8 Agosto 2011

Superstock 1000: intervista a Danilo Petrucci

L'italiano protagonista della Stock 1000 e tester Ducati Corse

Il 2011 per Danilo Petrucci è un anno pieno di impegni, dalla FIM Superstock Cup nella quale è uno dei pretendenti al titolo, passando per il CIV Stock 1000 dove è il leader della classifica e continuando con il lavoro da tester ufficiale Ducati per lo sviluppo della nuova Superbike Extreme 1200. In ambito europeo “Petrux” ha riaperto i giochi per il titolo grazie al successo ottenuto a Silverstone nell’ultimo round di Silverstone, il primo della carriera nella competizione, dopo che il pilota umbro, alfiere del Team Italia e pilota Ducati Barni Racing era stato sfortunato protagonista di problemi tecnici (Misano ed Aragon) e di una caduta (Brno), che ne avevano limitato i risultati in gara. Il lavoro di test della nuova 1200cc di Borgo Panigale è invece un “onere” di rilievo assoluto per il giovane centauro italiano,  che lo ha portato nello scorso mese di maggio ad incrociare le traiettorie in pista al Mugello nientemeno che con Valentino Rossi, impegnato a sviluppare la Desmosedici GP12 che scenderà in pista il prossimo anno. Finalmente per te è arrivato il tanto cercato primo successo in carriera, in un punto fondamentale della stagione. Il tuo successo è coinciso con il primo errore del tuo principale rivale per il titolo, autore fino ad ora di una stagione perfetta. Credi che questa somma di avvenimenti possa rappresentare una svolta per questo 2011? “Sicuramente è una svolta, Giugliano non aveva mai commesso errori in gara e soprattutto è sempre stato tenace e incredibilmente veloce in tutte le prove fin qui disputate, inoltre disponiamo della stessa moto e questo ci mette ancora di più in rivalità. Ho vinto per la prima volta a Silverstone ma era da un po’ che  cercavo questo successo, già dalla prima gara di Assen quando, proprio con Davide siamo arrivati al fotofinish. A Misano ed Aragon sono stato limitato da problemi tecnici – problemi alla pompa del freno in Italia, rottura della frizione e della terza marcia al primo giro in Spagna – mentre a Brno ho fatto un errore che non dovevo fare: ero in fuga in testa, ero tranquillo, forse troppo perché vedevo che a ogni giro gli inseguitori si allontanavano. Ho fatto quella curva come le altre volte solo che non so cosa sia successo, so solo che mi sono ritrovato in terra. Ho avuto l’occasione di aprire il campionato, ed invece alla fine dello stesso, paradossalmente, sembrava definitivamente chiuso. Infine è arrivato Silverstone, primo dal venerdì alla domenica. Era la mia ultima chiamata per far vedere che ero veloce anche in gara ed è andata bene, ora devo semplicemente continuare cosi ogni domenica e poi a fine campionato vedere chi è stato il più bravo.” In gara tu e Davide Giugliano non vi siete risparmiati e nessuno dei due voleva darsi per vinto. Ad ogni attacco è sempre seguita una replica. E’ stata una strategia cercata e voluta da parte tua per mettere pressione al tuo avversario?  “Se devo dire la verità si. Ho notato che in gara se lasci in testa Davide e gli permetti di fare la sua strada è molto difficile da sorpassare, cosi fin dall’inizio volevo mettergli pressione passandolo appena ne avevo la possibilità, per fargli capire che io ero li, che non mollavo. Lui era molto veloce nella prima parte del circuito, io nell’ultima. Praticamente ogni giro ci passavamo almeno due volte, fino al momento del suo errore. Non me lo aspettavo sinceramente, perché eravamo entrati in quella curva come altre volte, ma stavamo spingendo fortissimo da tutta la gara. Sicuramente nelle prossime gare un avversario forte come lui non ricadrà nello stesso tranello, è senza dubbio il pilota più forte con cui mi sia mai confrontato.” Quanto vale questo successo dopo tutti i problemi avuti in questa stagione?  “E’ un successo che vale tanto, non solo in rapporto allo ‘zero’ di Davide. E’ stata la dimostrazione che posso essere veloce anche in gara e non solo in prova, io già lo sapevo ma non ero mai riuscito a dimostrarlo agli altri. adesso che ho vinto forse la gente incomincerà a capire che posso vincere anche contro avversari forti come Giugliano, Zanetti, Barrier e Canepa, ovvero i piloti più veloci del campionato, con cui saranno scintille da qui alla fine. E’ stata comunque una dimostrazione di forza per la gente che vede, per i miei avversari e anche per me.” Cosa ci puoi dire dei test della Ducati Extreme 1200?  “Per quanto riguarda i test non posso dire molto riguardo la moto, senza dubbio dalle foto che sono uscite è evidente il taglio netto con il passato Ducati, con quelli che erano i dogmi della casa italiana: su questa moto infatti non verranno riproposti. Posso dire però che l’essere entrato nella storia Ducati come primo tester della nuova moto è una delle più grandi soddisfazioni della mia vita, lavorare con gente che ha vinto tanti titoli mondiali ed ha contribuito a rendere la Ducati una leggenda nel mondo è stato un onore. Ho fatto due test, sono piaciuto all’ingegner Marinelli, che è il capo progetto della parte SBK, il quale mi ha confermato anche per i prossimi che si svolgeranno da settembre in poi. Cercavano un pilota veloce, sensibile e ben allenato e sembra che in me abbiano trovato queste caratteristiche.” Quali sono le sensazioni relative alla moto? Analogie, differenze?  “Non posso parlare delle sensazioni poiché ho un contratto con Ducati che me lo vieta, finché la moto non sarà presentata ufficialmente: è un peccato perché tanta gente me lo chiede ed io faccio la figura dell’antipatico, però è un occasione grandissima che non voglio buttare. Stiamo lavorando moltissimo, facciamo anche 500 km al giorno, che per tre giorni al Mugello sono un enormità, ma sono anche sintomo che Ducati nel nuovo progetto crede tantissimo. Si comincia la mattina alle 9 e si finisce la sera alle 18.30, in ogni uscita devi essere il più veloce possibile e tirare fuori il massimo da ogni particolare, perché alla fine è il cronometro che parla.” Hai diviso il tracciato del Mugello Valentino Rossi e hai avuto l’occasione di scambiarci quattro chiacchiere lo scorso mese di maggio. Che impressione ne hai avuto?  “Nel primo test a maggio, per un solo giorno, ha girato anche Valentino con la GP12 del prossimo anno. Ho avuto la fortuna di vederlo girare durante il giorno, anche se lui non ha cominciato la mattina alle 9 come me! Però a fine giornata è venuto nel mio box, mi ha stretto la mano perché ha detto che mi ha visto girare, sostenendo che da fuori come impostazione sembro Stoner.” “Visto i non buoni rapporti che corrono tra Valentino e Casey non ero sicuro si trattasse di complimento o  di un’offesa, ma quello che più mi è rimasto impresso è il fatto che abbiamo parlato per mezz’ora e mi ha trattato come un pilota del suo livello, nonostante lui abbia sulle spalle 9 mondiali e io nemmeno uno. A dir la verità anche l’ingegner Preziosi, che è uno dei responsabili del progetto Extreme, dalla telemetria mi ha detto che uso il gas come Stoner, e questo mi rende estremamente felice. Spero di ripetere l’esperienza perchè girando, seppur per brevi tratti ahimè, con Valentino, ho visto fare delle traiettorie che non avevo mai visto fare a nessuno.” Programmi per il prossimo anno? “Per il prossimo anno gli obiettivi sono due, approdare in Superbike o al mondiale Moto2. Dico questo perché sinceramente non mi aspettavo di ricevere proposte dalla da quest’ultima, invece ne sono arrivate tre e dal Mondiale Superbike nemmeno una. Forse è presto per parlarne, molte cose in più si sapranno dal Nurburgring in poi, ma mi ha un po’ spaventato il fatto che in World Superbike si continui a preferire piloti a fine carriera, e che non vanno più nemmeno forte, a piloti giovani. Mi dispiace non essere preso in considerazione, mentre mi ha fatto piacere invece sapere che sono interessante per la Moto2, non me lo aspettavo a dir la verità.” Valerio Piccini Servizio Fotografico Diego De Col

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