha (bilancio 4-2), nel 2013 però è finita 3-9 per l’irlandese. Può diventare un brutto cliente anche Jonathan Rea, se la Honda sarà all’altezza. Da decifrare il potenziale Ducati, che i piloti stavolta li ha: Chaz Davies (anno scorso 3-3 contro Melandri a parità di moto BMW) e Davide Giugliano hanno talento e fame.

FISICO – Il punto di domanda più grosso è legato alla condizione fisica. Nel 2013 Marco si è operato alla spalla destra subito dopo il GP d’Australia, poi a fine stagione ha rivelato di aver sofferto di mononucleosi (una malattia fortemente debilitante) nella parte centrale del campionato. Alla vigilia dell’ultima gara in un incidente domestico si è ferito gravemente la caviglia destra, la stessa che aveva subito due importanti fratture nella terribile scivolata durante le prove di Suzuka 2003, quando correva con la Yamaha MotoGP. Anche lì c’è stato bisogno di intervenire chirurgicamente. Nel precampionato l’arto non ha dato problemi ma è da verificare la tenuta sulla doppia distanza di gara. Tra l’altro quest’anno l’intervallo è stato accorciato: la prima manche australiana finirà alle 12.45 locali, il giro d’allineamento per la seconda partenza sarà alle 14.20 e il via venti minuti dopo.

Le vacanze sono finite: Marco Melandri con la compagna Manuela Raffaetà

CONDIZIONE MENTALE – Nei due anni Bmw Melandri non è stato una roccia. Nel 2012 era balzato al comando nel round di Mosca, quando mancavano solo tre GP alla fine, ma nei due successivi (Nurburgring e Portimao) non incamerò neanche un punto (su 100!) scivolando tre volte di fila e saltando gara2 in Portogallo per infortunio. Errori a ripetizione che spianarono la strada al rivale Biaggi. Anno scorso è andato forte nella parte centrale del campionato (vittorie a Monza, Portimao e Mosca), poi ha mollato dopo aver appreso che i tedeschi avrebbero  chiuso il team ufficiale. Melandri ha bisogno di sentire la squadra molto vicina, di essere coccolato e incoraggiato, anche nelle piccole cose. Nel biennio 2001-2002 in 250 Marco in Aprilia  trovò tutto quello di cui aveva bisogno, dominando la scena. Ma adesso uomini e dinamiche sono diverse. E’ un ritorno, ma è come se fosse una prima volta. Melandri ha moto e talento per vincere il titolo, ma   la  storia è ancora tutta da scrivere.

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