16 Maggio 2018

Sogni infranti: La FMI non fa più correre il mitico Cesare Fabbri!

La burocrazia uccide la nostra storia: alla Leccio-Reggello non hanno fatto partire l'85enne bolognese monumento della velocità in salita

Correva l’anno 1952, l’Italia si stava ormai rimettendo dalle ferite del conflitto e gli amanti del motociclismo trovavano il modo di correre praticamente ogni settimana. Che importava se il solo impianto permanente era Monza: con quattro balle di paglia ogni paese poteva improvvisare il proprio circuito.

Questa pagina di La Moto del luglio 1952, cioè oltre 65 anni fa, riporta la cronaca relativa al Circuito di Avenza. Ebbene, fra le nuove “promesse” che si sono viste in gara è menzionato anche un certo Cesare Fabbri, giovane pilota bolognese praticamente agli esordi.

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Vi sento già chiedere “E allora?” Allora quel Cesare Fabbri altri non è che lo stesso pilota che fino alla scorsa stagione, anno 2017, tredici lustri dopo, è sceso in gara nel CIVS Epoca gruppo 4 con una PCB 50 motore F.Morini curata personalmente ed amorevolmente trasportata nella sua auto sui campi di gara! Tutto il mondo della salita ammira il bravo Cesare, la sua immensa passione e la sua volontà, ormai diventati leggenda.

BUROCRAZIA – Gli unici che sembrano pensarla in modo diverso sono proprio i vertici della FMI. Poiché gli ultra 75enni in Italia non possono più richiedere la licenza agonistica Fabbri era stato costretto ad emigrare in Francia, al MC.Nice, gareggiando così con licenza francese anche nelle gare italiane.
Ma da quest’anno i Soloni della FMI hanno deciso che i piloti con più di 75 anni non possono gareggiare nelle manifestazioni sotto l’egida FMI, anche se in possesso di una licenza UE, e così lo sbigottito Cesare, classe 1933, che si era puntualmente presentato alla Leccio-Reggello (Firenze),  alla prima prova del CIVS, si è visto mettere alla porta dal Commissario Sportivo, il quale non poteva far altro che applicare le nuove regole federali.  Questo malgrado Fabbri gareggi ormai da tempo solo in Gruppo 4, cioè non una prova di velocità pura, quanto piuttosto di abilità nel ripetere quanto più possibile un tempo di riferimento da lui stesso definito, quindi non obbligatoriamente spingendo al massimo. Certe regole rimangono difficilmente comprensibili al popolo bruto, cioè a noi appassionati. Chissà, magari se a Spoleto-Forca di Cerro, il prossimo27 maggio, si presentasse alla gara dell’Euro Climb Cup, dove vigono le regole internazionali, in sella ad un bel 1000 Open invece che sul suo cinquantino d’epoca,  saranno costretti a farlo partire?

(Paolo Gozzi) Cesare Fabbri è stato uno dei primi piloti di moto che ho visto in vita mia. Era accampato con la sua auto in una stradina di campagnan vicino a Certaldo, la mia città, pronto a scattare a tutto gas verso Gambassi. Era il 1974, e io solo un bambino. Se le moto e le corse mi sono piaciute subito, tanto da farne una ragione di vita, è anche merito di Cesare, e di quelli come come lui. Qualche anno fa, tornato ad assistere dal vivo una gara di velocità in salita dopo decenni, è stato un tuffo al cuore rivedere Cesare Fabbri. Ancora lui, con il cinquantino da GP smontato sulla macchina targata Bologna. Tutto come allora. Dico solo una cosa: compito di una Federazione Sportiva dovrebbe essere far vivere (e sopravvivere) i sogni, non ucciderli. Presidente Giovanni Copioli, faccia ricominciare a correre Cesare Fabbri. E i nostri sogni. 

 

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2 commenti

  1. Maurizio Mazzoni ha detto:

    Ben detto Paolo. Per dare ai lettori più giovani un’idea delle tempistiche in gioco ricordiamo che in quella Certaldo-Gambassi 1974, quando Fabbri correva già da quasi un quarto di secolo, c’era anche, quasi al debutto assoluto, un certo Marco Lucchinelli con una Aermacchi 250 4 tempi!

  2. Morini ha detto:

    PROPOSTA per i piloti del CIVS.
    Per protestare contro l’esclusione di Fabbri chi va sul podio festeggia con la coppa rovesciata. Tanto alla FMI non cambiano idea. Ricordatelo alle prossime elezioni!