21 Maggio 2015

Donington SBK, Giugliano diventerà l'anti Rea?

E' sempre emozionante tornare qui dove tutto è cominciato. Donington Park, tra le dolci e verdissime collinette dell'East Midland, è la culla del Mondiale Superbike. Quel giorno, era il 4 aprile 1988, soffiava un vento gelido e pochi immaginavano che sarebbe cominciata una nuova era. A quell'epoca il Motomondiale era la “moto”, tutto il resto […]

Davide Giugliano, 25 anni, ufficiale Ducati: sarà l'anti Rea?

E' sempre emozionante tornare qui dove tutto è cominciato. Donington Park, tra le dolci e verdissime collinette dell'East Midland, è la culla del Mondiale Superbike. Quel giorno, era il 4 aprile 1988, soffiava un vento gelido e pochi immaginavano che sarebbe cominciata una nuova era. A quell'epoca il Motomondiale era la “moto”, tutto il resto contorno. Invece, in pochi anni, la Superbike esplose arrivando  a fare ombra ai gran premi. Aldilà dei contenuti tecnici, dell'affluenza e del successo in tv il campionato alternativo diventava modo di essere, una moda. Un mito. Allora in pista c'erano Marco Lucchinelli, Davide Tardozzi e Joey Dunlop, l'idolo delle corse su strada. Piloti scolpiti nella pietra, icone col polso destro d'acciaio. Adesso è il tempo di Jonathan Rea, il bravo ragazzo con la faccia angelica. In pista però fa il demonio, otto vittorie in dieci gare.

Domenica vincerà ancora Jonathan Rea?

Pende tutto dalla sua parte. Qui il capofila del Mondiale fa faville da quando era bambino e la prima parte velocissima sembra disegnata apposta per esaltare il suo stile di guida pulito e preciso. Inoltre adesso ha la Kawasaki che qui, un anno fa, fece il bello e cattivo tempo piazzando Sykes e Baz due volte davanti a tutti. Tom, centrato dal compagno in partenza, fu autore di una rimonta da cineteca, dal tredicesimo posto al successo in pochi passaggi. Figuratevi che può fare Rea con lo stesso missile verde…

Giugliano può rovinare i piani del Cannibale?

Davide è l'unico degli avversari che ha il talento e il pacchetto tecnico (Ducati) per provarci. Un anno fa partì in pole, poi cadde per il guanto incastrato nel manubrio. Un errore d'inesperienza che non ripeterà. Vincere in casa del Cannibale sarebbe un' impresa ai limiti del sovrannaturale. Perchè Rea è lanciatissimo, mentre per Davide invece questo è solo il secondo GP dell'anno dopo gli 86 giorni di stop per il grave infortunio precampionato. Inoltre la Ducati, pur in crescita esponenziale, ancora non ha lo stesso equilibrio della Kawasaki.

Perchè la Kawasaki va così forte?

Semplice, ha tutto quello che serve. E' una moto nata bene, infatti è stata protagonista nelle ultime tre stagioni, con un titolo vinto da Tom Sykes e due sfumati per inezie: il mezzo punto 2012 contro Biaggi e il mancato gioco di squadra di Loris Baz nella finalissima di ottobre scorso. Con un pizzico di fortuna in più la ZX-10R avrebbe potuto fare tris, con un pilota di medio livello come Tom.  Ha un motore quattro cilindri in linea potente e versatile, l'elettronica perfetta e un equilibro generale che le altre si sognano. Significa che riesce a sfruttare bene le gomme in ogni condizioni, col caldo e col freddo. Rea è andato fortissimo fin dal primo giorno di test, nel novembre scorso.  Quindi è anche facile da portare al limite. La Kawasaki è un'avversaria formidabile per Ducati e Aprilia.

Rea vince così tanto perchè non ci sono avversari all'altezza?

Il discorso è più complesso. Sulla griglia di partenza ci sono almeno tre talenti che potrebbero provarci. Il primo è Giugliano, ma l'infortunio ha rovinato tutto. Gli altri due, Michael van der Marck e Alex Lowes, non hanno moto  all'altezza. L'olandese fa quello che può con la vecchia Honda, il britannico era partito bene (podio in Thailandia) ma poi la Suzuki ha cambiato elettronica ed è sparita dai radar. Il livello della Superbike non è basso ma è un'annata strana: chi andrebbe forte non ha la moto e chi ce l'ha non va forte. E' un po' è colpa delle Case. L'Aprilia – tanto per non fare nomi – vinceva con Biaggi, Laverty e Guintoli ma adesso non ha i cavalli giusti. Ma è anche colpa dell'organizzatore Dorna, che in MotoGP è forse troppo invasiva nelle scelte mentre in Superbike è completamente assente. Pare che gli spagnoli si stiano accorgendo che la gestione sportiva del campionato così non va. Meglio tardi che mai.

C'è altro?

Si, ricordatevi che stavolta gli orari cambiano. Tre sessioni di qualifica tutte concentrate al venerdi, Superpole sabato alle 13, domenica primo via alle 13 e rivincita alle 16, tutti orari italiani.

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