Motomondiale

Regolamento MotoGP 2027: vorrei ma non posso

Ritenuta una rivoluzione, il regolamento 2027 della MotoGP è frutto di un compromesso a causa dell'ostracismo di alcune parti interessate.

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Il regolamento MotoGP 2027 è realtà. Come preannunciato dallo stesso Carmelo Ezpeleta lo scorso mese di marzo, entro il primo semestre dell’anno corrente sono stati resi noti i punti essenziali inerente la top class che verrà. Obiettivamente, nulla di eclatante o di non già rumoreggiato nei mesi scorsi. Dalla riduzione della cilindrata a limitazioni degli ingombri aerodinamici, passando per alcune (inevitabili) prerogative “eco“. Presumibilmente i diretti interessati si sarebbero spinti anche oltre, ma la stesura di questa bozza regolamentare, come sempre in questi casi, rappresenta il risultato di un compromesso.

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RIVOLUZIONE MOTOGP? IN PARTE

Nell’analizzare i punti focali del regolamento 2027, ci si è spinti verso alcune sensazionalistiche valutazioni. Rivoluzione? Sì e no. Il “concept” di base della MotoGP contemporanea strettamente legata all’aerodinamica resta tale. Tuttavia, alcune limitazioni in tal senso non possono che rappresentare una svolta migliorativa. Questo tralasciando claim (“Una MotoGP più spettacolare e sicura!“) del promoter stesso che lasciano il tempo che trovano. Lo si constaterà eventualmente in corso d’opera. Oggi, nei limiti del possibile, si può valutare esclusivamente “sulla carta” la bontà delle modifiche attuate.

COMPROMESSO

A prima lettura, la teoria del “vorrei ma non posso” sovrasta ogni genere di constatazione. Accordarsi con la MSMA può esser visto come un atto dovuto (lo si voglia o meno i costruttori, insieme ai piloti, sono gli attori principali di questo campionato), ma anche un limite. Nessun costruttore, anche chi sta incontrando difficoltà, vuole che i propri investimenti siano spazzati via da un ciclo regolamentare al successivo. Pertanto, guardando il bicchiere mezzo pieno, si può ritenere sia già un passo avanti l’aver posto dei paletti su alcune aree oggetto di dibattito negli ultimi anni.

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MOTOGP 850CC

La principale conferma rispetto ai rumors dei mesi scorsi concerne la riduzione della cilindrata. Da 1000cc a 850cc, ritenuta come la panacea per limitare delle moto “che vanno troppo forte“. Non è stato così in passato (da 990cc a 800cc per portare a 1000cc), difficile immaginare funzionerà questa volta. Le 850cc potrebbero rivelarsi persino delle moto più efficienti delle attuali 1000cc, con il rischio che possano andare più forte in un periodo relativamente breve. Non sorprende altresì la riduzione dei motori per affrontare l’intero campionato: da 7 a 6, con la promessa che non vi sarà un aumento dei GP in calendario (Liberty Media permettendo…). Logica, per quanto farà storcere il naso ai puristi, la riconferma dell’imposizione dei 4 cilindri con riduzione dell’alesaggio a 75mm. Se non altro l’architettura non è stata intaccata: ci mancava più soltanto questo.

HOLESHOT E ABBASSATORI

Se ne parla da almeno un paio d’anni, ma il divieto di congegni quali abbassatori e holeshot device avverrà soltanto nel 2027. Tardivamente, ma tant’è: potevano esser abrogati oggi soltanto per problematiche inerenti la sicurezza. Al netto di un paio di casi, non si sono registrati sufficienti episodi per vietarli nel breve periodo. Farlo con il nuovo ciclo regolamentare, anche qui, si tratta di un compromesso politico.

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SVOLTA ECO

Confermato che dal 2027 le MotoGP correranno con carburanti eco-sostenibili al 100 % rispetto alla percentuale (40 %) di questa stagione. Inizialmente rappresenteranno una variabile, ma lecito supporre che, dopo un primo periodo di adattamento, non lo sarà più. Al netto di qualche motore cotto nelle prime uscite, funzionano da un biennio questa parte nell’All Japan Superbike, figuriamoci nella classe regina.

AERODINAMICA

Limitarla sì, eliminarla no. Da qui il “vorrei ma non posso” del regolamento 2027 se prendiamo in esame le modifiche inerenti l’aerodinamica. Dorna e FIM nell’ultimo periodo si erano spinte ben oltre, rumoreggiando su una possibile eliminazione di tutte le ali, alette e via discorrendo. Non sarà così, anche perché si tratterebbe di un controsenso: ormai sono un “tema” anche sul prodotto di serie. Nessun costruttore della MSMA avrebbe garantito il proprio benestare a questa soluzione. Le limitazioni degli ingombri e superfici alari rappresentano un passo avanti, cercando di contenere una situazione ormai fuori controllo. Ormai la strada è segnata, contestualmente lo sviluppo tecnologico, pertanto non era possibile cambiare i connotati di questa MotoGP-aerodinamica. Per questo, sempre sulla carta, difficile parlare di rivoluzione.

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