6 Febbraio 2016

Blog MotoGP Nuovi giudici ma comanda sempre la Spagna

La fanno franca i tre commissari di Sepang: confermati. Introdotta una nuova commissione ma non cambierà niente, comandano sempre i soliti

“Dorna non vuole più entrare nel giudizio dei fatti sportivi” assicurava poco tempo fa il boss della MotoGP, lo spagnolo Carmelo Ezpeleta. Scottata dalle polemiche esplose col caso Rossi-Marquez-Lorenzo la società padrona della top class ha varato una piccola rivoluzione che però, aldilà dei comunicati appena usciti, non ha cambiato un bel niente. Vediamo come e perchè.

DITTATURA – La novità è l’istituzione di una nuova commissione di tre membri che dovrà giudicare i fatti più gravi. Come, per intenderci, la discussa collisione tra Rossi e Marquez a Sepang. La dirige il britannico Mike Webb, lo stesso che era direttore di gara in quella complicata domenica, nonché uno dei tre membri della Race Direction, fino ad oggi il massimo ente giudicante in circuito. Gli altri due saranno commissari designati dalla Federmoto Internazionale Motociclistica, designati a rotazione in una rosa di otto.  Qui viene il bello, perchè per contratto Dorna ha in mano la gestione completa della MotoGP. Non solo i diritti pubblicitari e TV, come sarebbe lecito, ma anche la stesura dei regolamenti tecnici e di tutte le scelte strategiche. Anche delle sanzioni, se impattano sul potenziale d’interesse del campionato: incassi in circuito, diritti tv, ect.  In una parola: carta bianca. La FIM, quando serve, ci deve mettere il cappello, ma è sempre la Dorna che decide, alla luce del sole o dietro le quinte. Perchè così è stabilito da un accordo per il quale gli spagnoli versano svariati milioni di euro l’anno nelle casse federali. Quindi la nuova commissione è solo un paravento ed è abbastanza improbabile   che i due membri FIM decidano contro il volere della Dorna. Che, guarda caso, ha messo a capo del terzetto un suo uomo, Webb appunto, nelle vesti di coordinatore. Ezpeleta ha fatto come quei dittatori che quando ci sono le elezioni permettono l’ingresso nel Paese di osservatori internazionali. Tanto il trucco c’è, basta non si veda…

SOLITE FACCE – Il colmo è stato riconfermare in toto la Race Direction dell’anno scorso. Si tratta dello stesso Webb, che ha il ruolo di direttore di gara, l’ex iridato Franco Uncini (sulla carta rappresentate FIM, ma pagato da Dorna) e di Javier Alonso, che della società spagnola è il numero tre. Cioè lo stesso trio che a Sepang per il fattaccio Rossi-Marquez sentenziò di confermare il terzo posto dell’italiano obbligandolo a partire in fondo allo schieramento nel GP successivo. Un verdetto platealmente di convenienza che fini per scontentare tutti. Il colmo fu dopo, quando Webb e Alonso fornirono alla stampa dettagli sui motivi della decisione (per altro neanche concordanti…) alimentando ulteriormente il fuoco della polemica. Come se l’arbitro di calcio si mettesse a raccontare nel dopo partita perchè ha preso certe decisioni. Okay il depotenziamento decisionale, ma una rimescolata di nomi avrebbe salvato  le apparenze. Ma non ce n’è bisogno perchè il potere di Dorna è totale. Cambiare poco, per non cambiare niente.

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