A Jerez vince e convince in Moto3 Collin Veijer: non una scoperta, ma resta uno dei migliori talenti del panorama mondiale, formatosi tra l'altro in Italia.
Parlando del weekend di Jerez del Mondiale Moto3, si sono spese perlopiù parole sul regalone di David Alonso. Mattatore delle prove, salvo gettare tutto alle ortiche pronti-via, con una sciagurata-scivolata appena preso il comando delle operazioni nelle battute iniziali della contesa. Nel motociclismo, tuttavia, chi sbaglia, paga. I vincitori godono, gli altri si leccano le ferite. A maggior ragione se a vincere è uno dei talenti più puri e luminosi del motociclismo contemporaneo, quel Collin Veijer che merita le luci dei riflettori in virtù di qualità e caratteristiche rare per un pilota under-20.
Collin Veijer è forte forte. Fortissimo! La gara andalusa ha esaltato tutti gli stilemi di un Campione di domani. Preso il comando nei primissimi giri con un sorpasso nel tratto veloce, da quel momento in avanti la leadership non l’ha più lasciata. Gestendo gli pneumatici (pur sempre un tema di questa Moto3), gestendo soprattutto la situazione. Rispondendo, colpo-su-colpo, all’affronto di due clienti non facili come David Munoz e Ivan Ortolà. Due rinomati “satanassi” della categoria.
Questa sua condotta di gara riafferma quanto già percepito ampiamente lo scorso anno nella sua stagione d’esordio mondiale. L’olandesino (olandesone ormai: ci sta a malapena sulla sua Husky/KTM Moto3) ha testa e maturità sorprendenti per un ragazzo classe 2005, di anni 19 compiuti lo scorso mese di febbraio. Cresciuto in fretta, riuscendo a precorrere i tempi. Vuoi perché ha le due ruote a motore nel sangue (la sua, a tutti gli effetti, è una famiglia di motociclisti), vuoi perché il team LIQUI MOLY Husqvarna Intact GP è una bella struttura. Che i rookie li sa far crescere e bene, indottrinandoli a come diventare dei “pro“, alle volte anche a scapito del mero risultato di tappa.
Da quando ha debuttato, su indicazione del team Collin ha imparato a girare da solo turno dopo turno. Con pista libera, senza cercare la lepre, il traino, il gancio, la scia. Per capire il proprio livello, per individuare le aree dove è possibile migliorarsi. Così ha fatto anche nel weekend di Jerez (test dei mesi scorsi compresi) e, una volta ritrovatosi in testa a tutti in gara, guarda un po’ per chiunque è stato difficile mettergli le ruote davanti. Non certamente un caso: il lavoro (di squadra) paga e premia. Nella più stretta attualità, ma anche nella prospettiva.
Senza investirlo di un passaporto che non gli appartiene (come soventemente si fa in questi casi, appropriandoci di campioncini “non nostri“), va detto che, paradossalmente, Veijer testimonia la bontà anche della nostra scuola. Collin è cresciuto agonisticamente effettuando tutta la trafila tricolore delle serie promozional-propedeutiche nostrane: Minimoto, MiniGP, PreMoto3, Moto3. Dal CIV Junior al CIV, correndo con realtà italiane anche nel Mondiale Junior, contestualmente guadagnandosi la borsa-studio per il passaggio al Motomondiale a seguito dei brillanti risultati conseguiti nella Red Bull MotoGP Rookies Cup. Non solo lui: anche suo cugino Kiyano ha fatto lo stesso, prima di andare a correre anche al di là della Manica.
Tra l’altro, nel CIV PreMoto3, Collin Veijer corse con Speed Up, tanto che ai più sembra “telefonato” il passaggio in Moto2 con la creatura di Luca Boscoscuro. Di sicuro, restando in tema, un gioiello di pilota così di telefonate ne riceverà parecchie. Magari una, chi di dovere, la dovrà fare anche a Liberty Media. Nel loro altro “asset” c’è un Fenomeno olandese che vince tutto, mentre qui, con due ruote in meno, c’è senza dubbio un talento di prospettiva da tenere d’occhio. L’Olanda è una nazione motociclisticamente appassionata e pronta anche a spendere nel sostenere un proprio beniamino. Che oggi c’è, ha testa, va forte e vince pure.
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