15 Febbraio 2022

American Dream, Riccardo Ricci: “Piloti italiani venite a correre negli USA”

Riccardo Ricci gareggiava nel Campionato Italiano Velocità e nel Mondiale Endurance. Ora vive in California. "Danilo Petrucci andrà fortissimo. Consiglio ai piloti italiani di venire a correre in America"

America

Riccardo Ricci era un ragazzo come tanti.  Amava le moto e sognava l’America. Tutti lo chiamavano semplicemente “Ricky” e gareggiava a livello italiano, collezionando vittorie e podi. Nato e cresciuto in Romagna, è stato anche tra i protagonisti del Mondiale Endurance. Ha poi esportato la passione motociclistica della Riders’ Land oltreoceano.

“Sono un ragazzo di Riccione con una grande passione per le moto e le corse in generale – racconta Riccardo Ricci – Il mio approccio alle corse è avvenuto tardi, a 20 anni, dopo un incidente con la moto da strada. Ho iniziato a gareggiare nei vari trofei e nell’ Italiano Sport Production con Celani. Poi ho partecipato al Campionato Italiano Superstock 1000 con il Team Lightspeed di Davide Bulega. Mi ero quindi avviato verso una buona carriera nel CIV classe Superstock 1000. All’improvviso però hanno cambiato regolamento e la Stock 1000 è diventata Under 24. Io ero più vecchio, non avevo il budget per partecipare al CIV Superbike e mi sono trovato a piedi. È stata di fatto la mia fortuna”.

Cosa è successo?

“Mi ha chiamato un amico e team manager Maurizio Bargiacchi dell’ X-One e mi ha proposto di partecipare al Mondiale Endurance assieme a Paolo Tessari. È stata un’emozione incredibile gareggiare davanti a 70mila persone. In tre stagioni abbiamo gareggiato nei circuiti più importanti del mondo. Abbiamo corso alla 24 Ore di Le Mans, al Bol d’Or, ad Assen, alla 8 Ore di Doha in notturna prima della MotoGP,  alla 8 Ore di Suzuka dove siamo saliti sul terzo gradino del podio nella categoria Stock e tante altre gare. Poi un giorno, ad una gara a Daytona, ho conosciuto Dario Marchetti. Qualche tempo dopo mi ha chiamato per diventare istruttore nei corsi di pilotaggio Ducati DRE. Parlavo bene l’ inglese quindi insegnavo ai clienti stranieri, anche al World Ducati Week. Devo ringraziare Dario perché anche questa e stata un’esperienza da privilegiato: ho lavorato con piloti come Bayliss, Lucchinelli, Pirro, Poggiali e tanti altri campioni”.

È stato questo il momento della svolta?

“Ho iniziato a fare l’istruttore ma io sognavo l’America, volevo andare il California perché amo il caldo. Durante un viaggio ho conosciuto una ragazza californiana che è poi diventata mia moglie ed ora trascorro il periodo invernale  in America mettendo a disposizione la mia passione e la mia esperienza ai rider di tutto il mondo. Laguna Seca è una delle piste più conosciute, il sogno di ogni motociclista. Qui pero siamo anche nella mecca del motocross con piste famose come Perris, Pala FOX Raceway, Lake Elsinore e Glen Helen, tutte vicine a dove vivo e ci vado spesso con i miei bimbi che praticano già motocross”.

Da italiano che vive in California, come vedi la nuova avventura americana di Danilo Petrucci?

“Secondo me andrà fortissimo. Il livello dei primi è alto ma può fare bene e vincere delle gare. Danilo ha una capacita di adattamento incredibile, quello che ha fatto alla Dakar passerà alla storia e non sarà certo un problema per lui sfidare i piloti americani. Ha fatto un’ottima scelta perché qui le prospettive sono notevoli,  le case costruttrici investono tantissimo perché sarà sempre il mercato più grande per le vendite e se avrà il pacchetto giusto sarà premiato. Consiglio ai piloti italiani di venire a correre in America perché qui l’età non è mai stata un problema, anzi, e gli ingaggi sono ben diversi”.

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