Ducati, serve una quattro cilindri per battere la Kawasaki
San Gigi Dall'Igna, pensaci tu. La Panigale 1199R introdotta nel 2013 ha vinto una sola gara su 64 e nonostante il grande lavoro di sviluppo non riesce a colmare il divario dalla Kawasaki. Serve qualcosa di nuovo, di molto veloce, magari a quattro cilindri. Okay, la Ducati ha scritto la storia Superbike (31 titoli Mondiali […]
San Gigi Dall'Igna, pensaci tu. La Panigale 1199R introdotta nel 2013 ha vinto una sola gara su 64 e nonostante il grande lavoro di sviluppo non riesce a colmare il divario dalla Kawasaki. Serve qualcosa di nuovo, di molto veloce, magari a quattro cilindri. Okay, la Ducati ha scritto la storia Superbike (31 titoli Mondiali piloti e Costruttori) con il bicilindrico. Ma restare ancorati alla tradizione per non vincere più che senso avrebbe? Lo sport si evolve, come i gusti degli appassionati. Se la Rossa torna a vincere vedrete che piacerà subito. Anche se un po' più simile alle concorrenti…
SOLITO GAP– Chaz Davies è arrivato terzo nel round di Donigton coprendo i 23 giri in 34 minuti e 4 secondi. Ha pagato ben dodici secondi di ritardo alla Kawasaki di Tom Sykes e tre dall'altra ZX-10R di Jonathan Rea, il Cannibile del campionato (8 trionfi e 4 secondi posti). Col tempo di quest'anno Davies avrebbe vinto per ampio distacco la scorsa edizione (Sykes 34'14”) e anche quella del 2013, quando lo stesso britannico aveva impiegato 34'06″. Nel GP di dodici mesi fa Giugliano (3° al traguardo) aveva fatto 34'24” precedendo di cinque secondi Davies. Il gallese quindi ha migliorato il personale di ben 25 secondi, più di un secondo al giro, ma il risultato finale e il divario dalla Kawasaki sono rimasti inalterati. Conclusione: la Rossa ha un anno di ritardo rispetto all'attuale dominatrice. E anche l'Aprila è in vantaggio dal punto di vista tecnico: Leon Haslam con una costola rotta è stato davanti a Davide Giugliano pagando appena 4 secondi a Davies. Con un pilota sano Noale avrebbe battuto nettamente la Ducati e sarebbe arrivata molto vicino alle Kawasaki.
SVILUPPO INUTILE – L'arrivo di Gigi Dall'Igna al vertice del reparto corse ha dato una forte accelerata allo sviluppo tecnico della Panigale. Adesso i settori MotoGP e Superbike lavorano in maniera più sinergica e c'è un continuo scambio di informazioni, esperienze, soluzioni. Ma con le restrizioni regolamentari introdotte quest'anno il campo d'intervento è molto esiguo sia per la ciclistica che sul motore. Dall'Igna ha bocciato il telaio portante in MotoGP e la Superbike adotta la stessa soluzione. Il progettista veneto è ripartito da un foglio bianco per creare la GP15 che sta rendendo la vita molto difficile alle corazzate Honda e Yamaha in top class, facile ipotizzare che seguirà lo stesso cammino per riportare la Ducati al vertice in Superbike.
EPILOGO – Il bicilindrico, nonostante il vantaggio di cilindrata concesso dal regolamento (1200 cc contro 1000) ormai ha fatto il suo tempo. Donington per decenni è stata il regno di questa soluzione perchè queste curve medio veloci, i cambi di altimetria e le brusche ripartenze dai tornanti erano il pane della V2. Una volta, adesso non più. Per tenere testa alle quattro cilindri la Ducati è stata costretta a rendere sempre più spinto e cattivo il proprio bicilindrico 1200. Ogni accelerazione adesso è un tormento, l'erogazione è troppo brusca, la Panigale si muove troppo e i piloti non riescono a spingere. Esattamente il contrario la Kawasaki, che uscendo dai tornantini sembrava su un binario, pur avendo un motore ben più potente. Se fosse solo questione di elettronica non ci sarebbe problema, la Ducati ha una tecnologia avanzatissima in questo settore. Nonostante il price cap di 8000 mila € in Superbike usano la stessa architettura software della MotoGP, cambiano solo il numero di canali (limitati a 29 per regolamento) e la tipologia di sensori. Il problema è meccanico, quindi serve una quattro cilindri nuova fiammante. E i giapponesi non scapperanno più.
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1 commento
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In base a quali conoscenze tecniche si traggono queste deduzioni? Sarebbe divertente saperle… La Honda chiude a quanti secondi dai primi? La BMW neanche negli anni scorsi reggeva il passo. Più che 2 cilindri in più serve un pilota davvero forte. Basta vedere come quest’anno Rea ridicolizzi il compagno al primo anno, o come l’Aprilia sia caduta un basso, dopo il ritiro di Max…
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