7 Marzo 2016

Blog MotoGP Che Dio salvi la Michelin…

I francesi debutteranno come fornitore unico. Con il rischio assai concreto di diventare capro espiatorio...

Il precampionato della top class ha smorzato, almeno in apparenza, il fiume di veleni di fine 2015. Tra meno di due settimane a Losail sarà comunque una partenza sul filo del rasoio soprattutto per la Michelin. Tra Lorenzo, Rossi e Marquez (citati in ordine di classifica finale) chi trarrà maggiore vantaggio dal cambio di fornitore? Come reagirà chi, per un motivo o per l’altro, non dovesse adattarsi al primo colpo? Dopo uno stop di sette anni il colosso francese ci mette la faccia. Debuttando da nuovo fornitore proprio nel GP che, volenti o nolenti, sarà la rivincita di Valencia.

Nicholas Goubert è il capo del settore competizioni moto

Nicholas Goubert è il capo del settore competizioni moto

UN AFFARE COMPLICATO – La Michelin vanta una lunghissima esperienza nella top class del motociclismo. Dagli anni ’80 in poi è stata la Marca di riferimento prima in 500 e poi della MotoGP. E’ uscita di scena a fine 2008 quando Dorna decise di imboccare la strada del fornitore unico, seguendo Superbike e F1. “Non ci interessa correre se non c’è sfida” dissero allora i francesi, ma poi hanno cambiato idea. La difficoltà del rientro non sta tanto nel periodo di stop, quanto doversi adattare ad un metodo di lavoro che Michelin non conosce. Fare il fornitore unico è un affare completamente diverso che correre in regime di concorrenza appoggiando solo due-tre team di punta. Michelin era abituata a progettare gomme su misura per singola marca, andando incontro alle specifiche richieste del top rider del momento. Significava fare una produzione esclusiva, di pochissimi esemplari. In talune circostanze i francesi erano perfino in  grado di costruire coperture ex novo la notte prima del GP, intervendo su mescole, carcassa e struttura sulla base dei dati raccolti durante le prova. Adesso bisognerà  realizzare gomme non solo molto competitive, ma soprattutto adeguate a  moto di cinque costruttori con motori, telai e specifiche assai differenti. Senza contare che Lorenzo, Rossi e Marquez hanno stili di guida opposti…  La difficoltà più grande sarà produrre  le 2-3 soluzioni disponibili per ciascun GP nei quantitativi sufficienti per  l’intera griglia. Michelin ha tecnologia e organizzazione al top ma che tutto fili liscio fin dal primo GP è assai improbabile.Michelin gomme

TEST PROBLEMATICI – Nessuna delle tre sessioni precampionato è filata liscia. A Sepang c’è stato lo scoppio della posteriore di Loris Baz, a Phillip Island le molte cadute causate dal repentino abbassamento delle temperature, in Qatar problemi con una delle due soluzioni d’anteriore rivelatasi inutilizzabile. Per cui, con un solo tipo disponibile, i piloti sono rimasti a corto di gomme, dovendo centellinare le uscite.  Che la Michelin, nel medio periodo, sia in grado di realizzare delle supergomme non è in dubbio, bisognerà vedere quanto sarà lungo il rodaggio. Nel frattempo i tecnici del bibendum avranno addosso una pressione incredibile. Perchè la MotoGP è un affare assai complicato, non è come la Superbike dove il carisma dei piloti è minore e qualunque problema passa quasi inosservato. In Australia, due settimane fa, la Pirelli ha avuto le sue belle gatte da pelare. In Supersport, la classe di mezzo, il campione del Mondo Kenan Sofuoglu è volato per aria a tre giri dalla fine con la vittoria in pugno per lo scoppio della posteriore. Rialzatosi incolume, Kenan si è precipitato ai box e per prima cosa ha postato su Twitter la foto della gomma distrutta e il suo sfogo. In turco. Per cui, dopo mezza giornata, il caso è evaporato. In MotoGP è tutto diverso. I piloti (in tutti i Mondiali) firmano prima dell’inizio del campionato un documento che li obbliga a non parlare male delle gomme, ma non sempre funziona .  Lo stesso sfogo in catalano avrebbe fatto il giro del pianeta e in dialetto pesarese sarebbe arrivato ai confini della galassia…

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