Moto2, esclusiva: Luca Boscoscuro “Speed Up all’assalto della top 5”
Il Costruttore italiano impegnato in Moto2 sta lavorando per far emergere il talento di Danny Kent e Fabio Quartararo
Il team italiano Speed Up, orchestrato dall’ex pilota e oggi costruttore Luca Boscoscuro, da questo campionato di Moto2 può contare su due nomi altisonanti come Danny Kent e Fabio Quartararo. Il 24enne britannico, allenatosi a Napoli durante lo scorso inverno, vanta un titolo iridato in Moto3, prima di un periodo poco brillante che gli ha fatto perdere un po’ di smalto. Ma da quest’anno sta offrendo una buona prestazione sul giro secco in attesa di trovare il giusto feeling con la moto e instaurare un ritmo di gara ottimale. Dall’altra parte del box c’è Fabio Quartararo, 19enne francese che ha esordito giovanissimo nel Motomondiale: nel 2015, anno di esordio nel Motomondiale, ha fatto parlare molto di sé per un avvio di stagione particolarmente frizzante e costellato da due podi (Austin e Assen), ma i continui cambi di team non gli hanno permesso di instaurare un rapporto solido con la propria moto. Nelle prime tre gare il team italiano di Luca Boscoscuro non ha raccolto i frutti sperati, ma tecnici e meccanici sono in gran fermento per calibrare il giusto set-up che possa mettere i due alfieri in condizione di esprimere il loro alto potenziale. L’obiettivo ambizioso è conquistare la top-5 della Moto2.
Primo bilancio dopo le prime tre gare?
“Speravo di fare meglio soprattutto in gara, perché in qualifica non siamo andati male, siamo partiti dalle prime tre file, ma ancora non siamo a posto con il settaggio. Dobbiamo mettere i piloti in condizioni di fare bene.”
Su quale settore si sta lavorando principalmente per fare uno step avanti?
“Stiamo lavorando sulla messa a punto della moto per adattarla alle loro esigenze. Fondamentalmente Kent è rimasto a casa l’anno scorso e deve riprendere un po’, Quartararo ha avuto qualche difficoltà in Moto2, l’anno scorso ha fatto qualche buona gara verso la fine, però dobbiamo metterlo ancora più a suo agio. Contavo di essere più avanti già alle prime gare, ma spero che arrivando in Europa riusciremo a fare questo salto di qualità che in gara ancora manca”.
Kent e Quartararo sono due nomi che sulla carta possono fare grandi risultati. Probabilmente necessitano di un periodo di adattamento più lungo? E quanto lungo?
“Spero non tanto lungo. Denny Kent, campione del mondo 2015, è un grandissimo talento, però con la Moto2 non ha mai fatto dei grandi risultati. Fabio ha fatto un buon debutto nel 2015, poi ha fatto un po’ di fatica nel 2016. La realtà è che hanno bisogno di una messa a punto un po’ più particolare e bisogna capire che la Moto2 è una categoria molto complicata, se non riesci a capire bene come sfruttare la moto è difficile. Ci sono piloti che vanno forte da subito e altri che ci mettono più tempo per riuscire ad andare veloci”.
Nel 2018 avete esordito con un nuovo prototipo, nuova aerodinamica, nuovo telaio, cambio delle sospensioni. Quanto influisce questo aspetto sui primi risultati stagionali?
“Quello che abbiamo cambiato sono soprattutto le sospensioni, per quanto riguardo il telaio e il forcellone le modifiche ci sono sempre, è una normale evoluzione. Perché comunque compari sempre con il materiale dell’anno prima, quello che va meglio lo usi altrimenti no. Ciò che ci ha complicato un po’ le cose sono il cambio delle sospensioni, perché oltretutto questo inverno con il pochissimo tempo a disposizione, visto anche il meteo non ottimo, non abbiamo potuto fare tanti chilometri.”
Obiettivi per il 2018?
“Essere protagonisti e lottare possibilmente nei primi cinque, tutti e due i piloti hanno il potenziale per farlo. Dobbiamo trovare solo la migliore messa a punto per farli andare al massimo.”
Entrambi i piloti hanno un contratto biennale. Sono quindi da escludere eventuali sorprese di mercato?
“Non si può mai sapere cosa succede, ma per me l’investimento è di due anni. Soprattutto per Quartararo che ogni campionato ha sempre cambiato squadra è questo il problema, ci vuole un po’ di costanza e stabilità. Allora in quel caso riesci a fare meglio, perché quando con il team ti conosci meglio anche il team sa venirti più incontro per risolvere i tuoi problemi. Per quanto riguarda Kent spero faccia il salto di qualità che mi aspetto, perché è stato veloce in qualifica, perché sia in Qatar (6° tempo) che in Argentina (3° tempo) non gli manca la velocità, quello che gli manca è il ritmo di gara ed essere rimasto a casa per un anno non lo aiuta.”
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