23 Ottobre 2012

Un anno senza il Sic

“Vincere, diventare Campione, crescere, guadagnare sono cose importanti, misurano, se vogliamo, il successo di un pilota, ma dentro sono restato quel bambino che correva per il piacere di correre, per la voglia di mettersi in gioco, di competere con gli altri, di riuscire a batterli. E difatti penso spesso a come erano belli gli anni […]

Vincere, diventare Campione, crescere, guadagnare sono cose importanti, misurano, se vogliamo, il successo di un pilota, ma dentro sono restato quel bambino che correva per il piacere di correre, per la voglia di mettersi in gioco, di competere con gli altri, di riuscire a batterli. E difatti penso spesso a come erano belli gli anni delle minimoto!

La vittoria è dolce, affascinante, bellissima e quando la prendi è così estasiante che pensi sia soltanto tua e vorresti che lo restasse per sempre. Non dovrebbe succedere, ma è facile innamorarsi anche di una che è un pò troia come lei: quando riesci ad uscirci un pò di volte ti fa girare le balle vederla con un altro. Più seriamente: vincere è qualcosa di quasi indescrivibile, di fantastico. Quando vinci per distacco e finalmente tagli il traguardo e si spezza quella tensione, provi una gioia e un senso di liberazione difficili da comunicare. Quando vinci in bagarre c’è un tale scarico di adrenalina che ti senti come dopo aver fatto l’amore. Alla fine è come una droga: arrivi secondo e non sei contento, ti senti insoddisfatto. Forse è un pò come uscire la sorella meno bella“.

Marco Simoncelli, “Diobò, che bello!“, scritto con Paolo Beltramo. Mondadori.

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