I piloti romagnoli dominano la scena internazionale fin dagli albori del motociclismo. La maggior parte di loro è entrata nella storia: da Pasolini a Bianchi, da Capirossi a Dovizioso fino ad arrivare ai piloti di oggi. Il primo pilota romagnolo Campione del Mondo è stato Dario Ambrosini, nel 1950.
Nato a Cesena il 7 marzo 1918, era di origini contadine e si appassionò ai motori grazie ai trattori con cui suo padre lavorava la terra, in particolare alle trebbiatrici. Decise così di andare a fare il garzone presso una concessionaria Guzzi e iniziò a partecipare alle prime gimkane. La sua passione era fortissima e lo portò a superare ogni ostacolo. Nel 1947 si laureò Campione d’Italia classe 250.
Nel 1949 venne istituito il Campionato Mondiale di Motociclismo ed Ambrosini si impose al Gran Premio delle Nazioni. Il 1950 fu un anno trionfale per il giovane cesenate che in sella alla Benelli riuscì vincere 3 delle 4 gare in programma. Tra queste l’impegnativo Tourist Trophy, sull’Isola di Man. Un pilota italiano su una moto italiana aveva espugnato la roccaforte inglese e questo successo ebbe una grande eco. Nel 1950 diventò Campione del Mondo classe 250, fu il primo pilota della Romagna a conquistare il titolo iridato. La stagione successiva iniziò molto bene, con la vittoria nella gara inaugurale al Bremgarten ed il secondo posto al TT.
Per la terza gara della stagione, il GP di Francia sul lungo circuito di Albi, la Benelli gli diede una moto nuovissima, con sospensioni telescopiche. Sarebbe dovuto essere mezzo sofisticato e competitivo, in grado di consentirgli di vincere sul difficile tracciato francese. Dai sogni di gloria al dramma purtroppo il passo fu molto breve. Al terzo giro delle prove ufficiali, mentre cercava di stabilire il record della pista, la Benelli sbandò improvvisamente, Ambrosini finì in un fosso, colpì violentemente un paletto e morì sul colpo. La Benelli si ritirò poi dal Mondiale. Lui conquistò il terzo posto postumo in classifica iridata. Dario Ambrosini corse complessivamente 8 gare del Motomondiale, ne vinse 5 e nelle altre 3 salì sul podio. Era un pilota umile e coraggioso, schivo nella vita quotidiana, ma temerario e vulcanico in sella alle moto. La sua carriera internazionale è stata breve ma intensa e lo ha proiettato nella leggenda, tra i piloti più forti di tutti i tempi.
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