28 Maggio 2014

La Kawasaki che prese la tosse e guarì da sola

La Kawasaki campione del Mondo ha un brutto carattere. Se la tratti male si arrabbia e le vengono i “cinque minuti”,  poi le passa e ricomincia a correre, più veloce di tutte. Le moto da corsa oggi hanno il cervello (elettronico), il carattere e l’anima. Manca solo che parlino, ma basterebbe volerlo…. LA VERDONA CON […]

La Kawasaki campione del Mondo ha un brutto carattere. Se la tratti male si arrabbia e le vengono i “cinque minuti”,  poi le passa e ricomincia a correre, più veloce di tutte. Le moto da corsa oggi hanno il cervello (elettronico), il carattere e l’anima. Manca solo che parlino, ma basterebbe volerlo….

Tom Sykes con il suo ingegnere di pista Marcel Duinker

LA VERDONA CON LA TOSSE – Il campione del Mondo Tom Sykes ha sbancato Donington tornando al comando della classifica e nel dopo gara ha fatto questa curiosa dichiarazione: “Al primo giro Loris Baz (il compagno di squadra, ndr) mi è venuto addosso e la Kawasaki per tre-quattro giri non andava più. Rantolava, come avesse la tosse. Ma poi si è schiarita la voce e ha ripreso a cantare.” Eccome ha cantato: Sykes, sprofondato in undicesima posizione,  è partito alla riscossa dribblando gli avversari come neanche Cristiano Ronaldo: all’interno, in frenata, in accelerazione,  anche due alla volta. Ha segnato una doppietta spettacolare e  aldilà dei toni poetici la dichiarazione del vincitore ci ha molto incuriosito. Com’è che la Superbike più competitiva ha preso la tosse ed è guarita da sola? Facciamo delle ipotesi.

PIATTAFORMA INERZIALE – Nella  Superbike (derivate dalla serie) l’elettronica è libera e le squadre principali utilizzano le stesse centraline, cablaggi, sensori  e software in uso nella MotoGP (prototipi). La Kawasaki,  con Ducati e Aprilia, è la squadra più avanti in questo settore. Baz potrebbe aver colpito con violenza la piattaforma inerziale, una scatolina che misura circa 3x4x2 centimetri. Viene alloggiata vicino al baricentro della moto, in genere nella zona pedane-ammortizzatore. La piattaforma inerziale è uno dei sensori più importanti: rileva l’angolo di piega e l’accelerazione della moto sui tre assi X, Y e Z, cioè verticale, longitudinale e orizzontale. I dati vengono inviati al computer di bordo che gestisce i parametri d’esercizio del veicolo (controllo di trazione, antimpennamento, ect) in base alle istruzioni impartite via software dai tecnici.

IPOTESI UNO – Il forte urto potrebbe aver mandato il sensore momentaneamente in tilt, proprio il termine usato da Sykes nel dopo gara. La piattaforma inerziale è istruita per “sopportare” urti e sollecitazioni di un certo tipo, mettiamo pari a 1G di forza. Il contatto con Baz sicuramente è stato molto più violento e potrebbe aver messo il sensore in allarme, facendo scattare un software di autodiagnosi e riparazione. Che, in qualche minuto, può esser stato in grado di riportare il sensore al “punto zero”, cioè al funzionamento regolare.

La sbandatona di Tom Sykes nelle prove di Donington

IPOTESI DUE –Oppure la botta potrebbe aver alterato in maniera determinante qualche valore di esercizio del veicolo, per esempio lo scivolamento laterale,  o determinato un anomalo spin della ruota: in entrambi in casi significa che la ruota non “fa presa”, esattamente come succede quando l’aderenza cala per degrado della gomma posteriore. I sistemi di controllo di trazione più evoluti (come quello della Kawasaki) sono “autoadattanti”, cioè variano la taratura della potenza da trasferire alla ruota motrice a gara in corso, in base al decadimento del grip, senza alcun intervento del pilota. In passato  questa funzione era svolta  dal pilota  tramite  dei pulsanti sul manubrio sinistro: ad ogni tastino corrispondeva una mappa specifica dalla più aggressiva (inizio gara, tanto grip, tanta potenza) a più morbida (fine gara, poco grip, meno potenza). La piattaforma inerziale al momento dell’urto potrebbe aver rilevato dati che hanno istruito la centralina a ridurre potenza, agendo su vari parametri: minore apertura delle farfalle dell’alimentazione, limitazione dei giri motore e forse anche lo spegnimento controllato (per qualche attimo) di due dei quattro cilindri. Un comportamento normale a fine gara ma anomalo al primo giro: i colpi di tosse di cui ha parlato Tom. Anche in questo caso, dopo un paio di giri, il sistema si sarebbe potuto autocorreggere, rilevando che il grip e il comportamento del posteriore erano tornati nella norma.

MISTERO – Ovviamente si tratta di ipotesi. Solo gli ingegneri di Kawasaki Motor Racing sanno esattamente cosa abbia fatto venire la tosse alla  ZX-10R e come, in pochi giri,  sia guarita da sola. La verità, se volessero,  potrebbero raccontarcela  Marcel Duinker, ingegnere di pista di Tom Sykes, e Danilo Casonato, il tecnico italiano che ha sviluppato con il collega Paolo Marchetti il fantastico software che ha messo le ali a Tom Sykes. Che il venerdi di Donington è riuscito a controllare  una impressionante perdita di aderenza alla Curva Coppice, sui 190 km/h. Tom è un grandissimo pilota, un fuoriclasse. Ma senza elettronica stavolta sarebbe atterrato nel vicino aeroporto di East Midlands….

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