4 Agosto 2009

Supersport: un anno dalla scomparsa di Craig Jones

Un anno dall'incidente mortale di Brands Hatch

E’ passato un anno dalla tragica scomparsa di Craig Jones, pilota inglese protagonista del Mondiale Supersport, vittima di un brutto incidente nel corso della gara di Brands Hatch dove, insieme a Jonathan Rea ed Andrew Pitt, stava lottando per la vittoria. Secondo in quel momento (e per via della bandiera rossa, secondo anche nella classifica finale di quella maledetta corsa), Jones cadde violentemente alla “Clark Curve”, centrato da un incolpevole Andrew Pitt; a nulla servì l’immediato trasferimento al Royal Hospital di Londra ed i quattro tentativi di rianimazione. Alle 00:32 del 4 agosto 2008, giusto un anno fa, Craig Jones perse la vita. Subito il circus della Superbike e tutto il movimento motociclistico britannico si strinsero attorno alla famiglia di “Jonesy“, alla fidanzata di sempre Karen, ai suoi amici più cari, tra cui Tommy Hill che ricordò nelle settimane successive il suo compagno di tante gare nel BSB percorrendo un giro di pista con la sua moto a Donington Park. Craig Jones di traverso con la Honda Craig Jones in quel 2008 era giunto alla perfetta maturazione nel Mondiale Supersport, passato al neonato team Parkalgar (oggi in lotta per il campionato Eugene Laverty) con il manager che lo aveva seguito per tanti anni, Simon Buckmaster. In quella stagione ben 4 podi (due secondi e due terzi posti) sfiorando la vittoria in diverse occasioni. In precedenza “Jonesy” conquistò in madrepatria titoli nelle Minimoto e Superstock, portando la Triumph al primo successo nella Supersport a Donington nel 2004 (corse anche al Tourist Trophy) prima di passare alla Honda del team Northpoint nel 2005, secondo alle spalle di Leon Camier. Quei risultati gli valsero la chiamata prima del team Ten Kate per l’appuntamento mondiale di Brno (6° al debutto con la squadra olandese), poi di Carl Fogarty per il team Foggy Petronas nel Mondiale Superbike 2006. Craig Jones festeggia il podio di Valencia Una stagione difficile che consigliò al pilota di Crewe di tornare tra le 600, anno 2007, Honda del team di Revè Ekerold: quinto in campionato, tre podi, una pole position a Vallelunga. Nell’inverno aveva raggiunto l’accordo con il team Althea, prima di fare un passo indietro seguendo Simon Buckmaster nel progetto Parkalgar. Nella stagione in cui era diventato tra i protagonisti certi della serie, Craig Jones perse la vita, ma non l’affetto del paddock della Superbike: tutti i piloti lo ricordano come un ragazzo molto “friendly”, che si trovava bene con tutti. La dimostrazione viene dai #18 che compaiono in diverse moto, caschi e tute di attuali protagonisti dei campionati mondiali, perchè nessuno si è scordato di “Jonesy”.

Lascia un commento