4 Novembre 2010

MotoGP: Valentino Rossi e Yamaha, sette anni indimenticabili

Si chiude un'avventura che ha fatto la storia delle 2 ruote

Non può rappresentar semplicamente il “voltar pagina” della propria carriera. Valentino Rossi domenica a Valencia chiuderà, intorno alle 14:40, la propria avventura in Yamaha. Sette lunghi anni che hanno scritto pagine indelebili nella storia del motociclismo ed, in fondo, tutto sommato irripetibili. Affascinante, coinvolgente, accattivante il passaggio in Ducati, ancor più replicare (o quantomeno provarci) quanto costruito dal 2004 al 2010 con Yamaha. Insomma non è più una sfida da “Pensa se non ci avessi provato“, è qualcosa di nuovo che non potrà mai cancellare sette anni dove Valentino Rossi si è confermato (o forse è diventato)… Valentino Rossi. La tematica del passaggio in Yamaha nel 2003 era suggestiva: l’uomo ad aver la meglio sulla macchina, smentendo le valutazioni del suo ex-datore di lavoro. A grandi linee dovremmo esserci. Rossi questa sfida l’ha vinta assecondato da un costruttore che, spinto dall’ingaggio del miglior pilota del momento, ha ritrovato la “vena” agonistica: maggiori investimenti (soprattutto in questi ultimi anni di crisi economica), più dedizione ed importanza al motorsport, veicolo per inevitabili riscontri commerciali sul prodotto di serie. L’ingaggio di Rossi ha portato la Yamaha a convincersi delle proprie risorse lasciando piede libero all’estro del Valentino. Una scelta ampiamente ripagata, cambiata quando, in evidente supremazia tecnica, sono entrate in gioco valutazioni aziendali comprensibili e condivisibili. Con Jorge Lorenzo pilota del presente e futuro (oltre che Campione del Mondo e mattatore di questa stagione), non poteva più esserci una scelta tra l’uno e l’altro, nè tantomeno ultimatum di ogni genere e tipo da una parte e dall’altra. Per Valentino è stato il momento di cambiare trovando nella Ducati la soluzione più logica (naturale) per iniziare una nuova sfida alla… sua maniera. Il passato con Yamaha, nonostante i recenti contrasti e rapporti non più… idilliaci, non potrà mai esser cancellato. Probabilmente se Rossi riuscisse a vincere anche con la Desmosedici, nell’immaginario collettivo tutti lo ricorderemo tra 20 anni in sella ad una moto rossa con un 46 giallo: ma il passato non si dimentica. Sarà comunque difficile eguagliare prestazioni che resteranno lì a testimoniare non soltanto chi è Valentino Rossi, ma semplicemente che cos’è il motociclismo. Può piacere o meno, lo si può tifare a favore o contro (secondo usanza prettamente “latina”), ma per un appassionato di moto gare come Welkom o Phillip Island 2004, Donington 2005, Laguna Seca 2008 o Barcellona 2009 non possono che coinvolgere. Rossi in questi anni ha dimostrato di non esser “imbattibile” e di non esserlo mai stato, che i “nuovi” antagonisti sono forti quanto e, perchè no, anche più che lui in questo momento. Ma alla resa dei conti Rossi, con Yamaha, in questi anni è stato il pilota ad aver quasi sempre reso interessante questo sport (quanto è pesata la sua assenza…), rendendo imperdibile l’evento anche quando di tematiche sportive ce n’erano ben poche, nel bene o nel male. Ha ammaliato e diviso il pubblico, ma con Yamaha ha pur sempre scritto la storia recente del motociclismo. Con Ducati la sfida sarà nuova, ma con gli uomini di fiducia, ben diversa rispetto al 2004. Rossi sa che Ducati si ritroverà, la Ducati spera di contare sul miglior Rossi. Totale coinvolgimento a partire da martedì per il primo test ufficiale con la rossa (anche se sarà… nera!), prima ancora un weekend per concludere al meglio questa lunga avventura in Yamaha con 4 titoli, 46 vittorie, 24 pole position, ma soprattutto imprese che non possono esser dimenticate: anche riscrivendo la storia con la più suggestiva sfida Ducati. Alessio Piana

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