27 Aprile 2016

Moto3: la rimonta da favola di Brad Binder che fa discutere

Da 35° a 1°: l'impresa storica di Brad Binder a Jerez che fa chiacchierare il paddock del Motomondiale...

From last to first“. Roba da Marc Marquez (Valencia 2012) o… da Brad Binder! L’impresa del giovane pilota sudafricano, da 35° (ultimo) in griglia a vincitore del Gran Premio di Spagna a Jerez, resterà a lungo scalfita nella storia del Motomondiale. Il ‘biggest comeback‘ di sempre della specialità è frutto di un Binder in stato di grazia, di una rimonta che porta con sé delle ragioni da sviscerare, ma come spesso capita in questi casi anche una coda di polemiche, mormorii e le immancabili “tesi complottistiche” frutto di un risultato che non piace propriamente a tutti, specie agli avversari.

PERCHE’ BINDER E’ PARTITO ULTIMO? – La ‘remuntada‘ di Binder inizia sabato pomeriggio. Autore del secondo crono nelle qualifiche ufficiali preceduto dal nostro Nicolò Bulega, l’ex protagonista della Rookies Cup ed il team Red Bull KTM Ajo ricevono la notifica di una sanzione per irregolarità tecnica. Nelle verifiche post-qualifiche i commissari riscontrano una ‘anomalia‘ alla centralina elettronica (unica, Dellorto): più nel dettaglio un software “non omologato” non corrispondente con la versione opportunamente omologata. Da prassi regolamentare ciascuna modifica alla ECU (mappatura compresa) deve essere rendicontata al Responsabile Tecnico FIM e, se rientrante nei parametri tecnici, successivamente omologata dalla casa costruttrice. Non è accaduto in questo caso e, stando a quanto dichiarato da Aki Ajo in persona, si è trattato di un “errore umano” (una “leggerezza“) del telemetrista al seguito di Binder. Ciò che ha fatto discutere al riguardo è il conseguente appello formalizzato dopo la notifica della penalità: trattandosi di un “errore umano” ed ammettendo le proprie colpe, di fatto poteva esser evitato il deposito di 1.320 € per formalizzare l’appello. Un ricorso logicamente respinto alle 18:10 di sabato 23 aprile dalla Corte d’Appello FIM presente sui campi di gara con la conseguenza di vedere Binder scattare dall’ultima casella.

In 17 giri da 35° a 1°...

In 17 giri da 35° a 1°…

LE POLEMICHE – Un fatto accolto tra lo stupore generale. L’ufficialità di questa sanzione, infatti, è arrivata soltanto in prossimità del via della gara: tempistiche sì ristrette, ma sufficienti per far scatenare una serie di voci incontrollate. C’è chi ha parlato di una ‘vendetta’ della FIM per la formale richiesta di informazioni dei mesi scorsi di Pit Beirer (CEO KTM) in merito a “presunte” (virgolettato d’ordinanza, ma i 100 giri in più in 5° e 6° marcia erano stati accertati…) irregolarità tecniche Honda della passata stagione. In sostanza, una volta ‘pizzicati’, al team ufficiale KTM della Moto3 non gliel’hanno fatta passare liscia… Una dietrologia esasperata poi alla visione della gara con ‘Bradical‘ che, uno dopo l’altro, passava in certi casi con disarmante semplicità gli altri 34 piloti. A molto è sorto il dubbio se effettivamente Binder stesse correndo “fuori regolamento” anche in gara, ma le successive verifiche tecniche escluso questa possibilità.

C’E’ POCO DA DIRE: BINDER VA FORTE – Quel che è certo che per vincere una corsa simile bisogna essere dei manici: non commettere la benchè minima sbavatura, riuscendo a recuperare 34 posizioni in 17 giri e dar vita ad una fuga in solitaria, non è cosa da tutti. Ci è riuscito Brad Binder che con Jerez ha un rapporto speciale (exploit nel 2013 con una Suter Honda del team di Caponera, primo podio lo scorso anno da alfiere KTM Ajo) ed in gara ha viaggiato con un passo insostenibile per chiunque. Se la maggior parte dei piloti (anche del gruppo di testa) ha rallentato di parecchio il proprio ritmo rispetto alle prove, il #41 ha mantenuto una costanza di rendimento proverbiale con crono non dissimili dal potenziale velocistico espresso nelle libere. Una delle motivazioni alla base di questa impresa.

Brad Binder festeggia la sua prima vittoria nel Motomondiale

Brad Binder festeggia la sua prima vittoria nel Motomondiale

SUDAFRICANO NELLA STORIA, ORA LE MANS – Oltre al ‘biggest comeback’ di sempre, Brad Binder in un sol colpo è diventato il primo sudafricano a vincere nella classe entrante del Motomondiale, ponendo la parola fine ad un digiuno di successi ‘Made in RSA‘ per perdurava dal GP di Monza 1981 nella 350cc, all’epoca a firma Jon Ekerold. Da capoclassifica di campionato si presenterà tra 10 giorni a Le Mans guardando già al futuro: il titolo mondiale gli spalancherebbe le porte della Moto2 sempre con la compagine di Aki Ajo. D’altronde lui la KALEX di Johann Zarco l’aveva già provata il novembre scorso a Valencia…

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1 commento

  1. Sbulbor ha detto:

    Per poter analizzare la situazione bisognerebbe vedere i dati delle prove ed il cronometrico della gara. In effetti è parso stranissimo, ma dopotutto la KTM viaggia e quella ufficiale forse anche di più…boh!