31 Maggio 2015

Non si dorme, la pazza notte del Mugello

“Al Mugello non si dorme!”.Una folla cammina rumorosa verso il circuito, ingresso “Luco”. La bandiera gialla VR46 in una mano, nell'altra il frigo con qualche panino e tante birre. All'una di notte il circuito più bello del Mondo è già gremito da almeno 30 mila persone, un terzo dell'intera capienza. Il Mugello è uno stadio […]

Mugello, tre di notte: la Casanova è già esaurita

“Al Mugello non si dorme!”.Una folla cammina rumorosa verso il circuito, ingresso “Luco”. La bandiera gialla VR46 in una mano, nell'altra il frigo con qualche panino e tante birre. All'una di notte il circuito più bello del Mondo è già gremito da almeno 30 mila persone, un terzo dell'intera capienza. Il Mugello è uno stadio gigantesco che per il GP d'Italia pulsa di giorno e di notte. E che notte: motori che strillano sotto tortura, fuochi d'artificio, sirene, urla. Vale tutto. Basta non dormire.

Moto sputafuoco nella notte del Mugello

CASINO A TUTTI I COSTI – Tredici ore prima del via della MotoGP i prati dai quali si domina gran parte del circuito sono una gigantesca distesa di tende. Ogni centimetro è già presidiato, tanti striscioni sono già appesi alle reti. Ma la folla continua a sciamare dalla stradina che dall'ingresso principale si snoda fino all'altro capo dell'impianto. “Vigliacchi che siete nelle tende, sveglia!” urlano in toscanaccio una decina tra gli ultimi arrivati. Non c'è pericolo di cadere nelle braccia di Morfeo. Lì vicino, davanti ad una moltitudine, quello che resta di una quattro cilindri giapponese è sotto tortura: via le ruote, è rimasto il motore abbellito da uno scarico a tromba gigantesco, dal quale fuoriescono gran fiammate per il ludibrio generale. Alla San Donato c'è uno striscione “2° trofeo Limitatori Bollenti”, ma dal relativo silenzio si direbbe che sono arrivato tardi. Povere moto.

Alla Luco c'è il quartier generale del Rossi Fan Club

CHI C'E' – Le notti di vigilia della MotoGP sono turbolente in quasi in tutti i circuiti. A Le Mans, dopo una certa ora, migliaia di persone vagano barcollando nel buio come zombie nei film di Romero. Ma in Francia, Olanda o in Australia sono quasi tutti motociclisti bardati in tuta, stivali e tatuaggi. Al Mugello le moto nei parcheggi sono pochissime, semmai qualche scooterone. La massa arriva in macchina e ha meno di trent'anni perchè la MotoGP in Italia ha lo stesso pubblico dei rave e dei concerti. Logico: gran parte sono qui per Valentino Rossi, pilota che incendia come le stelle del rock. Alla Luco-Poggio Secco un cartello stradale dice che sei arrivato a Tavullia, il paesino marchigiano di VR46. Nel boschetto lì accanto c'è il quartier generale del fan club più organizzato e numeroso. I tifosi del Dovi al confronto sono una goccia nel mare, ma appollaiati su una torre di tubi scatenato una sirena da allarme aereo che forse arriva fino a Firenze.

Mugello, cimiteri di bottiglie. Vuote.

FUOCHI D'ARTIFICIO– Alle 2.30 alla San Donato s'incendia un fumogeno rosso, forse sono ducatisti che stanno facendo la prova generale. Dall'altra lato della collina, sopra al Correntaio, parte uno strepitoso gioco di fuochi d'artificio. E' Toscana ma pare Copacabana la notte di Carnevale. La pista è lì sotto, a dieci metri. Un'ombra quasi invisibile, per questo ancor più affascinante che di giorno: sotto la luna puoi sognare il sorpasso della vita. Il paddock è a duecento metri  da questo girone dantesco che dà proprio dove stanno i motorhome dei piloti. Valentino, Jorge, Marc, i due Andrea e tutti gli altri. Come gli eroi del giorno dopo riescano a dormire è un mistero, come quando fanno pieghe a 65 gradi d'inclinazione.

Mugello, la notte prima.

E VENNE L'ALBA – Dura tutta la notte, senza un attimo di respiro. Muore un motore alla Materassi e se ne accende un altro alla Scarperia, dall'altro lato della valle. Finchè dura, poi sotto il prossimo. “Al Mugello non si dorme!”. Intorno alle 4 del mattino il casino generale si smorza. E quando il primo chiarore dell'alba spunta aldilà dell'appennino i piccoli guerrieri della notte hanno mollato quasi tutti. Qualcuno dentro la miriade di tende, i fortunati nei mille camper, tantissimi stravaccati sull'erba, sotto le piante o in un fossetto. Anche stavolta hanno vinto il vino, la birra e  la stanchezza. Ma ci pensa Giovanni Di Pillo, lo speaker ufficiale che la BBC una volta definì il Pavarotti della MotoGP.  “Buooooonnngioooornoooooo Mugelloooooooooo”. Sono le 8, tra poco comincia la rumba vera. Al Mugello non si è dormito.

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1 commento

  1. pochero59 ha detto:

    Ma che bello fare tardi al Mugello….