1 Febbraio 2019

Campione, ti si legge in faccia

Campione, dieci anni dopo: la neuroscienziata Jasna Legisa ci dice come sono cambiati

Marc Marquez

In occasione del #tenyearschallenge i piloti non si sono sottratti alla sfida; sui social hanno accettato di confrontare vecchie foto di dieci anni fa con altre più attuali. Abbiamo approfittato dell’occasione per mostrare queste immagini alla dottoressa Jasna Legisa, – pronuncia italiana Iassna Leghiscia – uno dei primi e migliori specialisti nazionali di neuroscienze. Autore del volume “Ti leggo in volto” (Armando Editore, 128 pagine, 10,20€), la dott.ssa Legisa dopo la laurea in Italia si è specializzata negli Stati Uniti e in Francia, fino al PhD, il massimo attestato di ricerca sul campo. La professionista triestina (sito internet lab-ncs.com, studio a Gorizia, ma opera con un proprio pool di specialisti in tutta Italia) ha costituito la società Neurocomscience che collabora con aziende private ed istituti di ricerca.

TI LEGGO IN FACCIA

A lei abbiamo chiesto di aiutarci a “leggere” il volto di alcuni piloti, con risultati davvero curiosi. Scopriamo così che i protagonisti del motomondiale vivono le emozioni fino alle estreme conseguenze. Vanno al massimo, non solo in pista; il campione del mondo Marc Marquez ha perso per strada un po’ di spontaneità a scapito di rabbia e di “cattiveria”, mentre i giovani Martin e Binder mostrano i segni della tristezza. Abbiamo impiegato solo le foto che i piloti hanno pubblicato spontaneamente sui propri social in occasione del #tenyearschallenge: essendo state scelte dai diretti interessati non possono mancare di oggettività. Abbiamo quindi sottoposto le immagini alla dott.ssa Legisa, identificandole solo con le iniziali: MM (Marc Marquez), JM (Jorge Martin), BB (Brad Binder), JL (Jorge Lorenzo), PB (Pecco Bagnaia).

Dott.ssa Legisa, cos’è la neuroscienza?

«Sono un insieme di studi sul cervello e sul funzionamento del sistema 
nervoso, che abbracciano anche il riconoscimento delle emozioni. »

Non sembra affatto semplice. Nel tuo libro “Ti leggo in volto”, parli di «espressioni caratteriali che si esplicitano attraverso gesti comuni: arricciare il naso, aggrottare le sopracciglia». Ma davvero si possono leggere le emozioni delle persone, in maniera scientifica?

«I processi biochimici delle emozioni si innescano nel cervello – sistema limbico – e inviano degli impulsi attraverso il settimo nervo cranico fino ai muscoli facciali, che conseguentemente si contraggono. Nascono così le espressioni facciali.
 A seconda della tipologia dell’emozione, si contraggono diversi muscoli sul volto. Questi provocano i cambiamenti d’aspetto quali le rughe, la forma delle sopracciglia, l’innalzamento o l’abbassamento delle guance e degli angoli della bocca. Col tempo le espressioni emozionali che utilizziamo più di frequente si fissano sul volto  lasciando come tracce delle rughe permanenti e/o una forma modificata delle parti facciali. Leggere questi segnali fa parte del nostro mestiere. Di solito utilizziamo le nostre competenze in ambito di alta selezione manageriale, o come supporto alle Human Resources per valutare e motivare candidature particolarmente significative.»

Avete già lavorato con atleti professionisti?

«Con alcuni, mai con motociclisti.»

Puoi spiegarci con quale criterio hai operato sulle foto del #tenyearschallenge dei piloti?

«Ho utilizzato una tecnica che avevo già sperimentato in occasione di una ricerca scientifica legata alle foto dei soldati in guerra. In pratica mi sono avvalsa di studi che hanno approfondito l’interpretazione delle emozioni attraverso le fotografie di militari in servizio al fronte. Per lavorare sui piloti mi sono concentrata allo stesso modo sui volti, sulle espressioni e sulle trasformazioni della mimica facciale. Voglio essere chiara: non può essere considerata un’analisi esaustiva, manca una componente importante quale la gestualità, ma qualche utile indicazione può trasparire. Molto utile se si vuole andare oltre dichiarazioni di facciata del tutto superficiali rispetto a ciò che magari non vogliono lasciar trasparire all’esterno.»

Che lettura puoi fare dalle immagini che ti abbiamo mostrato?

« In generale si può dire che pressoché in tutti i piloti, senza eccezioni, sulla palpebra inferiore appaiono rughe marcate. Sono date dalla contrazione del muscolo orbicolare dell’occhio nella parte più interna. Tale contrazione è tipica dell’emozione della rabbia, della determinazione e della concentrazione massima. In molti casi sono evidenziate anche le grinze vicino agli occhi ( quelle che comunemente vengono definite “zampe di gallina”). Si creano quando si sollecita il muscolo orbicolare dell’occhio nella parta esterna. Tale contrazione compare quando l’intensità dell’emozione è particolarmente forte. Appare in tutta la gamma delle emozioni, sia positive che negative. I piloti vivono tutti grande concentrazione, sono focalizzati e dotati di massima grinta agonistica. Vivono ogni sentimento estremizzato al massimo. Questo vale per tutti i casi presi in esame. Rispetto alle fotografie che mi hai sottoposto purtroppo sono costretta ad escludere da considerazioni più approfondite PB (Pecco Bagnaia) e JL (Jorge Lorenzo), in quanto hanno il volto parzialmente oscurato, e le immagini non consentono una lettura accurata. Posso affermare che in MM (Marc Marquez) la parte interna delle sopracciglia negli anni si è abbassata. Quando contraiamo il depressore del sopracciglio e procero, lesopracciglia si flettono verso il basso. Tale muscolo viene attivato nella rabbia, nella determinazione e nella concentrazione. Un esempio al contrario è JM (Jorge Martin): nel suo caso la parte interna delle sopracciglia si è lievemente innalzata. Quando contraiamo il muscolo frontale nella parte centrale, le sopracciglia  vengono spinte insù. Questo muscolo viene attivato nella tristezza. Martin, rispetto agli inizi della carriera, appare più abbattuto. Sia in MM che in JM il solco nasolabiale, la ruga tra il naso e gli angoli delle labbra, è molto marcato. Questo avviene quando si contraggono i muscoli labiale superiore, zigomatico maggiore e bucinatore. Tranne il muscolo zigomatico maggiore, gli altri sono relativi a stati emotivi negativi; in particolare compaiono nelle espressioni della rabbia, del disgusto e del disprezzo. I giovani BB (Brad Binder) e JM presentano una curiosa ruga sul mento, dovuta alla contrazione  del muscolo mentale. Una chiara manifestazione di una certa gamma di sentimenti: rabbia-determinazione, disgusto-disprezzo come pure nella tristezza. Nel caso di BB sulla fronte compaiono dei solchi orizzontali, lievemente ondulati: questa forma di grinze è data dalla contrazione del muscolo frontale, in associazione al corrugatore. Sono indicatori specifici della paura, oltreché della  rabbia e della determinazione.»

 

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