12 Marzo 2009

NW200: tutto sulla morte di Robert Dunlop

Spiegate le cause della morte del pilota nord irlandese

Robert Dunlop, 47 anni al momento del decesso, ha perso la vita a causa di una brusca frenata all’anteriore, preceduta da un grippaggio del motore. E’ ciò che sostiene il coroner John Leckey, il quale ha indagato sul pauroso incidente avvenuto durante le prove dello scorso anno della North West 200 e ne ha sviscerato i dettagli ad un’udienza due settimane fa. Dunlop è stato sbalzato dalla sua Honda 250cc, compiendo un salto mortale oltre il manubrio, e poi investito da un pilota che aveva appena superato, Darren Burns, il quale è a sua volta caduto riportando diverse lesioni.

Secondo le testimonianze di diversi piloti, l’ultima cosa da fare in caso di grippaggio è quella di pinzare il freno anteriore, poichè il rischio di essere sbalzati dalla moto in avanti è altissimo. Ma allora perchè Robert Dunlop, centauro di grande esperienza e vincitore di numerose gare a livello locale, nazionale e internazionale, ha fatto proprio l’ultima cosa da fare in quel frangente? La risposta risiede nella modifica al freno anteriore voluta da Dunlop stesso, attraverso l’utilizzo di una piccola leva molto sensibile al tocco delle dita, al posto della convenzionale leva anteriore del freno, posta sotto il livello di quella della frizione.

Questa variante era stata introdotta dopo il ritorno alle corse del fuoriclasse dell’Ulster, per ovviare ai problemi derivanti da una serie di infortuni precedenti e garantire al pilota la miglior riposta possibile dalla moto. Già prima della competizione però, l’Associazione Motociclistica Irlandese aveva avuto delle perplessità di fronte a questa soluzione. La quale poi è stata però approvata, consentendo il ritorno alle corse di Robert Dunlop. Il quale nell’occasione dell’incidente, quando è avvenuto il bloccaggio del motore, ha pinzato per sbaglio il freno nel tentativo di premere la leva della frizione.

Un altro punto ancora oscuro è stato finalmente chiarito, ovvero quello riguardante le possibili avvisaglie di grippaggio precedenti all’evento vero e proprio. I primi segni che si manifestano in questo caso sono dati da un calo di potenza ad apertura massima del gas con la marcia più alta, assieme a discontinuità nella progressione. Dunlop aveva già avuto queste avvisaglie, e aveva chiesto numerose volte degli interventi di riparazione.

Ma come sostiene anche Emerson Callender, del Servizio Legale dell’Irlanda del Nord, i motori a due tempi sono abbastanza volubili. Egli afferma inoltre che, quando si cerca il massimo della potenza dai motori a due tempi, bisogna lasciare un po’ da parte l’affidabilità. Se come sostiene Denver Robb, altro pilota che era stato passato da Dunlop prima dell’incidente, egli stava davvero volando tanto da sembrare in sella ad una 600cc, si ha il quadro completo delle cause che hanno portato all’incidente fatale.

Come ricorda il coroner, Robert Dunlop è stato uno dei più grandi sportivi provenienti dall’Irlanda del Nord assieme a suo fratello Joey, il quale ha perso la vita nel 2000 durante una gara in Estonia. Due fratelli, due destini molto simili.

Valerio Piccini

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