24 Gennaio 2014

Jonathan Rea, adesso o mai più

E se il 2014 fosse l’anno di Jonathan Rea? Alla soglia dei 27 anni (li compirà il 2 febbraio) il pupillo della Honda può diventare un pericolosissimo avversario per il campione in carica Tom Sykes. Ma anche (e soprattutto?) per il nuovo binomio Marco Melandri-Aprilia che secondo qualcuno avrebbe già  il titolo in mano ancor […]

E se il 2014 fosse l’anno di Jonathan Rea? Alla soglia dei 27 anni (li compirà il 2 febbraio) il pupillo della Honda può diventare un pericolosissimo avversario per il campione in carica Tom Sykes. Ma anche (e soprattutto?) per il nuovo binomio Marco Melandri-Aprilia che secondo qualcuno avrebbe già  il titolo in mano ancor prima di partire.

Jonathan Rea impegnato con la Honda CBR-RR nei test a Portimao (AlexPhoto)

CUOR DI LEONE – Sbagliato. Perchè Rea ha tutto quello che serve per salire nell’Olimpo: talento, coraggio e la testa dura da nordirlandese. Non fatevi ingannare dall’espressione angelica, quando è in pista Jonathan è un duro. Corre come  i piloti di una volta, con il cuore stretto nel pugno destro. Senza pensare al rischio, nè ai calcoli. Vola nelle curve veloci, dove i grandi fanno la differenza, e se intravede mezzo metro di spazio si butta dentro. All’ultima curva di Donington, due anni fa, si lanciò in mezzo a Melandri e Haslam convinti di giocarsela tra di loro, li spendì gambe all’aria nell’erba e fuggì verso il traguardo. Senza voltarsi indietro: sono le corse, bellezza.

ANCORA A SECCO – Rea corre in Superbike dal 2008 e non ha ancora vinto il titolo solo perchè non ha mai avuto la moto per farlo. Sarebbe andata diversamente  se nell’inverno precedente avesse dato retta a Davide Tardozzi, che si era innamorato di lui e voleva portarlo in Ducati. Il giovane Jonathan non seppe resistere alla sirena Honda, pensava che la Superbike dovesse  essere soltanto il trampolino verso la MotoGP. Invece, in questi anni, la Honda è sempre stata la terza o quarta forza del Mondiale. Rea ha provato ad andare aldilà del limite, qualche volta gli è andata bene (undici vittorie, 33 piazzamenti sul podio in 116 gare) ma più spesso si è fatto male. Caviglia, braccia, polsi, l’ultima grave frattura al femore sinistro volando sull’olio durante il GP di Germania al Nurburgring. L’ennesima brutta botta che gli ha fatto saltare i tre round finali della stagione. E un altro pezzo d’acciaio per tenere insieme le ossa.

Jonathan Rea compirà 27 anni il 2 febbraio, corre con la Honda nel Mondiale SBK dal 2008 (AlexPhoto)

MICCIA ACCESA – Quattro mesi dopo Rea zoppica ancora, ma il polso destro funziona che è un piacere. Nei test di Portimao è andato molto più forte di quanto non dica il suo 1’42”9, comunque due decimi meglio di Melandri. Davanti sono rimaste le Suzuki di Alex Lowes e Eugene Laverty  solo perchè quando loro attaccavano il record la Honda aveva già fatto i bagagli da un pezzo. Forse per non svelare completamente un potenziale che, finalmente, sembra all’altezza delle aspirazioni del pilota.

NOVITA‘ – La Honda CBR-RR a prima vista è la stessa moto che anno scorso ha fatto dannare, in realtà è cambiata radicalmente. In particolare è stata migliorata l’alimentazione, con modifiche agli attuatori delle farfalle con vantaggi d’erogazione e gestione della potenza. Sulla centralina della  Cosworth, azienda britannica con gloriosi trascorsi in F1, adesso gira un software di controllo profondamente rivisto dal mago italiano Massimo Neri, ex Bmw. Sulla pista di Portimao resa infida da umidità, vento e scarsa aderenza, Rea ha tenuto un passo molto spedito rischiando meno di quanto non fosse stato  necessario anno scorso per girare un secondo più alto.

Rea a Portimao (Alex Photo)

ULTIMA CHIAMATA – Jonathan Rea ha rinnovato per un solo anno con la Honda Europa e non ha mai nascosto di puntare alla MotoGP, dove ha già fatto capolino nel 2012 sostituendo l’infortunato Casey Stoner nei GP di Misano e Aragon. Quindi potrebbe essere la sua ultima occasione per vincere il titolo Superbike. 

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1 commento

  1. Pito28 ha detto:

    Sicuramente Jonathan di talento ne ha. Ma non abbastanza da fare pari con i suoi errori madornali e la totale incapacità di capire le situazioni e gestirle.
    Se avesse fatto un’entrata come quella di Dogninton su di me mi sa che di acciaio addosso ne portava anche di più (si scherza è!).
    A mio parere uno così non vincerà mai niente di importante.

    P.s.: liberissimo di sbagliarmi, ma anche st’anno la lotta è a 2. Melandri-Sykes.