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19 Gennaio - Luigi Ciamburro

Casa Marco Simoncelli: Il ricordo della fidanzata Kate

Domenica 20 gennaio sarà inaugurata Casa Marco Simoncelli, a Sant’Andrea in Besanigo, frazione di Coriano, paese adottivo del SIC. Un centro socio assistenziale destinato ai disabili il cui progetto è stato partorito cinque anni fa e realizzato con gli incassi degli eventi dedicati a Marco dopo la sua morte, oltre che con donazioni spontanee da parte di privati, per un costo complessivo di 2,2 milioni di euro. Dopo essersi districati tra le maglie della burocrazia Kate Fretti, fidanzata di un tempo che oggi gestisce la Fondazione, e Paolo Simoncelli domani taglieranno finalmente il nastro a questa prima grande opera solidale che si snoda su tre piani, per una superficie complessiva di 1.700 mq, comprendente due piscine riabilitative, una palestra, un parco giochi attrezzato, cinque stanze per accogliere i familiari con adeguato soggiorno e cucina, una sala polifunzionale e ampio parcheggio.

Casa Marco Simoncelli sarà gestita dalla Comunità Montetauro che da oltre quattro decenni offre il proprio contributo ai ragazzi disabili, con tanta umiltà e dedizione: “Ci occupiamo di servizi socio-assistenziali per disabili medio-gravi, gravi e anche gravissimi. Marco Simoncelli  abitava nello stesso comune dove avevamo la sede ed è venuto a trovare i nostri ragazzi due o tre volte e così è nato il legame. I nostri ragazzi erano molto entusiasti“, ci racconta un rappresentante della Cooperativa. Domenica alle 11:30 sarà presente anche Kate Fretti, nella sua voce e nelle sue parole si respira ancora la presenza del SIC.

Come è nata l’idea di realizzare Casa Simoncelli?

Marco diceva che questi ragazzi non avevano un valido motivo per sorridere nella loro situazione, ma lui è rimasto affascinato dal loro modo di prendere la vita e disse che c’era solo da imparare. Stava per nascere un fan club, poi Marco è morto e quindi suo papà Paolo ha deciso di creare una Fondazione ed è lui che si è interessato della realizzazione di casa Simoncelli con l’Associazione Montetauro…. Inizialmente si chiamava Casa Santa Marta ed è rimasto quello il nome durante i lavori, ma la vecchia struttura è stata abbattuta e poi è diventata Casa Marco Simoncelli. Inizialmente sarà solo un centro diurno, poi verrà avviato un altro progetto dedicato solo a determinate famiglie e sarà aperto anche nelle ore serali…. Il giorno dell’inaugurazione sveleremo un’intera facciata dedicata a Marco.

Prossimi progetti della Fondazione Marco Simoncelli?

Restiamo sempre in ambito disabilità, abbiamo progetti arrivati in questi anni, ma non essendo molto grandi facciamo un progetto alla volta. Nell’ultimo mese abbiamo dato 4.000 euro per aiutare ad acquistare un’ambulanza pediatrica qua in provincia di Rimini. Per il futuro ci sarebbe un altro progetto ma sarà annunciato da Paolo domani o qualche giorno dopo.

Cosa direbbe Marco all’inaugurazione…?

Cosa direbbe Marco? Non vorrei mettergli parole in bocca, ma un “Diobò” ci sarebbe stato. Quando c’era una sorpresa questa esclamazione c’era sempre… Forse avrebbe detto “Diobò, avete fatto una cosa da matti”.

Oggi come vivi l’ambiente del paddock?

Il primo anno mi è pesato tanto andare nel paddock e avevo detto a Paolo che avrei cambiato lavoro e non avrei più lavorato per la Fondazione. Poi, come in tutte le cose, il tempo passa e appiana, fai in modo che i ricordi pesino di meno e vado nel paddock quasi tranquillamente, la vivo meglio del primo anno. Ho conosciuto il paddock con Marco, quindi tornare per la Fondazione e lui non c’era più… mi faceva male davvero.

Il primo ricordo che ti viene in mente con lui…

Facevo la strada verso Coriano dai suoi genitori ed ero in macchina con Marco, guidavo io perché a lui avevano ritirato momentaneamente la patente. Dietro avevamo Raffaele De Rosa, all’epoca correva nella 125. Per non farmi superare stavo a centro strada e lì a Coriano le strade sono strette. Marco mi diceva stai in mezzo così non ti supera… Non è che mi ritirano la patente? (ride, ndr). Ad un certo punto dovevo girare e ho rallentato perché era una curva cieca e De Rosa mi ha superato. Lui non ha visto niente, poteva passare un camion e avrebbe preso tutti e due… Ma Marco mi ha insultato perché mi ero fatta sorpassare da principiante… Ed io sto ancora male per essermi fatta superare.