15 Aprile 2010

MotoGP: Ben Spies “Non ho una moto ufficiale”

L'americano espone i punti importanti del week-end

La performance di Ben Spies, alla sua prima gara da pilota MotoGP a tempo pieno, ha naturalmente sorpreso molti: non solo per il quinto posto finale, ma anche per la sicurezza mostrata in gara e la costanza di rendimento sul giro messa in campo dal texano nel terzo quarto della corsa. Nel corso dell’inverno aveva annunciato di voler prendere questa stagione come occasione per imparare, senza porsi nessun obiettivo in termini di risultati, ma a giudicare dalla tenacia portata in pista e dall’estrema combattività del pilota Monster Yamaha Tech 3, non è esattamente così.

Nel corso di una live chat via Skype con il fondatore del sito americano OnTheThrottle.tv, Dave Williams, “Elbowz” esordisce dichiarando il disappunto quando nella sessione di qualifiche è stato ostacolato dallo spagnolo Alex Espargaro, durante uno dei suoi giri lanciati:

“La cosa mi ha dato fastidio perché io sono un tipo che, a 15 minuti dal termine della qualifiche, fa attenzione a ciò che succede e che se c’è bisogno di togliersi dalla linea lo fa. Non era un giro da top 5 ma avrei potuto certamente ottenere la terza fila. Il fatto grave è che mi ha visto arrivare, sapeva che gli ero dietro. Tanti fanno così durante i turni di qualifica, ma quanto a lui più avanti gli restituirò il favore!”.

Passando all’approccio di gara, Spies ha spiegato il motivo del sorpasso a Dani Pedrosa in un punto “anomalo” del tracciato, motivandolo con l’evidente mancanza di velocità di punta della sua M1 che consentiva allo spagnolo, in evidente difficoltà di rendimento sul giro, di poter recuperare margine sul dritto e di riuscire a passare l’americano alla prima staccata. Questo lo ha portato a sopravanzare il pilota Honda ufficiale ad inizio della tornata, di modo da accumulare il gap necessario per poter risultare inavvicinabile al termine dello stesso, quando la velocità massima della RC212v era in grado di fare la differenza rispetto alla quattro cilindri in linea di Iwata.

Quanto al passo, molto costante e veloce per 7-8 giri a partire dalla seconda metà di gara, “Elbowz” ha dichiarato di essere stato in grado di farlo solo nel momento in cui le coperture Bridgestone hanno perso quel poco di aderenza, che ha permesso al campione Superbike in carica di far muovere il posteriore della moto in frenata. Le difficoltà di Spies, secondo la sua analisi, sono state per lo più all’inizio della corsa, nel quale non è riuscito a dare il massimo ed ha perso terreno dai primi nonostante la buona partenza: questo è il punto su cui pensa che debba lavorare maggiormente.

Moto ufficiale oppure no? “Dato che ho concluso in quinta posizione, tutti vanno dicendo che ho a disposizione una moto factory, il che è molto divertente. Io e Colin siamo con lo stesso materiale, e non riesco a dirti com’è rispetto a quello ufficiale. La gente prova sempre a tirare fuori cose dal nulla, anche riguardo al rapporto tra compagni di squadra, sul fatto che vadano d’accordo o no quando uno riesce a battere l’altro”.

Per finire, “Texas Terror” ammette di non avere ancora inquadrato Casey Stoner, in quanto la sua velocità in pista la considera davvero fuori dall’ordinario: “Ha fatto un errore ed è caduto, ma se non fosse successo non ci sarebbe stato nessuno in grado di contendergli la vittoria. Quando sono stato passato da Jorge Lorenzo e Valentino Rossi non sono stato in grado di replicare, ma nonostante questo sono riuscito a  vedere e comprendere, anche se al momento non sono in grado di andare forte come loro. Quando invece arriva Stoner è tutta un’altra storia, fa cose che nessuno riesce a fare con quella moto.”

Valerio Piccini

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