25 Maggio 2023

Riccardo Moretti, che campione! Casa allagata ma aiuta gli altri

Riccardo Moretti, ex pilota del motomondiale e pluri-campione italiano, vive in uno tra i paesi più colpiti dall'alluvione. Il suo racconto

Riccardo Moretti alluvione

Riccardo Moretti era un campione quando trionfava nel Campionato Italiano Velocità ma è lo ancora di più oggi. Ha sempre avuto una forza straordinaria, ha superato mille difficoltà e negli ultimi dieci giorni ha dovuto combattere anche contro la calamità naturale che ha colpito la Romagna. Il suo paese, Sant’Agata sul Santerno, è forse quello che ha riportato i danni maggiori. Riccardo Moretti ha avuto la casa allagata ma nonostante ciò è andato a soccorrere chi era ancor più in difficoltà. Per aiutare i suoi compaesani ha perso la sua auto, una tra le pochissime cose che era riuscito preservare. Non si è però arreso, è saltato su un gommone ed è andato a soccorrere la gente con un natante. Questi gesti valgono più di una vittoria al Mondiale.

“Il fiume ha allagato il mio paese, abbiamo avuto l’acqua altissima – racconta Riccardo Moretti a Corsedimoto – Tutto quello che si riesce ancora a trovare ovviamente è da buttare. Avevo salvato solo una mia auto, l’avevo messa nel punto più alto del paese ma poi l’ho usata per dare una mano alla gente che non poteva venire via con l’elicottero. Guadando una via con l’acqua molto alta la mia macchina si è fermata ed ho proseguito con il gommone. Io faccio il soccorritore per la Federazione Motonautica ed ho tutto l’abbigliamento, tutte le attrezzature quindi ho cercato di dare una mano ai Vigili del Fuoco che avevano bisogno. I primi tre giorni non potevo fare nulla a casa mia perché c’era troppa acqua quindi ho cercato di aiutare. Nei paesi piccolini viene spontaneo aiutarci l’uno con l’altro. Purtroppo i miei amici sono tutti nella stessa situazione. Fortunatamente sono venuti tanti volontari a casa mia ad aiutare: da Modena, Bologna, Rimini…”.

Come in un film: scene apocalittiche

“Ce la siamo vista brutta la prima notte. Io mi ero abbastanza preparato con la muta, l’attrezzatura, i giubbotti salvagente perché avevo visto il fiume pienissimo. Non ho dormito, sono stato nella sala e quando ho sentito una botta ed ho visto la prima macchina che andava contro gli edifici sono sceso. Avevo una bombola da sub carica che avevo già preparato così sono riuscito a barricare la porta più esposta alla corrente ed ho salvato il primo piano. Ho preparato una borsa con dei viveri e sono andato di sopra. Sono stati due giorni da film tipo Apocalypse Now con gli elicotteri che prendevano la gente, sembrava quasi una guerra. Dopo due giorni quando c’erano circa 80 centimetri – un metro d’acqua siamo potuti uscire e ci siamo spostati con il gommone. Sono poi andato anche a Lugo ed in altri paesi dagli amici. Ora ognuno è a casa che cerca di sistemare quello che può“.

La speranza

Mi sono rimasti impressi i tantissimi volontari giovani, c’è una nuova generazione fantastica. Sono venuti da me a lavorare tantissimi ragazzi e se non era per loro non riuscivamo a cavarcela. Adesso, dopo quattro o cinque giorni, si vede il pavimento, anche il fondo del giardino. Ci sistemeremo. Ovviamente per quanto riguarda auto, moto e ricordi materiali non esiste più niente però c’è la possibilità di lavorare e lavoriamo. Dalla settimana prossima riprendo anche i miei impegni con la FMI, con il Progetto Giovani a Cattolica. Questa settimana dobbiamo ancora fare il varco per andare avanti ed indietro. Si è svuotato il Santerno a Sant’Agata ma torneremo. Ci vorrà del tempo ma sistemeremo tutto”.

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