10 Febbraio 2012

Superbike: intervista a Eugene Laverty

Il nuovo pilota Aprilia pronto per un 2012 da protagonista

Eugene Laverty è uno dei piloti più attesi per la stagione 2012 World Superbike, che avrà inizio nel fine settimana del 24-26 febbraio a Phillip Island, Australia. Dopo l’ottima stagione di debutto nella competizione, conclusa al quarto posto in classifica con il Yamaha World Superbike Team, il pilota di Toomebridge ha stupito tutti per la facilità con cui si è adattato sin da subito alla RSV4 ufficiale dell’Aprilia Racing Team, nei test di Portimão disputati prima della pausa invernale. Ora, per il più piccolo dei fratelli Laverty, si prospettano due sessioni di test a Phillip Island, la prima in forma privata (sebbene molte squadre vi parteciperanno) dal 13 al 15 febbraio e la seconda, ufficiale, nelle giornate del 20 e 21 di questo mese. Queste due occasioni saranno importanti per capire il livello di feeling raggiunto tra il giovane di passaporto irlandese e la 4 cilindri di Noale, su una pista molto impegnativa come quella australiana. Manca poco al ritorno in pista, come ti senti?  “Guardo con attesa al ritorno in pista, più del solito, poiché nelle scorse due stagioni non sono sceso dalla moto per neanche un mese. L’attesa è finita, la voglia di tornare in sella è tanta e sarà una lunga stagione.” Cosa pensi di trovare sulla moto? Una situazione simile a quella dei test o qualche novità?  “Ripartiremo con un set-up molto simile a quello che avevamo lasciato. Ero in alto nella classifica dei tempi, ma ora ci aspetta Phillip Island e si tratta di un tracciato molto differente, quindi non c’è dubbio che avremo bisogno di tutti i cinque giorni di test per prepararci alla gara. Se riusciremo ad essere veloci lì, lo saremo in ogni round.”  Lo scorso anno eri coinvolto in un percorso con Yamaha che ha condotto due piloti che ti hanno preceduto in MotoGP. Purtroppo, per quanto ti riguarda, questo possibile percorso si è concluso a causa del ritiro di Yamaha dalla Superbike. Ora sei con Aprilia, che si dichiara non interessata alla MotoGP. Come vedi questo cambio di prospettiva? Oppure al momento ti interessa soltanto riuscire ad avere successo in Superbike?  “Voglio fare due stagioni in Superbike, vincere il titolo e poi fare il passo quando sarò pronto. L’obiettivo l’anno passato era quello di fare una stagione da ‘rookie’ per poi lottare per il titolo, ma purtroppo Yamaha ha ritirato il proprio impegno nel campionato. Sono stato fortunato ad aver trovato l’appoggio di un’altra casa che mi ha fatto tornare sul percorso stabilito, il tempo dirà se avrò fatto la scelta giusta. Dai primi test pare sia così.” La Superbike gode di buona salute, mentre la MotoGP sembra stia passando un momento no. Credi che la MotoGP abbia perso un po’ di appeal recentemente?  “La Superbike si sta rafforzando di anno in anno, mentre la MotoGP sembra stia passando un momento di difficoltà. Lo spettacolo in Superbike è buono in quanto ci sono diverse case costruttrici impegnate a pieno regime, inoltre il livello dei partecipanti è ulteriormente cresciuto con l’arrivo di ex piloti MotoGP come Aoyama e Hopkins. Sarà ancora più dura riuscire a vincere il titolo, ma questo non può che dare un valore aggiunto ad un’eventuale vittoria.” Sei passato da un compagno di squadra italiano ad un altro. Credi che ci sarà qualche differenza nel rapporto che avrai con Max (Biaggi) rispetto a quello che hai avuto con Marco (Melandri)?  “Per me non fa differenza, ho il mio lavoro da svolgere. Max (Biaggi) è nel mio stesso team  ed ha la mia stessa moto, ma ciò non lo rende diverso dagli altri piloti che devo battere. Non ha senso concentrarsi su un pilota quando ce n’è una schiera da battere.” Il fatto di avere dei compagni di squadra veloci gioca a tuo favore, come spinta verso il limite delle prestazioni, o lo vedi come un fattore negativo?  “Per alcuni piloti questo funziona in maniera negativa, poiché se la fanno sotto quando il loro compagno di squadra li batte. Di solito questo capita con i piloti che hanno un grande ego. Per quanto riguarda me invece non fa alcun effetto, se il mio compagno di squadra risulta più veloce di me in una circostanza, questo mi dà solo maggiore motivazione perché, se la moto è in grado di ottenere determinati risultati, significa soltanto che devo iniziare a spingere di più.”  Valerio Piccini 

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