21 Giugno 2010

MotoGP: la fuga di Jorge Lorenzo, anche senza Rossi

La "forza mentale" dell'attuale leader di campionato

Quando Jorge Lorenzo parla di un mondiale “In tono minore” a seguito dell’infortunio di Valentino Rossi lo fa per un interesse personale. La voglia di mostrare a tutto il mondo di esser diventato il pilota in grado di battere, a pari moto, nelle medesime condizioni tecnico-sportiva, il campionissimo che ha segnato la storia del motociclismo moderno. Un processo lungo tre anni, una piena maturazione formalizzata in questa stagione, con le certezze trovate nel corso dell’inverno nonostante un infortunio alla vigilia dei decisivi test di Losail. Ha lavorato per conseguire questo obiettivo e, proprio al momento giusto, esce di scena il suo diretto contendente, il suo “riferimento”, il suo obiettivo. Una perdita, oggettivamente, fondamentale per la quotidianeità della MotoGP, importante per lo stesso Jorge Lorenzo. Anche dopo una prestazione come quella di Silverstone la domanda è sempre la solita: come sarebbe andata a finire con il #46 in pista? Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, nè tantomeno le corse motociclistiche. Facile ipotizzare un dualismo secondo quanto già vissuto nel 2009, ma con un Lorenzo più maturo, sicuro di se, arrivato ad un livello straordinario. Assecondato da una Yamaha M1 semplicemente perfetta (“A posto già quando la tiriamo giù il giovedì“), Jorge in questo avvio di campionato ha dato l’impressione di essere inarrestabile. A Losail, non al meglio, è secondo. Vince a Jerez con la perla della “Remontada”, va in fuga a Le Mans proprio davanti a Rossi. Al Mugello chiude alle spalle di Pedrosa non riuscendo a ripetere il passo strabiliante delle prove: la storia non si ripete a Silverstone dove trionfa dominando con il “gran chelem”, frutto della pole position (prima stagionale) e di una corsa condotta dal primo all’ultimo giro. Su 125 punti massimi a disposizione Lorenzo ne ha conquistati ben 115 a seguito di 3 vittorie e 2 secondi posti. Non sbaglia più, ha imparato la lezione dei quattro “0” del 2009 che gli hanno precluso di giocarsi il mondiale fino a Valencia. Parla di sentirsi “Forte mentalmente” il pilota maiorchino, tematica principale di questo salto ulteriore di qualità che passa dal lottare al poter battere per il titolo Rossi che, purtroppo per lo stesso Lorenzo, non c’è. Un titolo che secondo lui “Vale di meno“, ma questa fuga in campionato è legittimata da una serie di gare senza alcuna battuta d’arresto nel personale ruolino di marcia. A Silverstone, mentre gli altri cadevano, è rimasto tranquillo e sereno sin dal venerdì: come a suo solito la M1 lavora e bene già nei primi minuti dalle prove, potendosi concentrare esclusivamente nel perfezionare il pacchetto. Il risultato è una corsa da dominatore assoluto, l’unico in grado già al terzo giro di viaggiare sotto il 2’04”: dopo 5 giri il margine è di 2″5, dopo 7 raddoppiato a 5″, all’undicesimo arriva a 8″3 standardizzati nei passaggi successivi, concedendosi prolungati festeggiamenti sotto la bandiera a scacchi. Senza parole, solo un rammarico per il leader del mondiale: il non poter dimostrare cosa ha portato la sua “Forza mentale” nei confronti di Valentino Rossi. Almeno per i prossimi due mesi.. Alessio Piana

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