19 Dicembre 2022

Pecco Bagnaia alla 8h Suzuka con Ducati: 8 ragioni per il sì

Pecco Bagnaia ha manifestato la volontà di affrontare la 8 ore di Suzuka con una Panigale V4 R: ecco perché Ducati dovrebbe esaudire questo suo desiderio.

Pecco Bagnaia alla 8h Suzuka con Ducati: 8 ragioni per il sì

Pensateci un attimo. “Campioni in Piazza²“, la straordinaria serata organizzata da Ducati in Piazza Maggiore a Bologna per celebrare l’aver vinto tutto quello che c’era da vincere quest’anno tra MotoGP e Superbike, ma alla fine si parla di una gara dove Ducati non è presente. Non solo: nello specifico, una gara che l’azienda non affronta ufficialmente da addirittura 31 anni a questa parte. Merito (o colpa: punti di vista) di Francesco Bagnaia, il quale ha colto la palla al balzo per manifestare pubblicamente il suo desiderio di voler correre, in un prossimo futuro, la 8 ore di Suzuka proprio con la Rossa di Borgo Panigale. Non un mistero: non è stata la prima e non sarà l’ultima volta che Pecco possa cogliere l’occasione per esprimere a chiare lettere questa sua volontà. Farlo tuttavia in una serata celebrativa per i successi Ducati nei due massimi campionati motociclistici internazionali, fa un po’ specie.

PECCO BAGNAIA A SUZUKA: NON SI PARLA D’ALTRO

Questa uscita ha generato una cassa di risonanza non di poco conto sull’argomento. Lo testimonia il fatto che, per la stragrande maggioranza della stampa, l’highlight della serata sia stato proprio “Pecco Bagnaia vuole correre a Suzuka con Ducati“. Che si tratti della stampa nazionale o internazionale (da Marca in giù), “Bagnaia a Suzuka” è stato il titolo d’apertura. Non il freddo, non i ritardi di inizio cerimonia o la solenne introduzione di Luca Ward in versione Massimo Decimo Meridio. Motociclisticamente parlando, non l’eccezionalità di ritrovare, saliti sullo stesso palco e nel corso della medesima serata, i Campioni del Mondo MotoGP e Superbike in carica. Entrambi Ducatisti, oltretutto.

8 RAGIONI PER CORRERE LA 8 ORE

Il desiderio di Pecco Bagnaia ha scatenato contestualmente i sogni di molti Ducatisti e/o appassionati confermando, checché se ne dica, la 8 ore di Suzuka ancor oggi resti una gara unica. Speciale. Basterebbero i dati inerenti il seguito worldwide (Italia compresa: restereste sorpresi nel conoscerli..) della “Gara delle gare” per cogliere nel segno chi, per incomprensibili ragioni, parli esclusivamente di MotoGP ed al massimo Superbike. Se a parlarne è il Campione del Mondo MotoGP 2022, il primo italiano del dopo-Rossi ed artefice del primo binomio tutto tricolore sul trono della top class da 40 anni a questa parte, qualcosa vorrà pur sempre dire.

1 – IL DESIDERIO DI PECCO BAGNAIA

Un’avventura di questo genere comporta i classici pro e contro. In questa circostanza, parleremo degli elementi a favore di dar vita a questa spedizione Ducatista sul mitico circuito dell’ottovolante. In primis, punto 1, non potrebbe che essere il desiderio di Pecco stesso. Lo ha manifestato nella serata clou dei successi Ducati 2022, ma come detto non è stata la prima volta. Bagnaia da sempre ha cullato il sogno di voler affrontare la 8 ore, affascinato dal correre su uno dei tracciati più belli (o il più bello) del pianeta, in un’atmosfera unica, in una gara leggendaria. Per unire il proprio nome insieme ad altri 100 Campioni del Mondo di tutte le specialità motociclistiche che hanno corso la 8 ore e, ove possibile, figurare in un albo d’oro comprensivo di 19 Campioni del Mondo.

Tralasciando apprezzamenti espressi in privato e a chi di dovere, Bagnaia parlò di questo suo desiderio già nel dicembre 2018 in un’intervista riportata su queste pagine. Da neo-Campione del Mondo Moto2 e nuovo Ducatista MotoGP, a domanda “Se Ducati ti chiedesse di correre qualche gara nel Mondiale Superbike?“, la risposta sorprese i più. “Extra-MotoGP in particolare vorrei correre in un prossimo futuro in Giappone, alla 8 ore di Suzuka. Una gara che mi ha sempre affascinato per l’atmosfera, per tutto il contorno, ma non solo. Mi piacerebbe molto correrci con Ducati, ma al momento non prende parte all’evento: in futuro, chissà…“. Perdonerete inoltre un po’ di autoreferenzialità, ma da anni nel corso delle telecronache del Mondiale Endurance su Eurosport diffusamente si è trattato questo argomento. Magari in tono scherzoso o semplicemente per sognare, ma con elementi di veridicità a suffragio di queste esternazioni.

2 – PER LA STORIA

La seconda ragione non può che essere “entrare nella storia“. Per Bagnaia stesso, considerando che un solo italiano ha vinto (ed è salito sul podio) nelle 43 edizioni finora disputate. Scontato dirlo, parliamo di Valentino Rossi e di quella sua memorabile affermazione del 2001. Sarebbe un traguardo senza precedenti per la Ducati considerando che, dal 1978 a questa parte, nessuna moto europea ha centrato la top-3 nella gara monopolizzata dai 4 colossi giapponesi. Basti pensare che il miglior risultato di una Ducati (privata) alla 8 ore sia un 10° posto (!) e le precedenti esperienze ufficiali (l’ultima risalente al 1991) non furono propriamente rose e fiori. Per un’azienda che ha vinto a più riprese in MotoGP, Superbike, BSB, AMA, TT, Daytona 200, North West 200, Macau Grand Prix e chi più che ha, più ne metta, la 8 ore di Suzuka è tuttora un vuoto che stona nella propria bacheca di successi.

3 – CON LA V4 R É IL MOMENTO GIUSTO

Punto (ragione) 3, come si suol dire il timing è quello giusto. Se nel recente passato Ducati e l’Endurance (per quanto Suzuka sia una gara di durata.. atipica) non andavano propriamente d’accordo, adesso il momento è quello propizio. La Panigale V4 R è una moto che può abbondantemente ben figurare nella specialità. Con i giusti accorgimenti, facendo tesoro dall’esperienza finora maturata (tra alterne fortune) nel FIM EWC con il team ERC, il potenziale non manca. Lo testimonia un Bol d’Or 2022 (parliamo di una 24 ore..) quasi vinto, sfumato a poco più di un’ora dal termine per un problema alla campana della frizione. Il tutto quando le altre 5 case ufficialmente rappresentate (Suzuki, Honda, Yamaha, Kawasaki, BMW) avevano già riscontrato problemi o persino rotto nelle primissime ore. Il potenziale c’è e la V4 R, sulla carta e con le opportune modifiche/preparazione, in forma “Factory” può difendersi egregiamente anche a Suzuka.

4 – I PILOTI CI SONO

La moto non manca, nemmeno i piloti. Per un equipaggio di tre assi, Ducati avrebbe soltanto l’imbarazzo della scelta per individuare due nomi da affiancare a Pecco Bagnaia. Il diretto interessato ha parlato di Alvaro Bautista, Michele Pirro contestualmente si è proposto nell’arco della serata stessa, ma nella rosa dei piloti sotto contratto le opzioni non mancano. Chi ha già opportunamente manifestato la volontà di correre con Ducati a Suzuka è Lorenzo Zanetti. Tester-sin-dal-Day-1 della Panigale V4 R Superbike, attuale pilota ERC Ducati proprio nel Mondiale Endurance, in virtù dell’esperienza del 2014 con F.C.C. TSR Honda (insieme a Jonathan Rea e Kosuke Akiyoshi) tuttora figura come l’ultimo italiano ad aver corso con un team inteso come “ufficiale” a Suzuka. Anche Danilo Petrucci, uno che va forte ovunque e comunque, vorrebbe eccome affrontare questa sfida.

5 – SFIDA UNICA

Proprio così, una sfida (punto 5) unica nel suo genere. Battagliare con gli squadroni ufficiali giapponesi, per una gara parte del Mondiale Endurance, ma che storicamente di “corsa di durata” ha ben poco. Di fatto, una gara MotoGP da 8 ore, dove si deve tirare dall’inizio alla fine, cercando di essere il più rapidi possibile nelle soste ai box da Formula 1. Una sfida sportiva, tecnica e tecnologica. Lo si voglia o meno, la vera élite delle derivate dalla serie. Consigliata in tal senso la visione della più recente 8 ore del 2019…

6 – TI COMPLETA COME PILOTA

Per questi (e sono soltanto alcuni) elementi, la “Hachi Tai” è una corsa che ti completa come pilota. Non soltanto per un potenziale successo da arricchire il proprio palmares, ma anche sul profilo di motociclista a tuttotondo. Alla 8 ore si scoprono delle peculiarità di questo sport estranee alle corse sprint abitudinarie, con il “lavoro di squadra” che non è soltanto un retorico modo di dire, ma una delle ragioni del successo. Tutto deve funzionare al meglio, con il pilota che matura una proverbiale esperienza formativa da importare anche per i prioritari impegni in altre realtà. Una probante sfida sul piano fisico, oltretutto: si può correre sotto il diluvio, ma in qualità di “Mid Summer Dream Race“, spesso col il sole cocente. Con più di 30° (record nel 1992 con 35,6° percepiti), un tasso d’umidità spaventoso, consumando 3000 calorie e perdendo dai 3 ai 5 chilogrammi di peso nell’arco della contesa.

7 – PECCO BAGNAIA IN GARA PER GLI SCETTICI

Una sfida per i piloti, da vincere per Bagnaia anche nei confronti di chi (impropriamente ed inspiegabilmente) alle volte ha messo in dubbio il suo valore. A Suzuka tutti i mondi del motociclismo convergono: ci corrono piloti della MotoGP, Superbike, specialisti dell’All Japan e della gara stessa, ossi durissimi e temibilissimi per chiunque. Non sarà oggi vincere come un titolo MotoGP, ma una sfida del genere smentirebbe anche gli ultimi scettici rimasti. Perché, insomma, credete davvero che un pilota come Bagnaia possa incontrare difficoltà a ben figurare sul tracciato dell’ottovolante?

8 – PER FAR SOGNARE I DUCATISTI

Ultima, ma non ultima, ragione per il sì, un’avventura di questo genere entusiasmerebbe ancor più i Ducatisti. Poter dire di lottare e/o battere le case giapponesi nella “loro” gara, rappresenterebbe una ragione d’orgoglio. Basti pensare al buzz generato sui social nei giorni scorsi in seguito alle parole di Bagnaia. Il Campione del Mondo MotoGP 2022 con una Ducati alla 8 ore di Suzuka farebbe sognare eccome gli amanti della Rossa e tutti, ma proprio tutti, gli appassionati di motociclismo.

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