25 Marzo 2019

Marcos Garrido “campeon”: dopo il funerale monta la polemica

L'ultimo saluto al 14enne Marcos Garrido nella sua Rota, accompagnato al grido di "campeon, campeon". In Spagna monta la polemica sull'età minima.

Il funerale di Marcos Garrido

Alle 13:30 di oggi, nella città di Rota, si sono svolti i funerali di Marcos Garrido, deceduto domenica pomeriggio dopo un incidente a Jerez. Partecipava ad un test Supersport 300 regionale, su una pista che considerava la sua seconda casa. Al grido di “campeòn, campeon” decine di persone tra amici e familiari hanno accompagnato il feretro nella cappella della città adornata a lutto cittadino. Ancora una volta la pista ha reclamato un cinico tributo di sangue, è la fredda legge della velocità.  Il corpo di Marcos Garrido verrà cremato lunedì, per essere poi sepolto nel cimitero di Rota.

Jerez era la seconda casa di Marcos

Il presidente della Federazione andalusa di Motoclismo, Juan Alvarez, ha spiegato ai giornalisti che Marcos Garrido è caduto all’uscita di una curva e la moto proveniente dalle retrovie lo ha investito. Una fatalità imprevedibile, perché il 14enne aveva tutti i requisiti per svolgere questo test. Fra tutti i piloti presenti in pista probabilmente nessuno aveva effettuato un maggior numero di giri sul tracciato andaluso. “Era la sua seconda casa, era sempre lì in allenamento“. L’anno scorso ha svolto il medesimo test senza nessun problema. Il presidente della Federazione ha spiegato che la categoria Supersport 300 è stata creata per offrire un’opportunità “più economica” e “tecnicamente non molto complicata” ai giovani fan di questo sport, come il pilota deceduto.

Il motociclismo è stato “la sua vita, la sua passione“, uno sport che ha praticato da bambino a seguito di un’ammirazione nei confronti di Valentino Rossi. “Lui sa vincere tutto“, aveva detto in una recente intervista. Marcos è salito sulla sua prima moto all’età di due anni, a sei ha partecipato alla prima competizione ufficiale, è divenuto campione del Trofeo Andaluz Cup South Apan nella categoria Polini 6. Da allora la sua passione non si è più arrestata, nonostante fosse uno sport costoso per gli spostamenti e per puntare ai piani più alti. Nel 2018 ha preso parte alla Yamaha Challenge bLU cRU R3 (all’interno del campionato spagnolo di velocità) dove si sono incontrati giovani motociclisti promettenti. Quest’anno ha iniziato l’avventura nella SS 300, con il team Cardoso, avventura che si è arrestata nella gara d’esordio, al sesto dei dieci giri previsti.

Il dibattito sull’età minima

Dopo la tragedia in Spagna sono in molti a chiedersi se i limiti di età dovrebbero essere rivisti per competere negli sport motoristici. Lo scorso mese di giugno il catalano Andreas Perez, 14 anni , è morto a seguito di un incidente al Montmeló in una gara del Mondiale Junior Moto3. La Spagna è la più grande incubatrice di campioni delle due ruote. Tanti piloti di ogni nazione passano da qui prima di entrare nel Motomondiale. Ma non esiste una legislazione unica per tutte le autonomie in termini di età e categorie. La gara cui partecipava Marcos Garrido dipendeva unicamente dalla federazione regionale in questione.

Ogni federazione può impostare i propri regolamenti in autonomia. Non esiste un criterio unico. Anche in tema di assicurazione, che dovrebbe avere uno standard nazionale uniforme, ma ognuno ha la propria legge autonomia. La Federazione nazionale spagnola non può metterci il naso, se non nei campionati nazionali. “Il motociclismo delle categorie inferiori è uno sport regolamentato come qualsiasi altro sport federato. Ha una graduale evoluzione in età e dislocamento in base all’abilità e all’evoluzione dei piloti“, spiega la Federazione motociclistica spagnola a ‘Mundo Deportivo’. D’altronde là dove c’è l’autorizzazione dei genitori il minore ha via libera alla partecipazione. E nessuno può mettere il piede avanti in assenza di un regolamento nazionale.

[embedcontent src=”twitter” url=”https://twitter.com/Antena3Deportes/status/1110182523685031936″]

Lascia un commento