18 Ottobre 2019

MotoGP, Valentino Rossi: “Yamaha può fare ogni cosa se vuole”

Valentino Rossi fa un passo indietro con la base della M1 e chiede maggiori sforzi a Yamaha. Esteban Garcia sottovaluta la frenata con due dita.

Valentino Rossi a Motegi

Maverick Vinales si riconferma anche a Motegi come “primo pilota” del box Monster Energy Yamaha. Nella FP1 rifila 8 decimi al compagno di box Valentino Rossi, nella FP2 il distacco si riduce a 4 decimi. Simili in termini i velocità massima raggiunta (305,9 contro 300 km/h), la differenza riesce a farla in percorrenza di curva.

Valentino Rossi, perse da tempo le speranze di titolo mondiale, ha iniziato una nuova fase di collaudatore. Ha abbracciato in toto le novità apportate dopo il test di Misano, come ultimo disperato tentativo per avvicinarsi alla zona podio. Riuscitoci subito dopo la pausa estiva, dopo Aragon e Buriram ha dovuto fare marcia indietro. Ha riposto forcellone in carbonio, la copertura in carbonio sull’anteriore e il doppio scarico per ripartire dalla base classica della M1.

Maverick Vinales, al contrario, non ha adottato le nuove componenti Yamaha se non per brevi sessioni. Una saggia decisione che ha premiato in termini di punti in classifica. Tant’è che si ritrova a lottare per il terzo posto iridato. Una dimostrazione ulteriore che nel box dello spagnolo sembra regnare una maggiore reazione alle novità e agli assetti. Ora il Dottore si spinge oltre e prova a cambiare anche lo stile di guida, frenando con due dita. Lapidario il commento di Esteban Garcia, capotecnico di Vinales: “Due dita o tre non cambia molto, l’importante è il feeling“. E sul forcellone in carbonio mai adottato in gara dal suo pilota: “Inizialmente dava più grip ma poi la differenza è minima“.

YAMAHA E I VUOTI IN FASE DI COLLAUDO

Idee chiare che non hanno fatto perdere tempo a Maverick. Ogni eventuale test viene ora rimandato a Valencia dopo il campionato. “Per me il forcellone in carbonio non è peggiore – ha commentato Valentino Rossi -. Ma abbiamo deciso di usare comunque l’altro“. Questa situazione dimostra che Yamaha ha bisogno di un test team all’altezza. Negli ultimi due mesi Jonas Folger non ha mai testato, in un momento cruciale in cui si cerca la retta via per il 2020. Diversamente da Honda, Suzuki e Ducati.

Infine capitolo motore: serve più potenza e non è affatto un mistero. “La situazione con il motore è complicata. Yamaha sarà sicuramente in grado di realizzare un motore molto potente in grado di competere con i più potenti…. Hai bisogno di molta manodopera, molti ingegneri, molto tempo e molti soldi. Honda e Ducati hanno fatto grandi progressi sul motore. Ma Yamaha – ha concluso Valentino Rossi – può fare qualsiasi cosa se ne ha la volontà“. L’ipotesi Zarco sembrava ottimale per il progetto M1 2020, ma purtroppo è sfumata via.

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1 commento

  1. Mrplay ha detto:

    Ma Melandri come collaudatore no?è già in Yamaha. .e se lo fa guintoli che arrivava da un annata nel bsb infelice perché non potrebbe marco.