29 Marzo 2020

Andrea Dovizioso: “In MotoGP più di 10 piloti da top 5”

Andrea Dovizioso parla della sua quotidianità e della sua visione 'reale' della vita. E sul momento attuale: "Quando la situazione sarà migliorata, penseremo alle gare."

MotoGP Andrea Dovizioso

“Mi ritengo una persona normale, più conscia di certe realtà.” Bastano queste parole per descrivere il pilota MotoGP Andrea Dovizioso. Un ragazzo poco incline a finire sempre sotto i riflettori, che diffida dei comportamenti superficiali. Un messaggio che lancia anche attraverso il suo molto apprezzato documentario “Undaunted” e che ribadisce ogni volta che ne ha la possibilità. Ora, come tutti, è fermo in casa, ma quando partirà il Mondiale?

“Non ha senso pensarci adesso” ha detto Andrea Dovizioso nella sua prima intervista social, realizzata con La Gazzetta dello Sport. “Nessuno può saperlo vista la situazione. Per me prima di giugno/luglio non faremo niente.” Nel frattempo come si occupa il tempo? “Ci si allena. Avendo sempre una stagione MotoGP molto piena bisogna organizzarsi per arrivare al meglio in gara.” E poi? “Per fortuna avevo tante cose da sistemare in casa e nel capannone!” ha scherzato. “Io non ho la ‘passione’ di riordinare, è più di Alessandra [la sua compagna, ndr], che mi ha aiutato tanto.” Cucina? “Non ci so fare, ci pensa Alessandra.”

Spazio anche per qualche commento sul suo documentario “Andrea Dovizioso: Undaunted”. In risalto vari aspetti di una personalità come detto poco incline ad essere sempre sotto i riflettori. L’obiettivo però era mostrare la realtà della vita di un atleta professionista come lui. “Volevo mostrare questo aspetto alle persone, tramite gli allenamenti e quello che succede in gara. Far vedere tutto questo non mi disturba, così come quando si tratta di mostrare il lavoro nel box. Se qualcuno mi batte in pista è solo perché è stato più bravo di me.” Come si definisce? “Una persona normale, più conscia di certe realtà.”

La parola che ricorre spesso è appunto quest’ultima. “Odio la superficialità, la ‘fuffa’, come la chiamo io. Non mi piace per niente chi vive in modo superficiale, o quelli che mostrano ciò che fanno senza un senso. Sentirsi ‘potente’ perché sei al centro dell’attenzione dura solo finché corri, poi le cose cambiano. Esserne consapevoli ti porta a comportarti in modo diverso ed a distinguerti da piloti che magari si sentono più ‘fighi’.” “Preferisco gli aspetti concreti” ha precisato. “Per esempio mi piace studiare la tecnica. Ogni pilota ha le sue caratteristiche ed a me piace molto scoprire come fanno altri ad arrivare ad un certo risultato.”

In evidenza anche una sua grande passione, il motocross. Ne esce un confronto con la MotoGP. “Lo vivo in modo diverso anche a livello mentale perché non si tratta di un ‘obbligo’. Nel Mondiale invece è tutto estremizzato e ti toglie un po’ anche il bello della cosa: c’è molto più stress. I dati che raccogli quindi sono diversi, perché cambiano le condizioni.” Un commento poi sul livello nel Motomondiale. “Ci sono una decina di piloti, o anche di più, che possono chiudere tra i primi 5 in classifica iridata. I risultati però dipendono sempre da tanti fattori diversi. Ce la fa chi riesce a gestire tutto nel migliore dei modi.”

Un aiuto arriva anche dal suo manager Simone Battistella. “Ha grande esperienza nel mondo dei motori, ma non è mai stato un pilota. Il suo diverso punto di vista però mi serve per ragionare. Nessuno riesce a vedere sempre le cose nel modo giusto, avere qualcuno vicino con un’idea così differente dalla tua è davvero importante.” Oggi ci sarà la prima MotoGP Virtual Race, ma Dovizioso non sarà tra i protagonisti. “Usavo i videogiochi da bambino, poi ho staccato. Mi sembrava che mi togliesse tempo per fare altre cose più importanti. Saranno 10/15 anni che non gioco, non ho neanche la playstation a casa.”

Andrea Dovizioso chiude infine con un messaggio che vuole essere una speranza in una situazione attuale piuttosto difficile. “Spero che si ricominci a correre a giugno, ma ho paura che non succederà… Quello che mi auguro però in particolare è che le condizioni in Italia migliorino, in modo da tornare a fare una vita più o meno normale. Alle gare ci penseremo una volta raggiunta questa situazione.”

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