27 Luglio 2023

Moto2, Hector Faubel “Aldeguer ha solo 18 anni, deve ancora esplodere”

Hector Faubel parla del 2023 del suo pilota Fermin Aldeguer, ma non manca anche un commento sulla MotoGP. L'intervista.

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di Alberto Cercos Garcia/motosan.es

Uno dei tandem più importanti nel Mondiale Moto2 è formato da Hector Faubel e Fermin Aldeguer. Manager e pilota hanno una relazione molto stretta che va oltre il lato sportivo. La stagione del murciano è in costante crescita, come dimostra il miglior risultato ottenuto ad Assen. Il lavoro di Faubel è chiaro: aiuto mentale, consigli, fiducia. L’ex pilota valenciano ha raccontato qual è il suo ruolo, approfittandone anche per parlare di attualità sia in classe intermedia che in MotoGP, toccando anche Honda, Marc Marquez o Pedro Acosta.

Iniziamo dal momento attuale. Cosa dici ad un pilota prima di affrontare cinque settimane di pausa? Quanto può condizionare mentalmente?

Queste cinque settimane si dividono in due parti. Nelle prime due stacchi totalmente: stai con gli amici, la famiglia, segui i tuoi hobby, ecc. Si alterna comunque un po’ di allenamento fisico per non perdere la forma, dalla terza settimana si ricomincia anche con la moto. Ora siamo di nuovo vicini alle gare e aggiungiamo anche il lavoro mentale. In vacanza Fermin non ha parlato molto di moto. Sono saturi, preferiscono qualsiasi domanda a qualcosa di moto.

Il 2023 è l’anno più difficile per tutti i piloti del Mondiale, ci sono tante gare. Lato fisico o mentale, qual è il più importante?

Per me sono importanti entrambi. Ma se dobbiamo parlare di differenze rispetto ad altri sport, il motociclismo è individuale e molto mentale. L’aspetto emotivo del pilota è base per il suo rendimento, quindi se devo sceglierne uno dico il lato mentale.

Dopo 8 GP, in cui è successo praticamente di tutto, come valuti il lavoro di Fermin Aldeguer?

Quest’anno sto vedendo un Fermin che mi piace, che entra in pista senza titubare, sempre per primo, sfruttando al massimo il tempo in pista. È anche vero che tra la scorsa stagione e quest’anno sono successe tante cose che avrebbero potuto essergli più favorevoli, mentre invece è stato il contrario. Siamo sicuri che questo cambierà, non puoi essere sempre sfortunato. Il lavoro è notevole, ma ci sono aspetti su cui migliorare.

Ad Assen Aldeguer ha ottenuto il miglior piazzamento stagionale. Può essere il punto di svolta? Qual è l’obiettivo della seconda parte di stagione?

Già ad Austin ha sfiorato il podio, ma lui e Canet si sono dati fastidio, avrebbero potuto chiudere 3° e 4°. Lottare per il podio ad Assen è stato fantastico, un bel modo per andare in pausa. Ma sono convinto che debba ancora esplodere: non dimentichiamo che ha compiuto 18 anni di recente, quindi bisogna avere pazienza. Tutti vogliono che vinca in Moto2, che per me è la categoria più difficile del Mondiale. L’obiettivo rimane sempre lo stesso: continuare a lavorare ed a imparare, per diventare un pilota ed una persona migliore.

Tony Arbolino, Pedro Acosta, Alonso Lopez, Jake Dixon, Aron Canet, Celestino Vietti, lo stesso Aldeguer. È il Mondiale più combattuto degli ultimi anni?

La Moto2 è una categoria di alto livello. Ci possono essere i migliori piloti in MotoGP, però non così bravi e con tanta voglia di vincere e di passare in MotoGP… Credo la Moto2 abbia un livello più alto.

Sembra però un testa a testa solo tra Arbolino ed Acosta. Credi che sarà così? Chi vedi come favorito?

Da quello che si vede è così, è un discorso tra di loro. Quando sei leader tutto pesa un po’ di più, è quello che sembra stia succedendo ad Arbolino. Al momento è davanti e chi deve rincorrere è Acosta. Ci sono ancora tantissimi punti in ballo, tante gare da fare, quindi dobbiamo aspettare ancora un po’ per vedere cosa succede. Tutto può cambiare.”

Molti passeranno in MotoGP nel 2024, sarà il momento per Aldeguer per un passo avanti? Ha il potenziale per vincere un Mondiale in breve tempo?

L’anno prossimo non credo salgano in tanti… Non ci sono posti e penso che massimo tre piloti passeranno in MotoGP. Certamente Fermin ha tutto il potenziale necessario per diventare campione, non ho dubbi, ma bisogna avere pazienza e testa. Tante persone senza nessuna conoscenza di moto parlano di un ragazzo che non è passato per la Moto3, che lotta con campioni e vice-campioni del mondo, ed anche così riesce ad avere ragione di alcuni di loro. Il lavoro si vedrà.

Forse nel 2022 Aldeguer è stato messo troppo sotto pressione, si è notato nel box?

Nessuno ci ha messo pressione. È vero che la stampa e chi ci stava attorno credeva che arrivassimo e vincessimo tutte le gare. Io ho sempre detto che non era facile, che sarebbe stato complicato. A Fermin nessuno ha messo pressione, l’ha detto tante volte: è lui stesso che si mette pressione perché vuole fare sempre meglio, come qualunque sportivo di alto livello.

Come in ogni sport, è difficile vincere. Come manager, come prepari un pilota quando non raggiunge quest’obiettivo? È importante saper vincere e saper perdere?

Faccio da manager, da coach, un po’ di tutto: sono un tuttofare. E dico sempre che posso aiutare più nelle cose negative, ovvero quello che non devono fare, che in quelle positive. Sono nel Mondiale da tanto tempo ho visto errori da uno e dall’altro, io compreso. Bisogna essere preparati per il trionfo e per la sconfitta e, soprattutto, cercare gli aspetti positivi nelle sconfitte.

Guardando all’attualità, cosa pensi dell’evoluzione dell’aerodinamica nel Mondiale MotoGP?

Credo che la MotoGP stia accusando l’evoluzione di tutti gli sporti motoristici. Nella Formula 1 si sono già abituati all’aerodinamica, che hanno poi portato nelle moto sia perché il regolamento lo permette sia perché gli ingegneri che ci lavorano arrivano da lì. Se riescono a fare la punta alla matita è perché hanno lavorato meglio degli altri.

Pensi che Dorna cederà con Honda e Yamaha per far sì che abbiano le concessioni?

Ha perfettamente senso. Basta guardare la situazione in pista per vedere che sono lontani dagli altri. Nonostante abbiano due dei migliori piloti in griglia, Fabio Quartararo e Marc Marquez, non sono capaci di avvicinarsi agli altri. Dorna fa bene a permettere che lavorino per migliorare, anche se a breve termine non raggiungeranno il livello di Ducati o KTM.

Cosa pensi di Marc Marquez e della sua situazione attuale?

Prima di tutto Marc Marquez è un pilota vincente. Ha sempre lottato per vincere, portando al limite sia il suo corpo che la sua mente. Adesso però sta vivendo un momento difficilissimo. Sa che con una moto competitiva può vincere, ma con quello che ha attualmente non può farlo. Sta cadendo tanto e si sta facendo male, è una situazione difficile per uno sportivo. Credo gli serva un cambio e la cosa migliore sarebbe cambiare costruttore. È difficile o quasi impossibile che se ne vada da Honda l’anno prossimo, ma sarebbe la cosa migliore per lui.

In chiave Moto2, è un bene per la categoria che ci siano tantissime KALEX?

Per me no, dovrebbe esserci un limite perché tra di loro condividono tantissime informazioni durante un fine settimana. Una moto che inizia male venerdì potrebbe concludere bene la domenica. Fanno sempre passi da gigante grazie a tutte queste informazioni condivise. Noi, le Boscoscuro, quando ci perdiamo un po’ facciamo più fatica a riprendere il filo. Se ci fossero più Boscoscuro, in pista sarebbero competitive come le KALEX, o forse anche meglio.

Ti piacerebbe vedere gare sprint in Moto2?

È una decisione difficile. Io come spettatore forse le metterei, in MotoGP sono state una scelta azzeccata. Quando vedi le gradinate piene il sabato ti rendi conto che è stata una decisione positiva da parte di Dorna. Portarlo però anche in altre categorie… È da vedere. Sarebbe interessante, ma mi mette un po’ di paura. Ci sono molti incidenti in MotoGP con poche moto in griglia, immaginiamoci in Moto2 con tante moto tutte uguali. Ma se si vota pensando al pubblico, direi di sì.

Foto: Social-Hector Faubel

L’articolo originale su motosan.es

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