2 Novembre 2023

Felipe Massa: quel due novembre visto con gli occhi di un ragazzino

Oggi, nel 2008, Felipe Massa accarezzò il Mondiale F1 ma lo perse in extremis. La delusione dei ferraristi e quella di un ragazzino

Due novembre 2008, una data che di certo nessuno dimenticherà mai. La data è di quelle che rimangono impresse, tanto che tutti noi ci ricordiamo il luogo esatto e cosa abbiamo provato ancora oggi e sarà così per sempre. Il giorno in cui Felipe Massa diventò campione del Mondo virtuale solo per mezzo minuto, un urlo che rimase strozzato non solo a lui e che divenne epico invece, per Lewis Hamilton, campione per un solo punto. Raccontare l’evento in maniera pulita è troppo scontato, ma con gli occhi di un ragazzino, che ancora non aveva provato una delusione sportiva così grande, può essere diverso.

Il grande giorno è giunto a San Paolo del Brasile

L’ultimo atto di una stagione pazzesca, che aveva visto Massa ed Hamilton lottare su ogni pista. Interlagos era l’ultimo appuntamento e vedeva l’inglese in testa di 7 punti rispetto al brasiliano. L’attesa era alta, perché già lo scorso anno una Ferrari era arrivata a giocarsi il titolo in Brasile contro Hamilton, ed aveva vinto il titolo con Kimi Raikkonen. Ecco perché ricordo quella settimana del novembre 2008 come una delle più ansiose. Ricordo perfettamente che aspettavo lo spegnimento dei semafori già dal lunedì. Felipe Massa al sabato fa la Pole Position, facendo impazzire il popolo brasiliano. Hamilton non va oltre il quarto tempo. Fossero state le posizioni d’arrivo, il titolo sarebbe stato comunque del britannico.

Ecco la domenica, passata in rigoroso silenzio, aspettando che la Rai aprisse il collegamento con la pista. Io ero già pronto da un po’ davanti alla mia televisione a tubo catodico (oggetti che ti fanno sentire vecchio). Il meteo anche decide che deve essere una vera agonia, così le nuvole arrivano a San Paolo, decidendo di far diventare thriller il finale di stagione. Massa scatta via, scappa, sa che deve vincere e sperare. Dietro succede di tutto, succede anche che Hamilton ritrova i demoni di un anno prima. Il tempo passa ed Hamilton sembra gestire la sua quinta piazza ed il me ragazzino inizia a non crederci più. Il me ragazzino non capisce nemmeno quanto sarà fondamentale il trentaseiesimo giro di quella gara, ovvero quando Timo Glock rientra con la sua Toyota ed effettua una lunga sosta. Il tedesco monta le gomme slick per arrivare fino alla fine.    

L’illusione e quel dannato momento alla curva Juncao

Nel corso del 65esimo giro su 71 previsti, la pioggia piomba sul circuito, anche sé la pista non sembra bagnarsi. La pioggia fa credere in un miracolo e quando sei un ragazzino ci credi e fai bene, perché accade l’impensabile. La pista diventa impraticabile ed inizia il valzer delle soste, sosta che non fa Glock che gira ancora su tempi buoni e decide di continuare fino alla fine. L’ansia sale, un errore può decidere tutto e così nel corso del 69esimo giro è l’apoteosi. Sebastian Vettel attacca Hamilton per la quinta piazza e lo passa, il britannico ora è sesto. Il sesto posto di Lewis significa una cosa sola: il titolo a Felipe Massa e alla nostra Ferrari. Il me ragazzino vive quel momento con un’euforia unica, urli che si mischiano a quelli della platea brasiliana.    

Sembra fatta, ci siamo, ma nessuno fa i conti con le ultime curve. Glock che montava gomme asciutte si pensava che potesse avere un vantaggio rassicurante, ma così non è. Nella gioia collettiva, Gianfranco Mazzoni urla la vittoria di Massa, con la sua voce che viene coperta dalle mie urla. La pioggia è troppa e mentre nessuno sé ne accorge aspettando i piloti al traguardo, Giancarlo Bruno (commentatore tecnico Rai) alla curva Juncao (la penultima prima del rettilineo), entra netto:” è Glock! Hamilton ha passato Glock!!!”. Il tedesco non riesce a mantenere la sua Toyota vista la pioggia per via delle sue gomme d’asciutto e viene passato sia da Vettel che da Hamilton.  

Tutti abbiamo pianto insieme a Felipe Massa in quel 2 novembre di quindici anni fa

Il gelo cade nel me ragazzino, che vede passare sul traguardo prima Vettel in quarta posizione poi l’inglese in quinta. Il minimo che serviva al giovane ragazzo inglese per laurearsi campione del mondo con la sua McLaren. La gioia provata per mezzo minuto diventa tristezza e le lacrime iniziano a scendere. Questa è la mia più grande delusione sportiva, vissuta a soli 14 anni, quando credi solo che tutto finisce sempre nel verso giusto, questa è più cocente di Euro2000. Le parole perfette le trova Mazzoni:” Si gela il sangue nel box Ferrari”. Il gelo non lo prova solo il box, ma tutte le tribune della pista, tutto il Brasile, tutta l’Italia e soprattutto si gela il mio cuore. La festa del podio è piena di pianti, Felipe Massa non si trattiene ed indica con forza la bandiera brasiliana io piango e maledico come fa un ragazzino, Hamilton e tutto il box McLaren che invece facevano festa. Questo è il dramma del 2 novembre 2008, una data che gli appassionati di Formula 1, non potranno mai dimenticare, perché racchiude davvero tutto l’essere di questo sport.

FOTO: social Felipe Massa

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