15 Gennaio 2024

Mario Andretti e quel 15 gennaio 1978 che cambiò radicalmente la sua vita

Il 15 gennaio del 1978 è il giorno che aprì a Mario Andretti la stagione del suo trionfo in Formula 1, con la vittoria in terra argentina.

Una grande storia ha sempre un punto di partenza, perché sennò da dove dovrebbe partire un racconto? Ecco che la storia mondiale di Mario Andretti parte proprio da quel 15 gennaio di 46 anni fa, durante il GP d’Argentina. Il pilota italoamericano non trovò sul tracciato di Buenos Aires una semplice vittoria, ma ualcosa di più, una spinta enorme per raggiungere il sogno di ogni bambino che ama il mondo delle quattro ruote. Quel giorno Mario capì la sua forza, grazie anche alla Lotus motorizzata Ford-Cosworth, intenta a far cessare il dominio della Ferrari nel campionato costruttori.  

Il 1978 si aprì nel segno della grande separazione

Il campionato di Formula 1 della stagione 1977 era andato a Niki Lauda e alla sua Ferrari 312 T2. Il Cavallino rampante era riuscito nell’impresa di conquistare il terzo titolo costruttori consecutivo, il quinto della sua storia. L’austriaco però, dopo aver riportato la casa di Maranello al successo, decise di lasciare la scuderia italiana per approdare alla Brabham motorizzata Alfa Romeo. Il suo compito era terminato, aveva vinto il titolo rendendo di nuovo felice Enzo Ferrari, dopo il ritiro per sua scelta durante il GP del Giappone del 1976, che diede il mondiale a James Hunt e alla sua McLaren. La Ferrari per il 1978 decise di tenere Carlos Reutemann e prendere al posto di Niki, un giovane canadese che aveva già esordito nella precedente annata, un certo Gilles Villenueve.

Questo fu il prologo della stagione 1978, che vedeva tra i suoi protagonisti anche il vicecampione del mondo Jody Scheckter e il terzo classificato dell’anno prima, Mario Andretti. Il sudafricano era pronto a riprovarci sempre con la scuderia canadese Walter Wolf, come Andretti rimase con la Lotus. Andretti era cresciuto tanto nel ’77, arrivando a vincere ben 4 gare in una singola stagione, dando continuità al 1976 dove vinse la sua seconda gara in Formula 1, dopo un digiuno di quasi 5 anni. Lo statunitense si sentiva pronto, come la stessa Lotus, per cercare di fare il grande salto. L’attesa del Mondiale ’78 era spasmodica.

Mario Andretti in quel famoso GP inaugurale in Argentina

L’inizio di ogni anno è sempre pieno di curiosità, così che il GP d’Argentina ebbe molti tifosi sugli spalti durante il weekend. Mario Andretti si sentiva bene sin da subito con la sua vettura britannica, tanto da firmare la Pole Position. Mario beffò per soli 9 centesimi il padrone di casa Reutemann, con Lauda ed Hunt gli ultimi due campioni del mondo relegati in terza fila. La gara domenicale scatta nel segno del pilota statunitense, che mantiene sin dallo start la sua posizione di leader. Dietro invece, ci sono dei cambiamenti, con l’argentino della Ferrari che riesce comunque a mantenere la seconda piazza.  

Il padrone di casa però ha dei problemi con gli pneumatici della sua Ferrari e nel corso del ventesimo giro la sua prova viene rovinata da un contatto con Jacques Laffite. Carlos costretto da una lunga sosta ai box è ormai fuori dai giochi, anche se gira con tempi davvero buoni. La gara sembra seguire un binario preciso, con Lauda che è risalito sino alla seconda posizione, ma ormai lontano per impensierire il portacolori della Lotus. La gara si chiuse con un giro d’anticipo, questo perché Juan Manuel Fangio sbagliò a sbandierare e così la prova durò 52 giri invece che 53. Andretti passò per primo al traguardo, lo avrebbe fatto anche nel caso in cui a gara avesse percorso tutti i suoi chilometri molto probabilmente, ma sta di fatto, che quel successo catapulto la carriera di Mario verso nuovi orizzonti.

Mario Andretti iniziò così l’ascesa verso il titolo iridato  

Mario Andretti con quella vittoria in Argentina del 15 gennaio 1978 aprì alla sua stagione d’oro. L’italoamericano si riaffermò in altri 5 appuntamenti in quella stagione, con l’ultima al quart’ultimo appuntamento in Olanda. La gara successiva, ovvero a Monza, per il consueto GP d’Italia, grazie alla sua sesta posizione Andretti si laureò campione del mondo della Formula 1. Quella gara viene ricordata per altro in realtà, ovvero, per il tragico incidente di Ronnie Peterson. Lo svedese rimase vittima di un incidente con Hunt, con la sua Lotus che finì violentemente contro il muro. La vettura prese fuoco e solo per miracolo, Ronnie riuscì ad essere estratto vivo. La gara fu fermata, anche perché Vittorio Brambilla venne colpito dalla gomma della vettura di Peterson e perse conoscenza. La gara riprese il via solo nel tardo pomeriggio, con Andretti che passò quinto alla bandiera a scacchi, ma relegato in sesta posizione per una penalizzazione. Il piazzamento gli consentì con due appuntamenti d’anticipo di laurearsi campione del mondo. Ecco perché, la storia iridata di Andretti parte proprio dall’Argentina. Questo perché come tutti noi, abbiamo bisogno di un segno per capire che possiamo raggiungere il risultato che ci siamo prefissati nella vita.  

FOTO: social Formula 1

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