24 Giugno 2013

E' tutta colpa di Carlos Checa

Mi sono fiondato nel vuoto da 4050 metri d’altezza, precipitando per 53 secondi a 200 km/h avvolto dal rumore fortissimo della resistenza all’aria. Poi,  sballottato dalla vela gonfiata in un secondo, sono placidamente planato dal cielo. Lanciarsi con il paracadute: tutta colpa di Carlos Checa. Se vivi trent’anni tra i piloti finisce che diventi un […]

Mi sono fiondato nel vuoto da 4050 metri d’altezza, precipitando per 53 secondi a 200 km/h avvolto dal rumore fortissimo della resistenza all’aria. Poi,  sballottato dalla vela gonfiata in un secondo, sono placidamente planato dal cielo. Lanciarsi con il paracadute: tutta colpa di Carlos Checa.

Carlos Checa, 41 anni, è stato campione del Mondo Superbike nel 2011 con Ducati. Ha anche il brevetto di paracadutista.

Se vivi trent’anni tra i piloti finisce che diventi un po’ come loro. Adrenalina, rischio ed emozioni non bastano mai, così le cercano anche nelle domeniche di libertà. Carlito ha più di 50 lanci all’attivo. Nel 2008, quando era con la Honda Ten Kate, si presentò a Valencia atterrando con precisione millimetrica sul rettilineo di partenza. Era decollato dalla base di Castellon, la stessa del suo battesimo dell’aria.
In una noiosa giornata di pioggia durante un test a Jerez, quest’inverno,  Carlito mi aveva parlato a lungo della sua passione. “Certo,  la prima volta fa un po’ impressione. Ma venire giù a quella velocità e poi volteggiare nel silenzio assoluto, da solo, è una cosa esaltante. Ho cominciato con il tandem, poi ho fatto il corso AFF (Accelerated Free Fall, per principianti, ndr) e adesso ho la licenza. Prova, e poi mi dici.
Istigato da un campione del Mondo, mica puoi resistere. Così, eccomi al dunque. Battesimo appeso ad un pilota tandem che Checa lo conosce di fama. “Mi piacciono le moto, guarda, ho pure i pantaloni Dainese. Checa è un bel pilota. Però io ho duemila lanci all’attivo, non cinquanta come lui”. Hai detto niente.
I paracadutisti si prendono in giro e se qualcuno di loro finisce fuori dalla “Beer Lane”, la zona di rispetto per l’atterraggio, paga la birra. Una cassa. Poi mordicchiano un panino e salgono molte volte al giorno sul monomotore Pilatus PC6 che li porta in quota. “Non è un aereo, è un mulo, ma a noi ce ne frega degli aerei. A noi interessa solo buttarci giù.” Chiaro?

Carlos Checa è atterrato con il paracadute a Valencia alla vigilia del GP Spagna 2008: correva con la Honda Ten Kate

La salita dura venti minuti scanditi dalla lancetta dell’altimetro. 500, 800, 1500, 2000. A metà strada gli ultimi controlli di sicurezza. Imbracature strette al massimo, pollici che si alzano e gli ultimi particolari sulla sequenza di uscita. Il pilota del Pilatus è di poche parole. “Un minuto al lancio”. Secondi interminabili. Poi toglie manetta e qualcuno apre velocemente il portellone. Siamo ben sopra le nuvole e sotto s’intravede la carta geografica di mezza provincia. Il primo solista si butta giù come scendesse il predellino del tram e in un attimo sparisce sotto la carlinga. Prima del decollo il mio angelo custode aveva calato il carico da undici. “A me piace uscire con la capriola, ti va?”. E come no, proviamo pure questa…
Quando ti spingono fuori l’accelerazione è così violenta  che quasi non sembra di venire giù. Te ne accorgi dal rumore e dalla nuvola che ti viene incontro, finchè non ci passi attraverso, provando distintamente la differenza di temperatura. Improvvisamente la vela si apre e a 1500 metri dal suolo tutto è silenzio. Rotto soltanto da un leggero fruscio quando il pilota comanda per volteggiare sul campo. L’atterraggio? Come scendere dal divano, quasi neanche te ne accorgi.
Camminando nel prato mi torna in mente l’avvertimento di Marco Melandri.  “Vuoi lanciarti col tandem? Io ho provato solo una volta, perchè è da pazzi. Ho avuto una gran paura, non lo farò mai più“. Detta da uno che guida una moto da 240 cavalli a 337 km/h sul rettilineo di Monza, in mezzo ad altri venti matti come lui, faceva un pò pensare.
Si, è il paracadute è una cosa da pazzi. Però aveva ragione Carlos Checa. “Una volta che hai provato, può darsi che non ne puoi più fare  a meno.
Già.

Per fortuna domenica prossima c’è il GP di Imola…

PS: Appena Carlos Checa ha letto il blog, mi ha mandato questa mail:

Paolo.
Uffff, quando ho visto il titolo del articolo ho preso e spavento e adessi siamo a pari si ti hai ricordato di me cuando eri in aria, haha!!!
Bravooo!!!  Ci vediamo en Imola, li sarò al 100%.
Un abrazo!!!
Carlos Checa Carrera

Lascia un commento