Pilota, Team Manager del 44 Racing Team, sponsor, talent scout, manager e…nonno. Giampaolo Carmeli a giugno compirà cinquantotto anni e gareggia ancora a tempo pieno nel National Trophy 600 con una Moto2 motorizzata Honda. In più segue come manager Leo Casadei ed ha tante idee per la valorizzazione dei nuovi talenti. L’imprenditore marchigiano è crescita in una famiglia di cinque figli, in mezzo alla campagna. La sua storia è quasi da film.
“Io sono sempre stato appassionato di cross – racconta Giampaolo Carmeli a Corsedimoto – gli idoli della mia infanzia erano Osterero e Cavallero e volevo imitarli. Allora prendevo la mia biciclettina ed andavo per campi. Mi ero creato una sorta di pistina con due salti ma foravo di continuo e dopo un po’ mio padre si stancò di ripararmi la bici allora presi la gomma per innaffiare l’orto e misi quella al posto dei copertoni. Funzionava! Sono stato il precursore dei moderni tubeless. Dopo un po’ però mi spezzò proprio la bici e mio padre non me ne poteva comprare un’altra. In campagna passava Peppò, il rigattiere con la sua Ape sempre carica di ogni cosa. Un giorno lo fermai e lo supplicai di trovarmi una vecchia bici. Non avevo però i soldi per pagarla allora mi feci regalare da alcuni contadini cinque pelli di coniglio perché il rigattiere raccoglieva pure quelle. Così facemmo lo scambio e io avevo di nuovo una bici. Intanto stavo diventando bravo a montare e smontare i vari pezzi”.
“Mi cimentai con successo nella elaborazione dei motorini: i ragazzini mi portavano il loro 125 a carburare e io ci potevo fare un giro. Per me era una gioia! A 14 anni sono andato subito a lavorare, ho avuto la moto da cross con mi andavo a divertire nei crossodromi. Mi sono sposato piuttosto presto e mia attività di pilota è rimasta in standby”.
“Mi sono dedicato al lavoro, mi sono fatto strada ed ho iniziato a sponsorizzare un ragazzo molto promettente: Christian Barboni, pilota con il numero 44 che correva per il Team Trasimeno. Intanto io avevo iniziato a gareggiare in pista alla Mototemporada Romagnola. Ho cominciato ad un età in cui tanti smettono ma era sempre stato il mio sogno. Nel luglio 2004 Christian Barboni ha perso la vita in un incidente stradale e l’anno dopo ho deciso di aprire un team: il Team 44 Racing, per tenere vivo il suo ricordo. Tra i risultati più importanti c’è stato il titolo italiano Moto2 vinto con Ferruccio Lamborghini, ho avuto lungo come pilota Roberto Lunadei con cui abbiano conquistato degli ottimi risultati e io stesso sono riuscito a togliermi qualche soddisfazione da pilota come un secondo posto finale ad un National Trophy. Il team è tutt’ora attivo sempre nel ricordo di Christian Barboni: io corro per lui, pensando a lui, per tenere vivo il suo ricordo”.
“Per poter gareggiare in moto bisogna mantenere uno stile di vita sano e credo che è grazie alle gare se a cinquantotto anni mi sento ancora così bene. E dire che ho avuto vari infortuni, uno anche piuttosto grave con la moto da cross. Ogni tanto l’idea del ritiro mi passa per la mente ma vado avanti, mi piace. Continuerò ancora un po’ finché non da darò fastidio agli altri piloti che potrebbero essere quasi i miei nipoti. Spesso i giovani mi fanno i complimenti e mi fa tanto piacere. Credo di essere un esempio di passione, di amore per le corse e di perseveranza per molti di loro”.
“Seguo ormai da anni Leo Casadei impegnato nelle gare in Spagna. E’ un ragazzo in cui credo tanto e quest’anno ha trovato un’ottima squadra, sotto ogni profilo. Mi piace collaborare i giovani. Tra le mie idee c’è anche quella di riportare delle Moto2 al National Trophy perché credo siano molto formative come del resto lo sono le Stock 600, presenti in Spagna ma non in Italia. Vediamo se sarà possibile”.
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