13 Ottobre 2010

CIV: intervista esclusiva ad Alex Polita

Lo jesino Alex Polita ha conquistato, poco meno di un mese fa, il titolo della classe Superbike targata CIV. Il centauro del team Barni Racing è stato autore di una stagione di alto livello, non sbagliando mai nulla. Il “Pirata” non nasconde però che il suo sogno nel cassetto rimane quello di approdare finalmente al […]

Lo jesino Alex Polita ha conquistato, poco meno di un mese fa, il titolo della classe Superbike targata CIV. Il centauro del team Barni Racing è stato autore di una stagione di alto livello, non sbagliando mai nulla. Il “Pirata” non nasconde però che il suo sogno nel cassetto rimane quello di approdare finalmente al mondiale Superbike, obiettivo a cui il giovane marchigiano era andato molto vicino nella scorsa stagione, salvo poi essere appiedato da colui che era stato suo team manager in Stock 1000 l’anno prima, ovvero Marco Borciani. BIKEracing.it ne ha raccolto le impressioni e si è confrontato con lui riguardo alla stagione della rinascita, e ad un suo eventuale futuro mondiale.

Raccontaci come è andato il tuo week-end di Misano, nel quale hai vinto il titolo. Dopo la bandiera a scacchi ti è stato detto della caduta di Conforti, in quanto non pareva tu l’avessi vista…

“L’hanno vista tutti tranne me. Prima avevo visto che Stefano (Cruciani) era caduto al “Curvone” ed ho cercato di gestire la situazione. Mi dispiace di aver vinto in quel modo il titolo, perché avrei preferito ottenerlo vincendo la gara. Avevamo lavorato tutto il week-end per quello, poi l’acqua ci ha rovinato un po’ i piani. Però il risultato è poi quello che conta.”

Come ti senti ora ad essere campione?

“Contento, felice e tutto quanto. Dico una cosa anche abbastanza presuntuosa, nel senso che partendo quest’anno volevo fare ciò che ho fatto, ovvero vincere il campionato. Quindi mi ha sorpreso e non mi ha sorpreso.”

Cosa mi puoi dire del team con il quale hai vinto il titolo?

“Secondo me si potrebbe giocare la carta del mondiale. E’ una squadra a cui non manca niente, abbiamo il supporto diretto – per lo meno per il campionato italiano – da Ducati, quindi tutto ciò che serve è a disposizione. Ho avuto la fortuna di lavorare con degli ingegneri che fanno già parte del mondiale, le moto sono più o meno quelle che si usano in Superbike. Quindi la possibilità del campionato del mondo me la giocherei se fossi in loro, però Marco (Barnabò) ha fatto delle scelte diverse, e io sto optando per tornare nel mondiale.”

Tu hai vissuto, quasi sempre incolpevolmente, degli alti e bassi nella tua carriera. Dove e come hai trovato le motivazioni per risalire la china?

“Spesso e volentieri è la domanda che mi pongo anche io nei momenti più grigi. E’ vero che quest’anno abbiamo lavorato bene e ci siamo tolti tante soddisfazioni, però ti capitano le giornate e settimane storte. Allora ti chiedi se vale la pena svegliarsi tutti i giorni alle otto, allenarsi, tribolare tutta la settimana per trovare dei soldi per tornare al mondiale. E poi guardi la televisione, o guardi dei filmati di gare e di piloti e pensi di essere in grado anche tu di fare quelle cose, forse anche meglio. E a quel punto la motivazione la trovi.”

In Italia per un pilota è sempre più dura riuscire a fare una progressione a livello di carriera, qual è la tua opinione a riguardo? Cosa faresti se fossi un organizzatore?

“In Italia non c’è progressione per il pilota. Secondo me ci sono troppi campionati e mal gestiti. Se guardiamo in giro per l’Europa, in campionati nazionali come quello inglese o spagnolo, trovi che c’è un campionato nel quale i giovani promettenti vengono aiutati per il mondiale. Questo purtroppo qui non succede, se non hai la valigia con i soldi stai a casa.”

Per il prossimo anno c’è qualcosa già in ballo per un eventuale salto nel mondiale?

“Qualcosa c’è al momento, ma è tutto ancora a livello di discorsi. Cerchiamo di chiudere al più presto.”

Dove ti vorresti vedere tra due anni?

“Vorrei vedermi innanzitutto al mondiale, ovvero di poter avere la reale chance di poter giocare le mie carte. Poi, vada bene o meno so di aver dato il massimo per poterlo fare.”

Il motociclismo è uno sport che “non paga”, se non ad altissimi livelli. Come fa un pilota a conciliare il fatto di dover tirare avanti e il dover scendere in pista?

“Ci vuole un bel po’ di fortuna, e saperla sfruttare al meglio”

Se potessi scegliere, quale moto vorresti per correre nel mondiale?

“Ducati, perché penso che sia la moto più competitiva per approdare al mondiale, in quanto è una moto che ha un pacchetto base già competitivo.”

Come hai visto il ritiro da parte del team ufficiale Ducati in Superbike?

“Mi dispiace, soprattutto dopo aver fatto dei test per loro quest’estate. E’ una scelta di cui sicuramente loro sanno meglio di me il perché. Probabilmente, anche se non ci sarà il team ufficiale di per sé, alcune moto continueranno ad essere gestite da loro.”

Valerio Piccini

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