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F.C.C. TSR Honda vince la 24h Le Mans

23 Aprile - Alessio Piana

24h Le Mans dei colpi di scena: un’edizione memorabile

Se nel 2017 è andata in archivio l’edizione dei record, la 24 Heures Moto celebrativa del quarantennale a tutti gli effetti verrà ricordata come l’edizione dei clamorosi colpi di scena. Mai, quantomeno in tempi recenti, si sono visti così tanti capovolgimenti di fronte, ritiri eccellenti, errori umani in una singola 24 ore della Sarthe, tesi ribadita dall’elemento più lampante: l’ordine d’arrivo. La storia al Circuit Bugatti di Le Mans è stata scritta con una doppietta Honda che mancava addirittura dal 1986, ma non solo: dalle modalità e dalla simbologia che porta con sé un simile risultato.

F.C.C. TSR HONDA SBANCA LE MANS – A porre la parola fine ad un digiuno di successi che per la casa dell’ala dorata perdurava dal 2006 ci ha pensato il team F.C.C. TSR Honda. Squadra abituata a vincere alla 8 ore di Suzuka (3 successi: 2006, 2011, 2012), a monopolizzare la scena nell’All Japan Superbike, prendendo parte nella sua cinquantennale storia a tutti i principali campionati motociclistici internazionali. Dal 2016, su invito del promoter Eurosport Events, è stata intrapresa la sfida rappresentata dal FIM EWC, con il “battesimo” proprio alla 24 ore di Le Mans con un superlativo (ed insperato) podio. Alla terza stagione di partecipazione a tempo pieno al Mondiale Endurance, senza mezzi termini Technical Sports Racing punta ad aggiudicarsi il titolo iridato, partendo da una vittoria a Le Mans già nella storia e decisamente inaspettata alla vigilia. Affidandosi ad una struttura logistica catalana (Bruno Performance) e con finanziatori francesi (leggi Honda France), F.C.C. TSR ha vinto una gara che in Giappone è sempre stata vista con fascino, curiosità e con il sapore di sfida. Per una squadra del Sol Levante vincere la 24 Heures Moto è un traguardo storico, reso possibile grazie al trio di piloti titolari formato da Freddy Foray, Alan Techer e Josh Hook, voluti dal Team Manager Masakazu Fujii tra i più emozionati per questa vittoria memorabile. Un successo che proietta F.C.C. TSR in testa alla graduatoria del Mondiale, oltretutto con la… “vecchia” Fireblade.

HONDA TRA IL VECCHIO ED IL NUOVO – Già, perché se Honda Endurance Racing (struttura che fa capo a Honda Motor Europe) ha concluso 2° con l’attuale CBR 1000RR Fireblade, F.C.C. TSR ha vinto con la “vecchia” CBR in configurazione 2016. Una scelta motivata dal voler massimizzare più punti possibili tra Bol d’Or e Le Mans, facendo affidamento su una moto affidabile, conosciuta in ogni singolo dettaglio e nel contempo tuttora performante. Una scelta che ha sortito l’effetto sperato e, a risultato acquisito, con ogni probabilità alla casa madre importerà poco che è stato raggiunto con la “vecchia” Fireblade…

COLPI DI SCENA A PROFUSIONE – F.C.C. TSR Honda France ha costruito questa vittoria senza commetter la benché minima sbavatura nell’arco della 24 ore, riscattando la delusione vissuta il settembre scorso al Bol d’Or con la caduta, a 4 ore dal termine, di Alan Techer quando si ritrovava in testa. Questa volta la squadra All Japan ha sfruttato le disavventure altrui, inusitatamente caratterizzata da un’impronta… umana. Se correre a Le Castellet è probante per le moto, a Le Mans lo è stato per i piloti: mai così tanti errori in sequenza da parte di alcuni big del FIM EWC. Qualche nome? Mathieu Gines (Kawasaki SRC) dopo un’ora di gara, al suo primo giro di pista e quando si ritrovava in testa. Discorso similare per Marvin Fritz, leader con YART Yamaha, ma autore di un clamoroso volo in pieno curvone Dunlop che ha vanificato la leadership acquisita poco prima. Chiaramente l’errore più illustre è stato quello di David Checa: quando GMT94 Yamaha cullava il sogno di bissare il trionfo del 2017 (e quasi ipotecare il titolo con largo anticipo…), una scivolata ha rovinato tutto. Un errore non da Checa, ancor più con 5 giri di vantaggio sui più diretti inseguitori.

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ITALIA PROTAGONISTA – Così è sfumato per GMT94 un trionfo ampiamente meritato fino a quel momento, ma la rappresentazione più significativa di cosa sia l’Endurance viene dal nostro Niccolò Canepa, il primo a cercare di consolare il suo compagno di equipaggio e ribadire come nell’EWC “Si vince e si perde insieme“. La squadra è la forza nelle corse di durata, ancor più se legittimata dalla professionalità di elementi come quelli in forze alla compagine Campione del Mondo in carica. Tra tutti, ancora una volta, lo stesso Canepa ha dato prova del suo valore: zero errori, intelligenza tattica (lasciar “sfogare” Fritz e Gines, caduti proprio davanti a lui…), per poi forzare al momento più opportuno con due fenomenali stint notturni e quello dell’alba, i più difficili per un pilota a Le Mans. Italia protagonista con Canepa, ma non solo: anzi, chi lascia Le Mans con il sorriso è Roberto Rolfo, da “deb di lusso” secondo tra le Superstock con Yamaha Moto Ain, segno che sarà pienamente in corsa per la FIM Endurance World Cup di categoria. In questa classe si è riconfermato ai vertici Kevin Manfredi, passato con successo a Kawasaki Louit Moto e, come al Bol d’Or, il pilota più veloce in assoluto tra le Stock nelle qualifiche, sfortunatamente impossibilitato a ripetersi in gara per una serie di problemi tecnici alla Ninja #33. Che dire poi del No Limits Motor Team di Moreno Codeluppi, squadra che ha affrontato la propria tredicesima 24 ore di Le Mans mettendosi in mostra per performance e competitività con la GSX-R 1000 #44 affidata al rinnovato trio formato da Luca Scassa, Christian Gamarino e Michael Mazzina. Buona prova nonostante una serie di episodi sfortunati anche per il team AvioBike di-e-con Giovanni Baggi, Federico e Christian Napoli più Stefano Fugardi “riserva”, così come merita un plauso la partecipazione dello Special Team Ducati by Z Racing di Jacopo Zizza: al via superando diverse avversità, l’ultima in ordine di tempo il forfait di Manuel Poggiali per una caduta giovedì nelle prove. Con questi piloti, team e personalità di spicco, nell’Endurance si parla e parlerà sempre più italiano nei prossimi anni…