F1/Ferrari: manifattura additiva per creare l’unità di potenza
Ferrari impiega l'additive manufacturing per costruire alcune parti della power unit, abbattendo i costi e riducendo i tempi di produzione
La tecnologia applicata alla F1 è molto più complessa di quanto si possa pensare. Da sempre all’avanguardia, la massima categoria del Motorsport propone soluzioni innovative. Una specie di laboratorio che assume il ruolo di apripista per settori quali aerodinamica, elettronica, meccanica e software. Tale contesto viene poi utilizzato dalle case automobilistiche trasferendo il know how nell’ambito delle vetture stradali.
Tra le varie pratiche che durante gli ultimi tempi stanno prendendo sempre più campo in Formula Uno troviamo la cosiddetta Additive Manufacturing. Si tratta di una modalità produttiva che permette la creazione di componenti tramite stampanti 3D. Partendo da modelli computerizzati si possono ottenere oggetti molto più rapidamente. Inoltre, tale manifattura, incide positivamente sugli aspetti economici, logistici e strategici.
F1/Manifattura attiva: tecnologia in espansione in casa Ferrari
La storica scuderia modenese ha preso l’occasione al volo implementando la produzione additiva già da tempo. Non è mistero, infatti, come i tecnici del Cavallino Rampante abbiano utilizzato la manifattura additiva per alcune parti della Ferrari F1-75 come il propulsore. Scenario che, malgrado alcune difficoltà riscontrate nel processo, continuerà ad essere utilizzato anche in futuro.
Per scoprire maggiori dettagli in merito all’utilizzo di questa tecnologia da parte del team di Maranello, potete consultare la web Formula Uno Analisi Tecnica che ha dedicato uno scritto sull’argomento fruibile a questo link.
Autore, rendering: Alessandro Arcari –@berrageiz
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