Paolo Gozzi Blog

Monogomma Pirelli in Moto2 e Moto3 “Proveremo ad alzare il livello”

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Il Motomondiale sta ruggendo dall’altra parte del globo mentre qui da noi bollono in pentola tante novità tecniche. Una delle più intriganti in ottica ’24 è l’arrivo di Pirelli come fornitore unico in Moto2 e Moto3. Finisce dopo tanti anni l’era Dunlop e si apre una nuova epoca. Il colosso italiano fornisce la monogomma in Superbike dal lontano 2004 e adesso allarga i propri confini rimettendo piede nei GP. 
E’ un’operazione dettata dall’esigenza di essere protagonista in mercati come l’Asia e l’America nei quali la Superbike non è più presente. Restringendo a dismisura i confini delle derivate dalla serie, che l’anno prossimo avranno un solo round extra europeo in Australia, il promoter monopolista ha indotto Pirelli a dirottare grandi investimenti nel Motomondiale. E’ un processo che coinvolgerà anche altri grandi finanziatori del motorsport, di cui avremo modo di parlare diffusamente.

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La filosofia Pirelli

L’era Pirelli è partita il mese scorso sul tracciato del Montmelo, con un test d’assaggio cui hanno preso parte la maggior parte dei team Moto2 e Moto3. Ricordiamo che Pirelli fornirà gomme regolarmente in commercio, per la Moto2 sono le stesse impiegate in Superbike. La Moto2 inizialmente avrà due soluzioni disponibili per l’anteriore, SC1 e SC2, altrettante posteriori: SC0 e SC1, nelle misure 125/70/R17 (anteriore) e 200/65/R17 (posteriore). Le Moto3 avranno gli stessi compound davanti (SC1 e SC2) nelle misure 100/70/R17 (anteriore) e 120/70/R17 SC1 e SC2 posteriore. Abbiamo fatto il bilancio con Giorgio Barbier, responsabile Racing Moto di Pirelli.

Com’è andato il primo test?

Il test è stato organizzato bene. Siamo andati in pista il lunedi dopo il GP Catalunya, coi team impegnati in tour de force visto che il week end successivo hanno corso a Misano. Erano due GP molto importanti in ottica classifica del Mondo, ma sono rimasti a provare in tantissimi, e mi ha fatto molto piacere. Abbiamo avuto grande disponibilità di cui siamo grati alle squadre, IRTA e Dorna.

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Com’è stato preparato questo test?

Hanno lavorato tutti partendo dalla configurazione base, quella usata nel GP Catalunya del giorno prima. Era la nostra prima preoccupazione, perchè le moto di entrambe le categorie sono state progettate, tarate e messe a punto da sempre per gomme che sono assai diverse dalle Pirelli, come concezione. Per giunta giravano su una pista difficile, che per tutti i gommisti di tutti i campionati è una sfida al limite.

Perchè proprio al Montmelò?

Avevamo tre differenti opzioni proposte da Irta, ma abbiamo scelto il Montmelò proprio perchè è una pista estramamente probante per le gomme, nonché per la messa a punto e anche per i piloti. A dicembre dovremo cominciare a spedire le gomme necessarie per i primi GP extraeuropei del Mondiale, in Qatar, Argentina, Texas. Per cui avevamo necessità di avere subito un’indicazione categorica, cioè: andiamo bene o andiamo male? In caso negativo, avremmo avuto un paio di mesi per reagire, fare qualcosa di differente.

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Quindi: come siete andati?

Il risultato è stato estremamente confortante. Le squadre hanno trovato un grip diverso e una fiducia importante sull’anteriore. Questa è la base su quale lavoreremo. Noi vogliamo aiutare in particolare la Moto2 a sondare la potenzialità di questi mezzi.

Che significa?

La mia impressione è che la Moto2 abbia pochissima possibilità di messa a punto. A me piacerebbe che grazie alle caratteristiche intrinseche delle Pirelli i tecnici avessero la possibilità di esplorare i differenti segmenti della messa a punto della moto. Questo può alzare la competitività generale.

Più difficile gommare la Moto2 o la Moto3?

La Moto3 è la sfida più grande, perchè sulle misure più piccole non abbiamo la stessa esperienza che vantiamo su quelle grandi. Abbiamo campionati in Giappone e in Inghilterra che ci hanno fornito una base, ma di recente non abbiamo fatto grandi aggiornamenti. Era il punto interrogativo più grande che dovevamo sciogliere, ma devo dire che le nostre gomme ai piloti Moto3 sono piaciute.

Avete fatto long run?

Si, certo. Come ricorderete, al Montmelò è stato un GP Moto2 caratterizzato dalla forte necessità di amministrare la gomma, per me era fondamentale vedere che succedeva anche sulla lunga distanza. L’esperimento è stato molto positivo.

Quindi siete già sicuri riguardo a prestazione e durata?

La durata l’abbiamo sperimentata soprattutto in Moto3. Abbiamo avuto la possibilità di lavorare con team importanti che si sono prestati a questo tipo di lavoro. Ci hanno offerto un riscontro molto positivo. In più abbiamo avuto l’opportunità di testare anche i modelli utilizzati nelle Talent Cups (Norther ed Asian) così da stabilire le soluzioni per questi campionati dedicati alla scoperta di giovani talenti

Quanti altri test farete?

Ci sarà un altro test al Valencia il 27 novembre, ma avremo l’incognita del meteo. Però accettiamo il rischio, perchè un’altra giornata in pista, a Mondiale concluso, può fornirci riscontri interessanti. A febbraio avremo test privati a Portimao, in più avremo la possibilità di rifinire la preparazione nei test Irta in Europa, prima dell’inizio del Mondiale.

Perchè non serve il test in Qatar alla vigilia del Mondiale?

Perchè dieci giorni prima dell’inizio del campionato non saremmo in grado di fare interventi sulle scelte. E’ un po’ come quando facciamo i test Superbike a Phillip Island nella settimana del round Mondiale: non ci serve per lo sviluppo, serve solo ai team per verificare gli assetti con le gomme che abbiamo già deliberato in grande anticipo. I precedenti test a Jerez invece saranno molto preziosi, perchè ci aprono una finestra di sviluppo mirata alla seconda parte del Mondiale, dall’estate in poi. 

Quindi siete sereni?

Ogni nostra conoscenza inizia con l’esperienza, a maggior ragione alla vigilia di un progetto che per noi è completamente inedito. Per altro andremo in circuiti che non conosciamo per niente, o non vediamo da tanto. Sicuramente non abbiamo esperienza con questo tipo di moto, ma chi conosce i propri limiti non teme il destino. L’inizio è in Qatar: noi con la Superbike non abbiamo mai avuto problemi su quella pista, che invece mi dicono essere storicamente molto impegnativa per la Moto2. Abbiamo una serie di ostacoli da superare e di sfide da gestire.

A livello organizzativo come farete fronte all’impegno?

E’ tutto da costruire. In WorldSBK il rapporto è con le Case, cioè con i team ufficiali che le rappresentano. In Moto3 il discorso è diverso, abbiamo Honda e KTM, che introdurranno parecchie novità, alcune delle quali abbiamo già visto al Montmelò. In Moto2 i nostri referenti principali saranno i costruttori di telai, Kalex e Boscoscuro, e i fornitori di sospensioni, WP e Ohlins. Poi ci sono i team, ovviamente. Avendo tutti lo stesso identico materiale, la loro reazione e capacità di adattamento sarà molto importante. Costruire il rapporto significa avere un rapporto sincero con tutti: anche Irta, FIM, Dorna, l’intera organizzazione. Replicheremo lo stesso modello del WorldSBK, che sta funzionando benissimo.

E i piloti che dicono?

Si fermavano in pit lane, alzavano le visiere e vedevo dei gran sorrisi. Ascoltando i commenti, ho recepito la soddisfazione di guidare moto che si comportano diversamente rispetto a come sono abituati. Questa è la nostra sfida: scoprire nuovi limiti, com’è nella nostra identità aziendale. 

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Paolo Gozzi
Tags: motomondiale

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