8 Febbraio 2012

Superbike: Max Biaggi a tutto campo sulla stagione 2012

Diversi gli argomenti toccati dal 5 volte Campione del Mondo

Nel corso della presentazione Aprilia Racing Team di ieri a Milano, Max Biaggi ha trovato il tempo di confrontarsi con i giornalisti presenti all’evento. Ne è uscito un dialogo interessante che ha visto il “Corsaro” affrontare diversi argomenti importanti relativi alla stagione 2012 World Superbike la quale avrà il suo inizio, dopo due sessioni di test (una privata ed una ufficiale) sulla pista di Phillip Island nel week-end del 24-26 febbraio. Come già annunciato nella conferenza stampa, la stagione 2012 riveste un’importanza fondamentale sia per Biaggi che per Aprilia stessa. Nell’elenco, oltre alle motivazioni già citate, il pilota romano aggiunge che “quest’anno sarà davvero importante, poiché la RSV4 verrà sostituita al termine del 2013 e quindi, nella prossima stagione, lo sviluppo entrerà in una fase di stallo.” Biaggi non vuole programmare il futuro, ma semplicemente pensare alla stagione alle porte. All’età di 40 anni (ne compirà 41 il prossimo 26 giugno), il “Corsaro” ritiene che questa sia l’unica strategia percorribile. “Sono arrivato ad un punto nella mia carriera nel quale devo decidere anno per anno, per ora c’è tutto una stagione davanti a me. Tempo per capire e sedersi per parlare ce ne sarà! Al momento soltanto il 2012 è importante” Max non ha dubbi sul ruolo di favoriti per questa edizione 2012 del Mondiale Superbike, ovvero Carlos Checa e Ducati. Biaggi considera Aprilia come la prima inseguitrice, mentre al contempo si aspetta una crescita importante da parte di BMW e delle altre marche. “Checa e Ducati sono favoriti” continua Max Biaggi. “BMW è diventata pericolosa, ora bisognerà vedere se potrà diventare ‘molto’ pericolosa. Kawasaki è migliorata molto. Inoltre c’è Honda con Rea, si sa che Honda è capace di non far bene per tre round di fila, per poi di punto in bianco dimostrarsi estremamente competitiva. Si sa che quando Honda decide di preparare qualcosa di nuovo, consegna un pacchetto già ben funzionante. Colloco Aprilia appena dietro Ducati. A meno di grandi sorprese provenienti da altre case, dovremmo essere i primi sfidanti e dovremmo essere in grado di lottare per le posizioni di vertice.” Una ferita ancora aperta per il cinque volte Campione del Mondo è rappresentata dallo “esodo di massa” dell’ormai suo ex-staff a conclusione della stagione 2011. Questo fatto ha determinato un notevole sconvolgimento dei piani per il team, il quale ha dovuto trovare nuove figure da collocare nei punti chiave dell’organigramma della squadra (tra le quali spiccano il nuovo capo tecnico Aligi Deganello ed il Team Coordinator Dario Raimondi). “La fuga di cervelli è importante” ammette Biaggi, con un velo di ironia. “Quando questo avviene si resta sempre con qualche interrogativo a riguardo. Questa è la risposta che deve trovare Dall’Igna perché è il suo campo. E’ successo ciò che di solito avviene in tutti i campi, solamente che se avviene per i piloti suscita più clamore perché noi siamo più esposti. Io ho chiesto a Gigi solamente di crearmi una squadra. Di questo fatto sono quello che ha pagato di più le conseguenze. Sulla carta sembra una risposta adeguata, ma la risposta vera risiede nei risultati che si ottengono. Solo questo ti può dar la certezza di aver fatto delle scelte giuste.” Il detto che recita “il proprio compagno di squadra è il primo avversario” fa parte integrante della visione che Biaggi ha delle corse. Per questo motivo l’esperto centauro italiano non considera Eugene Laverty come una possibile fonte di aiuto, sebbene lo reputi un pilota dalle notevoli qualità (più talentuoso di Camier, ndr) e dunque un possibile rivale in pista per le vittorie di gara. “Laverty potenzialmente potrebbe vincere il mondiale. Sicuramente può vincere delle gare, lo ha già fatto. Si spera solo che non succedano troppi casini, quando ci sono troppi galli a cantare. Questa è la seconda volta che ci vediamo, avremo occasione di conoscerci durante le gare. Il test di novembre a Portimao è stato strano, in quanto non avevo la mia squadra ma una temporanea, quindi si è trattato di un test-non test. Laverty non rappresenta un aiuto in quanto io non ne ho bisogno, nelle corse non si conta mai sull’aiuto di nessuno. E’ un rivale che devi pensare di battere; se pensi a dover battere il più veloce, la soluzione più semplice è quella di includerlo nella lista.” Valerio Piccini

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