3 Aprile 2010

MotoGP: Houseworth parla di Ben Spies e del campionato

In riferimento alla stagione ormai alle porte

Dietro un gran pilota c’è sempre un gran capo-meccanico. Tom Houseworth, capo squadra di Ben Spies dal 2003 quando il texano cominciò la sua avventura in AMA Superbike, è un tassello preziosissimo nel percorso già pieno di successi del campione in carica del mondiale Superbike, approdato al termine della stagione scorsa nel team Monster Energy Yamaha Tech3 col quale parteciperà quest’anno al mondiale prototipi nella classe regina, la MotoGP.

Nonostante i tre titoli Superbike ottenuti oltre oceano e l’iride conquistato lo scorso anno nel mondiale, al primo tentativo, Houseworth è estremamente convinto, così come il suo assistito, che in MotoGP non sarà tutto così facile come è risultato in passato.

“Siamo al livello più alto. Qui ci sono i piloti più veloci del pianeta”, afferma Tom Houseworth intervistato da SpeedTV.com. “Ci sono tanti piloti veloci in MotoGP partendo dal primo fino all’ultimo, quindi la questione di andare a punti è abbastanza realistica. Questo è ciò che ci proponiamo di fare, non siamo arrivati qui convinti di poter fare qualcosa di simile rispetto allo scorso anno. Credo che la prima cosa da fare sia quella di battere il proprio compagno di squadra”.

Nonostante i più che positivi risultati di “Texas Terror” di questo inverno, Houseworth è convinto che la strada per l’adattamento completo del giovane americano alle 800cc sia ancora lunga: “Sta prendendo il suo tempo per abituarsi alla MotoGP. Entra troppo pinzato in curva, non puoi guidare in questa maniera e lui lo sa, ma gli serve un po’ di tempo per adattarsi. Una volta che prenderà uno stile che gli permetta di aprire il gas prima e di essere più veloce in curva, penso che non andrà male. Per adesso sta soltanto provando a modificare il suo approccio a questo stile di guida.”

“House” dice la sua anche riguardo ad un ambito maggiormente riferibile al proprio compito all’interno del team, ovvero al diverso metodo di messa a punto di una MotoGP rispetto alle Superbike:

“E’ tutta una questione di precisione, i piccoli cambiamenti sono quelli che la fanno andare. Le grosse modifiche che abbiamo utilizzato in passato in Superbike, possono rendere la moto impossibile da guidare. Se si adottasse un metodo analogo, si rischierebbe di finire ad un punto al quale non vorresti arrivare. I meccanici sono stati chiari e mi hanno messo subito in quest’ottica, la moto è la loro, e io ho solo provato ad ascoltare ed imparare il più possibile.”

Valerio Piccini

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