Superbike Brno, Gara 1: Jonathan Rea nella storia, Marco Melandri 2° primo degli umani
Con la 60° vittoria il 31enne nordirlandese diventa il recordman Superbike. Marco Melandri tiene a galla Ducati, affonda Chaz Davies
Jonathan Rea mette a segno la 60° vittoria e strappa il record a Carl Fogarty, mito Superbike degli anni ’90. Un nuovo traguardo festeggiato con tanto di maglietta celebrativa preparata in anticipo dal team. Sarebbe stato affascinante vederli duellare in pista,invece che in epoche distanti. Perchè gli avversari di adesso non bastano per arginare il talento del 31enne nordirlandese già avviato verso il quarto Mondiale di fila. A Brno, nell’anticipo del settimo round iridato, Jonathan Rea ha vinto in solitario per la sesta volta in stagione, con l’undicesimo podio in 13 gare. Da quanto corre con la Kawasaki, cioè dal 2015, il Cannibale ha vinto 45 volte, facendo il pieno di titoli (qui la festa del team). Marco Melandri si è arreso subito, portando la Ducati al 2° posto, primo dei piloti normali.
DAVIES AFFONDA – Rea ha fatto il bello e il cattivo tempo, come da quattro anni a questa parte. E’ stato un inizio pieno di tensione, con due interruzioni e la triplice partenza, ma lui non ha battuto ciglio, ha preso subito il ritmo ed è scappato via. Dando un’altra spallata alla classifica, perchè Chaz Davies, che è l’immediato (si fa per dire…) inseguitore, è arrivato soltanto ottavo, a quasi 18 secondi, afflitto dai soliti problemi d’assetto che erano stati determinanti nel precedente round di Donington (GB). Adesso i punti di svantaggio del ducatista sono 81. Non siamo ancora metà cammino, ma anche questa edizione Superbike sembra segnata.
GLI ALTRI – La Kawasaki, depotenziata per regolamento nel vano tentativo di livellare la supremazia di Rea, non vince mai da sola: l’altro ufficiale, Tom Sykes, è finito dietro Melandri a quasi otto secondi dal caposquadra. La Yamaha mattatrice in Gran Bretagna è tornata nei ranghi, con Michael van der Mark quarto davanti al compagno Alex Lowes. Discreta prestazione per le Aprilia di Eugene Laverty e Lorenzo Savadori, sesto e settimo. Ancora ai margini la Honda, con Leon Camier nono, nonostante i 250 giri motore in più concessi da questo round dal regolamento.
CAOS – La gara era stata fermata nel corso del terzo passaggio, per riparare i cuscini d’aria all’esterno della curva 5, danneggiati dalla scivolata di Jordi Torres, spagnolo della MV Agusta che si è rialzato indenne come Michael Rinaldi, 22enne Ducati scivolato il giro successivo. Al secondo via mezz’ora più tardi, per la corsa ripresa da capo ma sulla distanza di 17 giri, invece di 18, il semaforo ha fatto cilecca. Per cui la procedura è stata abortita e ripetuta poco dopo con ulteriore accorciamento a 16 giri: un autentico caos. Domenica alle 13 il secondo atto.
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Foto: Diego De Col
2 commenti
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sembra difficile che rea possa lasciare la s.b.rinunciando a vincere gare di continuo per perdersi nella mischia della moto gp e lottare per qualche risultato molto più modesto.
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